D’Alema: “I matrimoni gay sono contro la Costituzione. Anzi no”

D’Alema: “I matrimoni gay sono contro la Costituzione. Anzi no”

Noi da queste parti non siamo mai stati teneri con D’Alema, al quale tenderemmo a non perdonare quasi nulla dei suoi ultimi (e penultimi) passaggi politici. Epperò, con buona disposizione d’animo ci siamo messi nelle primissime file del nostro computer per gustare questi cinque minuti con Zoro che vogliamo riproporvi. Nel corso dei quali, opportunamente stimolato dallo straordinario infingardo, il Massimo nazionale discetta sul come e perché avverta un vago malessere nel benedire i matrimoni gay.

Parla della nostra sacra Carta, dice che non li prevede dello stesso sesso e ne prevede altri, diciamo, più misti uomo-donna. L’argomentazione non è proprio delle più intelligenti, ne conveniamo, ma se notate bene le parole del Massimo nazionale più che ponderate e spocchiose come troppo spesso gli accade, sono invece problematiche, contengono un elemento dubitativo che è alle base del buon democratico, insomma sono depurate dalla sua ben nota arroganza. E anche quando introduce un elemento certo più delicato, come la sensibilità dei tanti cattolici, lo fa con tratti di stile che gli fanno comunque onore.

E’ chiaramente un bel modo di discutere e trattandosi di D’Alema è certamente una notizia. Insomma, eravamo pronti persino a difenderlo. Persino. Ma lui è riscito a rovinare tutto, anche il nostro afflato più generoso. Visto il montar della polemica su giornali e gli strilli delle Paole Conce, con il rischio di passar per un insensibile arrogante, è tornato sui suoi passi, chiedendo incredibilmente venia: «Chiedo scusa se ci sono stati riferimenti rozzi al dettato costituzionale e se ho creato un equivoco. Non ho mai inteso dire che la Carta proibisce il matrimonio gay, cosa che per altro non urta la mia sensibilità».

Massimo, per una volta che eri stato tenero e dialogante…

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