È notizia di questi giorni che McDonald’s, colosso americano del fast food nonché la più grande catena di ristorazione al mondo, abbia deciso di scendere in campo, come azienda capofila di un team di imprese mondiali, a sostegno delle famiglie in fuga dai conflitti, in collaborazione con le Nazioni Unite. A dare l’annuncio è stata la stessa ONU, attraverso la sua agenzia relativa al Programma Alimentare Mondiale (World Food Programme), in occasione della ricorrenza del 21 settembre, data in cui si celebra la Giornata Mondiale della Pace: “marchi globali si uniscono – includendo diverse compagnie e aree geografiche – in uno sforzo che non ha precedenti nel sottolineare il ruolo vitale che l’assistenza alimentare ha nel creare un mondo più pacifico”, si legge nella nota stampa. “Molte compagnie stanno donando spazi televisivi e digitali per favorire il sostegno al Programma Alimentare Mondiale delle Nazioni Unite (WFP), l’agenzia in prima linea nella lotta alla fame”.
L’iniziativa, capitanata da McDonald’s, è sostenuta anche da altri marchi molto noti a livello globale, quali Burger King, Cargill, DreamWorks Animation, Facebook, Google, MasterCard, McCain, OMD, Twitter, TBWA e United Airlines, ed è definita dalle Nazioni Unite “un modo molto importante e tangibile di progredire verso la pace e aiutare i rifugiati e gli sfollati che lottano ogni giorno per dare da mangiare ai propri figli”.
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A dare l’impulso decisivo, è stata proprio McDonald’s. La multinazionale americana ha finanziato un messaggio pubblicitario del Programma Alimentare Mondiale dal titolo “Symbols”, con la partecipazione creativa di TBWA e la voce narrante del noto attore Liam Neeson: in trenta secondi, il video, che sarà trasmesso sulle reti televisive e sui canali social in trentotto paesi in tutto il mondo, evidenzia il legame purtroppo molto stretto tra guerra e fame, e sottolinea quanto una donazione al programma delle Nazioni Unite possa aiutare. “Tutti i fondi raccolti grazie a questa iniziativa andranno alla risposta all’emergenza del WFP per le operazioni a maggiore criticità, incluse le crisi in Siria e nella regione, Iraq, Sud Sudan, Yemen”, si legge ancora. “Il numero degli sfollati non è mai stato così alto dai tempi della Seconda Guerra Mondiale e i bisogni sono maggiori delle risorse disponibili”.
“Se c’è qualcuno che può promuovere uno sforzo internazionale per aiutare a sfamare i rifugiati e la lotta contro la fame, quelli siamo noi”, ha affermato Steve Easterbrook, amministratore delegato di McDonald’s. L’impegno dell’azienda da lui guidata arriva qualche settimana dopo il rifiuto, da parte sua, all’invito proveniente dagli storici avversari di Burger King, al fine di creare un “McWhopper” (ovvero, una via di mezzo tra il “Big Mac” di McDonald’s e lo “Whopper” di Burger King, prodotti che caratterizzano i due marchi) a sostegno della pace nel mondo. Tale progetto, per i vertici della società dagli archi dorati, “non era abbastanza sostanzioso”. In tutta risposta, Burger King aveva deciso di stringere alleanza con le altre catene Denny’s, Krystal e Giraffe. Oggi, gli eterni rivali si trovano di nuovo insieme, per aiutare il programma delle Nazioni Unite, in soccorso dei rifugiati di guerra.