Apicella: “Che noia, anche ieri una serata bunga-bunga con Silvio”

Apicella: "Che noia, anche ieri una serata bunga-bunga con Silvio"

Con il Vero amore è arrivato il nuovo album di canzoni: non poco per Mariano Apicella, il posteggiatore napoletano folgorato sulla via di Arcore. Come sempre, le musiche sono sue e le parole, invece, scritte di pugno dall’ex presidente del Consiglio. Il nuovo disco doveva uscire a settembre, nei giorni della crisi delle borse. Ma la prudenza, a quanto pare, ha suggerito di rimandare la data. Anche se, ormai, il crepuscolo del berlusconismo era già cominciato. Ora è proprio notte, ma sembra che il Cavaliere, come racconta Apicella, non abbia perso la voglia di cantare. E non solo.

Apicella, forse lei lo sa. Come sta Berlusconi?
Bene, direi. L’ho visto ieri sera, il Cavaliere…

E?…
..ed era come è sempre, da quando ha dato le dimissioni. È più sereno, l’ho visto più sollevato, come se si fosse tolto un peso.

Davvero? Ma non è triste, dopo la fine del suo governo?
Chi? Il presidente? No, no. Triste lo era prima, quando era ancora presidente del Consiglio. Lui voleva darsi da fare per risolvere i problemi, ma gli altri, come si sa, glielo impedivano. In quel periodo sì, era di cattivo umore. Ora, invece, sta bene.

Ma proprio nulla?
Ma no, si sa com’è. Attivo, forte, sempre impegnato. Poi il Presidente è una persona che ama tanto tutto ciò che lo circonda, generoso, che si fa in quattro per gli altri.

Ho capito, ho capito. Però ha detto che lo ha visto ieri sera. Avete cantato qualche canzone?
Sì, qualcuna. Era una cena di imprenditori, una cosa di lavoro, anche un po’ noiosa. Hanno parlato molto di economia e di altre cose d’affari. Io ero lì per cantare qualche canzone e intrattenere gli ospiti. Si sa, il Cavaliere mi chiama spesso per le cene di lavoro e non.

E non, ha detto? E come sono quelle non di lavoro?
Ahah, lei mi sta chiedendo del bunga bunga. Guardi, mi creda. Il bunga bunga sono solo cene: cene proprio come quella che abbiamo fatto ieri. Mi capisca, funziona così: non è che da cene di lavoro si passa a cene diverse.

Be’, ma immagino che un po’ diverse (almeno un po’) lo siano.
Eh, ma che dire? Magari più familiari, meno formali. Funzionano così, allo stesso modo: si fanno cene e, nel caso, si cantano canzoni. Io sono lì per quello.

Se lo dice lei.. sui giornali ci sono scritte cose diverse.
No, no, sono cene, creda a me.

Va be’. Il vostro nuovo disco è uscito. Ma quando le avete scritte le canzoni?
In periodi diversi. In alcuni casi le canzoni sono vecchie di anni, le avevamo scartate per gli album precedenti e ora, invece, vanno bene. Altre invece sono nuove, come Stay with me (che non è in inglese), Musica, o Se tu non fossi tu, tutte canzoni d’amore.

L’incontro con Berlusconi è stato importante per lei, come si può intuire. Ma prima cosa faceva?
Cantavo. Io, sa, non ho mai studiato musica, l’ho imparata da autodidatta, non so nemmeno leggere le note. E così ho cominciato a lavorare, girando per locali e alberghi. Sono stato all’estero per svariati anni.

E perché mai?
Ero giovane, volevo suonare, farmi le ossa. E stare lontano da casa. Volevo diventare una persona responsabile. Quindi, dopo dieci anni in cui sono stato all’estero, sono tornato in Italia: e giravo tra Napoli, Portofino, Ischia. Facevo le stagioni invernale ed estiva, fino a quando sono capitato all’Hotel Vesuvio. Qui suonavo e cantavo tutte le sere..

..E ha incontrato Berlusconi.
Sì, mi ha ascoltato, mi ha fatto i complimenti e poi mi ha chiesto di suonare per lui. Ho accettato, ovviamente. E poi ci siamo messi a scrivere canzoni.

Ma non le dà fastidio che Berlusconi, che è di Milano, scriva canzoni in napoletano?
Ma no, e perché mai? Conta l’anima. È una cosa profonda, di cuore. Lui è come se lo fosse napoletano, dentro. Poi, per la lingua, il napoletano si riesce sempre a trovare.

Cioè?
Cioè che lui propone, e io traduco: il napoletano sono sempre io, eh. Comunque, a me piace anche sentire i cantanti, anche non di Napoli, che cantano canzoni napoletane. Come Mina, ad esempio. Poi, certo, il problema è che la pronuncia non è quella corretta, e non lo scandiscono bene.

Lei mi sta dicendo che anche Berlusconi non lo scandisce bene?
Ma che c’entra, lui le canzoni le scrive, non le incide, mica.

Inoppugnabile. Quali canzoni avrebbe consigliato al Cavaliere, se non si fosse sentito alleggerito e sereno come ha detto che è?
Mah, al Presidente piace tutta la musica. Tutte le canzoni lo tirano su. Quella italiana, certo. Ma anche quella brasiliana, la napoletana. Lui, poi, ama quella francese, è molto bravo e le cantava anche a Parigi…. Io, invece, quando sono triste amo la musica triste, che secondo me è la migliore, la più profonda. La amo proprio.

Ad esempio?
Nei momenti più bui, una canzone che mi piace è Poster di Baglioni

Ah.
Sì, è così: mi piace la musica triste quando sono triste.

Chiaro. Sembra proprio che, come cantate voi, è sempre “meglio ʼna canzone”.
Eh, sì. Meglio di tutte le cattiverie, le ingiurie che ci circondano. Perché noi non è che siamo nell’oro. La gente chissà che pensa, ma noi, a volte, siamo quelli più esposti.

Ora un po’ di meno, però. O pensa che Berlusconi continuerà a stare nell’arena?
Certo che continuerà, a dispetto di tutti quelli che gli vogliono male. E, sono sicuro, trionferà.
 

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