E alla Regione Sicilia è sempre l’ora delle baby pensioni

E alla Regione Sicilia è sempre l'ora delle baby pensioni

PALERMO – Chissà perché nel laboratorio politico più chiacchierato dello stivale «nei primi otto mesi del 2011 siamo già a quota 159 baby pensionati, quasi quanti quelli andati in prepensionamento nel 2010, che sono ben 189». Chissà perché dal 2 giugno scorso a fine luglio in più di 40 avrebbero chiesto di andare in prepensionamento con la “famosa” legge 104. Nomi che fanno discutere: dall’attuale assessore regionale Pier Carmelo Russo, all’ex assessore del Comune di Palermo Eugenio Randi, passando per l’ex direttore generale e capo di gabinetto dell’assessorato alle Autonomie locali e Funzione Pubblica, quel Cosimo Aiello che alla tenera età di “50 anni” ha ottenuto una baby pensione. È la Sicilia, bellezza!

Il governo italiano mette mano all’età pensionabile delle donne? Alla Sicilia non importa alcunché. Anzi. I dipendenti regionali possono ancora «usufruire di un sistema agevolato di pensionamento anticipato legato al grave stato di saluto di un proprio familiare». Mentre nel resto d’Italia i lavoratori non potranno andare in pensione prima di 65 anni o almeno con 40 anni di contributi, una norma regionale «consente agli uomini che hanno almeno 25 anni di contribuiti, o alle donne se ne hanno un minimo di 20, di poter lasciare il lavoro a qualsiasi età per assistere un coniuge infermo: genitori, figlio e parenti di primo grado».

Eppure il governatore Lombardo e la sua giunta hanno più volte annunciato di voler eliminare il privilegio ad regionem. L’ultimo annuncio è del giugno scorso, in occasione della Festa della Repubblica. Quel giorno l’assessore regionale alle autonomie locali e alla funzione pubblica Caterina Chinnici, figlia di Rocco, annunciava un Ddl con il quale sarebbero state abrogate «le norme che concedono ai dipendenti regionali il diritto di usufruire di un sistema agevolato di pensionamento anticipato legato al grave stato di salute di un proprio familiare». La Chinnici era stata chiara: «La norma che si è resa necessaria a causa del considerevole aumento di casi di pensionamento anticipato registrato negli ultimi anni consentirà di eliminare difformità di trattamento tra pubblici dipendenti».

Ma di quel disegno di legge non si è saputo più nulla. Anzi, come segnalava ieri il sito di informazione LiveSicilia, «dopo essere stato approvato in giunta, adesso si trova in prima commissione ma non è stato ancora esaminato. E i tempi per l’approdo in aula, così, sembrano piuttosto vaghi». L’effetto annuncio si tramuta in effetto boomerang, facendo schizzare le richieste di prepensionamento dal giugno scorso ad oggi in maniera esponenziale. E la lotta agli sprechi continua ad essere materia distante dal palazzo siciliano.

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