Step by StepBerlinale. In mostra un’America che sconcerta e fa paura

BERLINO. L'America mantiene un primato che nessuno le invidia. E’ tra i Paesi più avanzati quello con la diseguaglianza sociale più profonda, poiché le sue politiche colpiscono la classe media, i c...

BERLINO. L’America mantiene un primato che nessuno le invidia. E’ tra i Paesi più avanzati quello con la diseguaglianza sociale più profonda, poiché le sue politiche colpiscono la classe media, i ceti meno abbienti e concentrano la ricchezza nelle fasce ristrette della popolazione. Tant’è che Joseph Stiglitz, premio Nobel per l’Economia non esita a parlare di fallimento del sistema poiché: «Il capitalismo di tipo americano non s’è rivelato né efficiente né stabile, l’interesse collettivo è relegato in secondo piano come principio ispiratore delle politiche pubbliche, così come si è dissolto da parte del governo l’obbligo di rendere conto del proprio operato ai cittadini».

In questa America intinge il dito il regista Oren Moverman, che con il suo The dinner concorre alla Berlinale 2017. Il soggetto è tratto dal bestseller dell’olandese Herman Koch. La storia s’intesse su due cugini sedicenni, figli di due coppie, che hanno arso viva una senzatetto mentre dormiva in una cabina telefonica, filmandone la morte in un video che finisce in rete. Un crimine orrendo e nemmeno poi tanto sconosciuto in America soprattutto, come riferiscono le cronache. Siccome i ragazzi non sono identificabili, ai genitori spetta la decisione su come reagire. Le posizioni dei quattro sono diverse e conflittuali, e lo scontro rivela, ha spiegato Moverman, “la realtà selvaggia che si nasconde dietro la superficie delle vite borghesi”.

Un film malfatto che rilancia l’immagine di un Paese con un primato che nessuno gli invidia: la disuguaglianza sociale più profonda del pianeta

Fin qui il film peraltro malfatto, che però fa tornare in mente uno scenario che mostra come dal punto di vista quantitativo le democrazie trionfano nel mondo, mentre dal punto di vista qualitativo si sono considerevolmente deteriorate. Infine, di come la realtà americana si riveli appunto contagiosa per l’Europa. Insomma, la crisi che attanaglia il mondo mostra ogni giorno i limiti della politica di fronte allo strapotere dell’economia, che ha allargato la distanza dei sistemi occidentali dai loro cittadini.

Anche perché il Paese che tentasse di ostacolare le galoppate finanziarie del capitalismo liberista verrebbe punito dal mercato attraverso la fuga dei capitali, la svalutazione della moneta e l’abbassamento del rating del credito. E’ già accaduto nella storia dei Paesi industrializzati.

Naturalmente, il radicalismo della protesta mobilita le coscienze, eccita gli animi, galvanizza i suoi partecipanti. Si tenga a mente che gli americani imbracciano spesso i forconi della contestazione, come in una versione aggiornata del celebre dipinto «American Gothic» di Grant Wood (1930). Anzi, il populismo di destra e di sinistra è una costante della tradizione politica statunitense, specie in tempi di crisi economica come adesso, con la famiglia che è la prima a soffrirne, come denuncia appunto Moverman regista di The dinner.

Ha fatto bene la Berlinale a rammentarci con questo film che il problema esiste e che l’Europa farebbe meglio a mantenersi distante dal “contagio” americano

Va pure detto, che di norma in America le proteste vengono alla lunga riassorbite con tutte le tragedie che vi si accompagnano nei meccanismi democratici e costituzionali, fino a sfiorare una sorta di fondamentalismo che fa della dottrina Monroe (“L’America agli americani”) il vangelo che liquefa ogni conflitto interno, con meno traumi rispetto alla storia europea.

L’Europa che “dottrina” non ha meglio farebbe se riuscisse a mantenersi distante dal “contagio” americano. Ha fatto bene la Berlinale a rammentarci con questo film, che il problema esiste.

vincenzomaddaloni.it

@maddaloniit

fb vincenzo Maddaloni