BERLINO. Il “nuovo e grande muro” a Calais dovrebbe essere completato – assicura il governo inglese – entro la fine dell’anno. Sarà lungo un chilometro alto quattro metri e verrà a costare intorno ai tre milioni di euro. Il ministro dell’Immigrazione Robert Goodwill ha spiegato che la costruzione fa parte di un pacchetto di misure di sicurezza da 17 milioni di sterline, (venti milioni di euro) concordato con i francesi per rafforzare la sicurezza nei porti della Manica. “Cominceremo con l’ erigere questo nuovo e grande muro concordato con i francesi. C’è ancora molto da fare”.
Ci sono tutte le premesse per prevedere che il muro anglo-francese prossimo venturo, inaugurerà la ripresa in tutta Europa di questo genere sinistro di costruzioni che si arricchiscono di particolari. Infatti è stato annunciato che quello di Calais sarà, “in calcestruzzo liscio, nel tentativo di rendere più difficile scalarlo, con piante e fiori da un lato per ridurre il suo impatto visivo”.
Chissà se ci avrà già pensato Donald Trump il quale ha promesso che se ne uscirà vittorioso alle presidenziali, costruirà tra Usa e Messico un “impenetrable, physical, tall, powerful, beautiful, southern border wall”. Certamente ci stanno pensando all’AfD di Frauke Petry che ha appena sorpassato la Cdu di Angela Merkel nel Meclemburgo-Pomerania, al Front national di Marine Le Pen e i loro amici delle varie formazioni di ultradestra a cominciare dall’Ungheria che dilagano in Europa. I quali ogni giorno parlano di un’invasione dell’Europa da parte di orde di islamici pronti a seminare il terrore, imporre la sharia e sottomettere la cristianità. Seminare la paura rende in voti e in consensi.
“Che Berlino sia l’ultimo muro” ce lo auguravamo tutti il 9 novembre 1989 quando l’Antifaschistischer Schutzwall eretto in una notte dai soldati russi cadde aprendo le frontiere all’Occidente
La Slovacchia ha già un elettore su cinque che vota l’estrema destra, e i neonazisti del Sns di Marian Kotleba hanno l’8 per cento e tre ministri. In Olanda il Pvv anti-europeo e anti-immigrati di Geerd Wilders procede alla grande. Altrettanto accade in Belgio con Bart de Wever, sindaco di Anversa e leader della Nuova alleanza fiamminga (N-Va): 4 seggi in Europa (ne aveva 1), 33 alla Camera (27), 43 al parlamento fiammingo (16) e un quinto dei seggi nel nuovo Senato a elezione indiretta. In Polonia il presidente Duida e la premier Szydlo appartengono al partito ultraconservatore Pis sostenuto dalla destra cattolica. In Austria il candidato della destra populista, della Fpö Norbert Hofer aveva perso di un soffio la presidenza, ma il ballottaggio fu annullato perché, «le elezioni sono il fondamento della nostra democrazia e il nostro compito è di garantirne la regolarità. La nostra sentenza deve rafforzare il nostro Stato di diritto e la nostra democrazia», spiegò a Vienna il presidente della Corte costituzionale Gehrart Holzinger prima di pronunciare la sentenza. Tra qualche settimana il ballottaggio sarà ripetuto.
“Che Berlino sia l’ultimo muro”, ce lo auguravamo tutti il 9 novembre 1989 quando l’Antifaschistischer Schutzwall, eretto in una notte dai soldati russi, cadde, aprendo le frontiere all’Occidente. Qualche anno dopo -1992 – Francis Fukuyama proclamava la fine della Storia a fronte della caduta del muro di Berlino e della conseguente vittoria dello stato liberale e democratico, fondato sui principi fondamentali dei diritti dell’uomo. Non va affatto così, accade l’opposto.