L’Avvenire dà una rubrica a Giovanni Lindo Ferretti

L’Avvenire dà una rubrica a Giovanni Lindo Ferretti

È il 1984 e da tre anni esiste un gruppo che si chiama Cccp, fondato a Berlino da Massimo Zamboni e Giovanni Lindo Ferretti. Esce un’intervista, firmata da Pier Vittorio Tondelli, sull’Espresso. Il gruppo ha appena pubblicato Ortodossia, il primo ep.

«Noi abbiamo fatto solo l’inizio. Il resto l’ha fatto l’URSS» dicono loro. «Vorrei conoscere questo inizio». «Eravamo stanchi di tutto questo vivere all’americana, di mode americane e cose del genere. Credi di vivere in America ma è ovvio che non è vero. Noi ci sentiamo europei dall’intelligenza più piena all’ignoranza più bestiale». «Europei d’accordo, ma perché lo schieramento dell’Est?». «Scegliamo l’Est per ragioni etiche ed estetiche».

Fra l’Unione sovietica e il Consorzio Suonatori Indipendenti, seconda versione dei Cccp, crolla il muro di Berlino, si dissolvono l’Unione Sovietica e il Pci, ed è la fine di una certa “idea” dell’Est a cui di cui i Cccp sono stati i più importanti interpreti, in salsa emiliana. Gli autoproclamati «punk filo-sovietici», lo sono appunto in termini estetici più che politici. La discografia del gruppo ormai sciolto si snoda attorno a dischi come Affinità e divergenze fra il compagno Togliatti e noi Del conseguimento della maggiore età, Socialismo e Barbarie, Epica Etica, Etnica Pathos. Sono enormi, a un certo punto. Fino alla Madonna in copertina di Canzoni preghiere danze del II millennio – Sezione Europa. Ultimo disco, fine corsa per i Cccp. Nascono i Csi: non è più tempo di sentire Ferretti che canta «fedeli alla linea, anche quando la linea non c’è, quando l’imperatore è malato, quando muore o è dubbioso».

I Cccp con Ferretti al centro

Finiti gli anni ‘80, iniziano gli anni dei Csi. Dopo la Mosca dei Cccp, si arriva alla Mongolia cantata in Tabula Rasa Elettrificata (1997). Ferretti  stesso, in Gente dell’Appennino (anno di grazia 2009) li descrive così: «Lontano dai pascoli era un periodaccio, la mia vita allo sfascio, il nuovo arrancava e il vecchio mi soffocava (per giunta i Csi godevano di un buon successo), io ero preda di tensioni e spasmi. Guai fisici, disagio psichico, turbe emotive – una merda – salivo sul palco bendato, avrei voluto sparire, non vedere più niente e nessuno». La testimonianza del 1996, però non si è avverata: Lindo Ferretti ha poi fondato un altro gruppo, Per Grazia Ricevuta, ha scritto libri, fatto dischi solisti e, last but not least c’è stata la sua “conversione”. Lui la definisce «un ritorno a casa». Le “nuove” posizioni di Ferretti, dalla politica all’aborto, fanno discutere, e ancora di più dopo l’8 marzo 2008, quando partecipa ad una manifestazione per la moratoria dell’aborto promossa da Giuliano Ferrara.

«Fare il cantante dei CCCP è stata una casualità, non avevo mai pensato di fare qualcosa del genere: non avevo nessuna preparazione musicale e di questo ho fatto la mia forza. “Reduce”, in questo senso, significa anche avere un posto in cui tornare, qualcosa che riguarda la storia concreta di una famiglia e di una comunità, di una civiltà – quella del vivere in montagna – che è alla fine e di cui con tristezza vedo il tramonto. Tornare a casa per me, qui a Cerreto Alpi, la casa dove sono nato, ha coinciso con il rientrare in chiesa: tornare alla casa del padre, in senso duplice. Alla sera, quando io e mia madre diciamo il rosario, accendo il cero alla Madonna che è passato da mio nonno a me». (2009).

«Non sono mai stato ateo e ho sempre avuto una visione carnale della dimensione della Creazione. Quando mi sono distaccato dalla Chiesa cattolica non ho abbandonato l’idea della Creazione. Per un periodo ho subito il fascino dell’islam. Poi ho iniziato a coltivare un grande amore per la letteratura e la storia ebraica – che è già quasi “un ritorno a casa” – e per un periodo di tempo ho frequentato il buddismo». (2010)

«Meno male che c’è la Lega Nord. Preferisco scegliere, consapevole che eleggiamo signori che stanno lì solo cinque anni. Berlusconi ha molti pregi, però ultimamente sta attraversando un periodo pesante e particolarmente sfortunato». (2010)

«La storia dell’aborto nel nostro mondo è una questione da cui non si può svicolare, l’aborto è un crimine incredibile che si commette con una leggerezza credibilissima. Io non posso far altro che ribadire quello che credo: nessuno ha il diritto di uccidere un innocente. Non mi permetto di giudicare una donna che abortisce, ma giudico severamente una società che invece di farsi carico della maternità trasforma, nel regno delle idee, l’uccisione dell’innocente assoluto in un diritto festoso sostenuto da cortei, balletti, striscioni e impone, nei fatti, non solo la desacralizzazione della vita ma la riduzione dell’uomo a materiale organico atto allo scarto o alla sperimentazione». (2010)

«L’Appennino è una montagna a dimensione umana: abitabile e abitato da così lungo tempo da essere, il lavorio dell’uomo nei secoli, parte sostanziale del paesaggio. Tanto geografia che storia. È nella civiltà dell’abitare, nella coltura che ne ha determinato la cultura, nel racconto, in tutto ciò che colgono i sensi, che risuona la presenza di chi ci ha preceduto. Creazione e Creature trovano compimento e non ci sono morti alla fine del tempo». (2011)

E dall’Appennino, Giovanni Lindo Ferretti ogni domenica scriverà una rubrica per Avvenire. Magari parlerà anche di Libia e di Gheddafi, più probabilmente di religione. D’altra parte, ne ha già scritto qualche anno fa: «Allah è grande e Gheddafi è il suo profeta». A domenica 4 settembre, in edicola.

Giovanni Lindo Ferretti suona a Reggio Emilia il 1 agosto 2011, con il tour “A Cuor Contento”

 https://www.youtube.com/embed/vXw8PBH1a94/?rel=0&enablejsapi=1&autoplay=0&hl=it-IT 

Il video di Forma e Sostanza dei C.S.I. anno 1997

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