BERLINO – L’Afd, Alternative für Deutschland, il partito di opposizione che predica un estremismo di chiaro stampo xenofobo, per la prima volta nella storia tedesca, diventa il secondo partito. E non in un Land qualsiasi, poiché nel Meclemburgo-Pomerania c’è il collegio elettorale della cancelliera. Beninteso,vi vivono soltanto il due per cento dei tedeschi, tuttavia affermare che i populisti entrano trionfalmente nel nono Parlamento regionale non è affatto esagerato. Anche perché va pure registrata maggiore partecipazione al voto: 60,5 per cento, nove punti in più rispetto al 2011.
La destra tedesca antieuro e contro le politiche di accoglienza indiscriminate fa leva e si consolida sul malessere dell’elettorato moderato tedesco, sull’atavica paura del popolo, “das Volk”, il termine che dal 1989 ha assunto coloriture d’ogni tipo. Nel dibattito pubblico continua infatti l’onda lunghissima del fortunato best-seller di Thilo Sarrazin “La Germania si distrugge da sola” (“Deutschland schafft sich selbst ab”, 2010), nel quale la paura dell’invasione e della subalternità rispetto alle culture dei migranti è declinata sulle corde dell’indagine socio-demografica e del pamphlet identitario.
Sono i tedeschi moderati che da qualche tempo vogliono un cambio di rotta sull’immigrazione che hanno votato per i neonazisti dell’Afd
Nel suo libro Sarrazin – membro del direttorio della Bundesbank ed ex ministro della città stato di Berlino – sostiene che gli immigrati musulmani presto supereranno in numero “la popolazione autoctona” perché fanno più figli. E scrive che dal momento che gli immigrati finora non hanno dato prova di essere particolarmente bravi a scuola, la Germania sarà condannata anche a diventare un paese meno intelligente. Infine sostiene che i musulmani non sono interessati all’integrazione, e insinua che preferiscano lavorare illegalmente piuttosto che pagare le tasse.
Sicché non stupisce lo scoramento dei tedeschi moderati che da qualche tempo a questa parte stanno chiedendo un cambio di rotta sulla gestione dei flussi migratori, e iniziano a guardare alle formazioni politiche di destra radicale, come le elezioni nel Meclemburgo-Pomerania hanno confermato.
La Merkel sulle migrazioni, fino ad oggi, ha seguito una linea precisa – in assonanza con lo storico Wir schaffen das, “Ce la possiamo fare” – non ha cercato di arginare l’arrivo dei flussi migratori, ma ha fin da subito dichiarato l’assoluta disponibilità della Germania a ricevere quanti più migranti possibili.
Naturalmente, la questione umanitaria ha avuto il suo peso, ma non si sarebbe proseguiti con tanta passione senza il sostegno delle industrie tedesche, interessate alle frontiere aperte poiché esse agevolano il processo di deflazione salariale, in grado di aumentare la competitività dell’export tedesco che solo lo scorso anno ha fatto registrare un surplus commerciale superiore al 8 per cento. Un vero e proprio record che viola la regola europea del 6 per cento come limite al surplus della bilancia commerciale.
Malauguratamente per loro, poi tutto è stato azzerato dalle violenze della notte di Capodanno a Colonia. La Germania si è risvegliata impaurita e scossa da una situazione inedita nella sue recente storia moderna. E così, l’ascesa dei partiti della destra anti euro e di quella radicale, già da tempo in ripresa, sta conoscendo come s’è visto delle punte senza precedenti.
I fascisti dell’Afd sostengono con arroganza che la Germania è il “paese egemone” e la “potenza leader” in Europa. Il rischio di una guerra contro la Russia
Per completare il quadro va ricordato che, all’inizio di questa estate, si è svolta la più grande esercitazione NATO mai avvenuta in Europa orientale. L’Operazione Anaconda, con 31 mila soldati, 3 mila veicoli, 105 aerei e 12 navi, ha simulato una guerra contro la Russia. Tutti sanno che la situazione militare ormai è tanto tesa che un incidente, voluto o no, potrebbe innescare una reazione a catena incontrollabile.
I due più importanti think tank di politica estera tedesca, la Società tedesca per la politica estera (DGAP) e la Fondazione di Scienze Politiche (SWP), sfornano costantemente dei documenti che accusano la Russia di aggressione, di violazioni del diritto internazionale e di destabilizzazione dell’Europa.
Una lettera del DGAP di qualche giorno fa, firmata da Jana Puglierin della Heinrich Böll Foundation, allineata al partito dei Verdi si conclude con un appello alla NATO perché “dimostri la sua fermezza” nei confronti della Russia e “si muova da una posizione di forza che possa credibilmente scoraggiare la Russia “.
Naturalmente l’ascesa del Afd, Alternative für Deutschland darà nuovo fiato alle trombe dei guerrafondai. Per la cancelliera Angela Merkel si inizia una brutta settimana.