PMI & Made in ItalyL’ennesima opportunità mancata

“Quando perdi, non perdere la lezione.” Non sono mie parole, ma quelle del Dalai Lama, in una delle citazioni storiche che, contestualizzate oggi, mi hanno fatto pensare a questo day-after che ha ...

“Quando perdi, non perdere la lezione.” Non sono mie parole, ma quelle del Dalai Lama, in una delle citazioni storiche che, contestualizzate oggi, mi hanno fatto pensare a questo day-after che ha visto la netta sconfitta del Premier dimissionario Matteo Renzi.

Non è mio compito fare analisi politiche, ma tracciare con la visione quadro che mi è consentita dalla mia professione, una punto di riferimento su quella che definisco, senza giri di parole, l’ennesima opportunità mancata.

E’ come se si fosse stati in una giostra, in cui tutti siamo saliti e che pensavamo potesse durare con il volgere di una moneta, quella che i bambini immettono, per l’appunto, prima di salire su una giostra al lunapark.

Solo che il lunapark è il nostro Paese e per governare l’Italia, forse, più che plebisiciti popolari su una riforma costituzionale, servivano azione e determinatezza su riforme di stringente attualità: prima fra tutte quelle del fisco, da tanti promessa e da nessuno realizzata.

Detto ciò, Matteo Renzi nei suoi mille e passa giorni di Governo ha adempiuto i suoi doveri con forza e coraggio all’interno di un Governo -per forza di cose- non “suo”: un Governo mischiato e forse inficiato dalle troppe diatribe eterogenee che non hanno fatto altro che acuire quel distacco in termini di percezione della realtà tra lo stesso Governo e gli azionisti di riferimento: i cittadini.

E’ in primis una lezione per Renzi a cui va riconosciuto il merito di essere stato un leader temerario, ma forse incosciente, tanto da voler personalizzare troppo la battaglia sulla riforma costituzionale. Il Premier uscente si è mosso come se avesse ancora il polso totale del Paese, quando invece i competitor, seppur frazionati, non aspettavano altro che calciare questo calcio di rigore senza portiere per buttare la palla in rete e ritornare nell’arena del galleggiamento.

Renzi può sottolineare di aver riavviato un percorso finalizzato alla crescita, ma non l’ha compiuto fino in fondo, quindi il suo lavoro non potrà essere ricordato in modo specificatamente positivo. Potrà cercare di certo una rivincita, che cova e probabilmente avrà poiché all’orizzonte non si vedono statisti, né leader lungimiranti capaci di prendere la guida del Paese.

Altresì, è pericoloso ciò che potrebbe accadere intorno a noi in questi mesi se lasciassimo campo scoperto alle derive autoritarie incarnate da movimenti che hanno la maschera dell’espressione popolare e il volto, spesso, purtroppo, dell’incompetenza specifica.

Il futuro ci dirà cosa accadrà: quello che è un augurio è che le PMI italiane e il mondo imprenditoriale perseguano la loro strada e che la lenta ripresa dell’economia possa avvenire con misure prospettiche e sistemiche, a prescindere dal nuovo titolare di Palazzo Chigi.

Le newsletter de Linkiesta

X

Un altro formidabile modo di approfondire l’attualità politica, economica, culturale italiana e internazionale.

Iscriviti alle newsletter