NAPOLI – «Napoli città antifascista, città delle Quattro Giornate e medaglia d’oro per la resistenza non può consentire un corteo di chi manifestamente, non in modo nascosto, si considera in qualche modo di ispirazione fascista, nazifascista e che ne abbia comunque nel suo dna l’agire politico. Credo che si potrà trovare un punto d’equilibrio con le autorità competenti ma le strade di Napoli non possono essere attraversate da un corteo del genere».
Luigi de Magistris così dice pubblicamente no al corteo di CasaPound previsto sabato 26 nel centro cittadino. Una manifestazione che i giovani dell’estrema destra hanno indetto «contro l’aggressione della finanza, per il ritorno a una economia concreta e al servizio della Nazione, contro ogni ipotesi di svendita delle aziende pubbliche, Finmeccanica ed Eni in testa» e che ha subito generato una dura reazione in tutta la sinistra cosiddetta “antagonista”, molto vicina al sindaco arancione: è già prevista un contromanifestazione dei centri sociali e dei movimenti di lotta contro il corto di Casa Pound; eventualità che potrebbe far salire alle stelle la tensione in città.
De Magistris ha parlato di CasaPound a una platea molto particolare: quella dei togati di Magistratura democratica riuniti in città per parlare proprio di “dissenso e conflitto sociale”. L’ex pm, sollecitato da un collettivo studentesco in presidio davanti alla facoltà di Giurisprudenza dell’Università Federico II, luogo del dibattito, ha dunque detto no al corteo della destra fra l’altro avendo davanti anche il questore di Napoli, Luigi Merolla. E proprio il questore ha spiegato tecnicamente la vicenda vista dal punto delle forze dell’ordine: «Noi abbiamo potere di divieto o di prescrizione – ha detto -. Valuteremo insieme al Comitato per l’ordine e la sicurezza il da farsi, anche alla luce di quanto illustrato nella richiesta di corteo presentata dai promotori del corteo».