NEW YORK CITY – Una messa per Osama Bin Laden, per chiedere, a chi lassù conta e decide, di perdonare il leader di Al Qaeda e di accogliere benevolmente la sua anima. Niente di particolarmente eclatante, se tutto ciò non avvenisse negli Stati Uniti e precisamente nella repubblicana Florida, a West Palm Beach. Qui, infatti, domani, nella Chiesa Cattolica del Sacro Nome di Gesù, si terrà un rito per commemorare alcuni defunti, cinque nello specifico, e tra questi compare proprio il nome del nemico numero, o ex nemico.
A fare il suo nome, per aggiungerlo alla lista delle anime per cui pregare, è stato il parrocchiano Henry Borga che, intervistato da televisioni locali, ha detto, senza nessuna incertezza o titubanza, «lui merita perdono e compassione da Dio».
A dirla tutta, un pensiero che non fa una grinza, almeno alla luce di quelli che sono i dettami fondamentali della religione cattolica. Non si può, tuttavia, rimanere davvero sorpresi per le reazioni di molti altri appartenenti alla stessa congregazione che, invece, il nome di Osama Bin Laden vorrebbero proprio tenerlo fuori dalle cose di casa propria. Insomma, un conto è chiedere grazia per peccatori di vario ordine e grado, ma che la nostra mente riesce, in qualche modo, a comprendere, un altro è chiedere perdono, e magari accesso al paradiso, per il responsabile di un atto scellerato come quello dell’11 settembre. Soprattutto se l’11 settembre è avvenuto a due ore di volo dalla Chiesa di West Palm Beach.
Questa, dunque, è l’obiezione più grossa che muovono i fedeli della Chiesa della Florida che non vogliono assolutamente rivolgersi a Dio per chiedere di essere benevolo con chi ha procurato tanto dolore. D’altro canto, qui siamo a West Palm Beach che, nella mente di tutti, è soprattutto un tranquillo luogo di vacanza, in particolar modo per chi ha fatto tanta fortuna. Qui sono di casa i milionari, anzi i miliardari: da Tiger Woods a Mark Zuckenberg fino all’immancabile Donald Trump e ai canterini Rod Stewart e Celine Dion. Alcuni ci vivono, molti ci vengono in vacanza, complice l’aria cittadina da resort di super lusso, tutta shopping e barche ma anche con un bel centro (il Raymond F. Kravis) per il teatro, la musica e la danza.
Fino all’inizio degli anni 90, tuttavia, l’80% delle case qui risultava disabitato a causa di un’escalation del crimine che aveva spinto molti a lasciare le spiagge e il bel tempo di questa zona. Solo successivamente, grazie a una politica di lotta alla criminalità e di recupero della cittadina, sono arrivate le star e gli yacht di lusso e i negozi di griffe. Certo i numeri indicano ancora percentuali di crimine doppie rispetto alla media nazionale ma nessuno è più così spaventato come un tempo.
La struttura sociale di West Palm Beach, dunque, se da un lato fa risultare ancora piu originale la decisione della Chiesa del Sacro Nome di Gesù, dall’altra potrebbe proprio giustificarlo perché qui siamo in una comunità in cui “l’andare a messa la domenica” è ancora, per molti, un atto immancabile e importante.
Secondo il parrocchiano Borga è importante “non predicare bene e razzolare male” e, dunque, riuscire a mettere in pratica quello che sicuramente è l’atto più complesso della religione cattolica: il perdono. Borga non sta chiedendo alla nazione di perdonare ma lo sta chiedendo ai suo “fratelli” che, da cattolici, credono (o dovrebbero) credere nel valore fondamentale del perdono e nella figura di un Dio che accoglie tutte le anime a sé e non solo quelle di chi si è comportato in maniera esemplare.
D’altro canto, all’indomani dell’uccisione di Osama Bin Laden, il Vaticano si era espresso criticamente a proposito delle immagini di giubilo di chi, in strada, festeggiava la morte di Osama, perché, dissero, nessun cattolico dovrebbe festeggiare la morte di un altro essere umano. Resta comunque difficile immaginare che l’America possa comprendere la decisione di padre Borga.