BERLINO – L’Italia è tornata in Europa passando dalla porta di Brandeburgo. Come nel giorno della liberazione, e forse perché nessuno, oltralpe, credeva ancora alla fine di Berlusconi fino a quando davvero non si sono visti giurare ieri i ministri, questa mattina la cancelliera ha mandato un telegramma a Roma al professore. Congratulazioni, abbiamo grandi speranze per lei, e adesso le riforme, diceva, in sintesi, Angela Merkel. «Lei assume l’incarico in un momento difficile per il suo paese e per l’eurozona in generale. Un momento in cui si ripongono in lei grandi speranze. Tocca a lei e al suo governo approvare e mettere in pratica riforme urgenti e decisive per il paese», ha scritto Merkel in un telegramma diffuso in seguito dal suo portavoce Steffen Seibert.
Merkel ha mandato al nuovo presidente del Consiglio e ministro dell’Economia italiano una stretta di mano simbolica e un augurio di buon lavoro, «sono contenta di poter lavorare con lei al superamento delle sfide comuni dell’eurozona e dell’Unione europea nel suo insieme». In conclusione si è augurata di poter consolidare la tradizionale amicizia che lega la Germania all’Italia, e che forse, c’è da aggiungere, era finita un po’ in stand-by per via delle uscite di Silvio Berlusconi, troppo lontane dal modo di fare tedesco e sempre considerate “peinlich”, imbarazzanti.
La cancelliera è tornata più volte, nel corso della sua giornata di lavoro, a parlare di Italia. In occasione del forum economico organizzato dal quotidiano Süddetusche Zeitung all’Hotel Adlon a Berlino, Merkel ha rilanciato la sfida a Monti: «È giusto e importante che il nuovo governo Monti chiarisca molto rapidamente che l’Italia vuole sfruttare capacità che ha», ha detto. «L’Italia è un Paese economicamente forte, innovativo, con una buona base economica», ha ricordato Merkel. Ciononostante nessuno si è opposto al fatto che il paese raggiungesse un debito pubblico del 120%, ha aggiunto, prima di ricordare che anche la Germania (con un debito pubblico dell’80%) non è senza peccato.
È senza dubbio un sentimento nuovo, aria fresca, quella che accompagna l’arrivo di Monti dalla Germania. Una sensazione espressa chiaramente anche da Hans-Gert Pöttering, presidente della Fondazione Konrad Adenauer di Berlino e ex presidente del parlamento europeo. In una lettera il cui contenuto è stato diffuso oggi dalla fondazione, Pöttering mandava all’ex collega Monti un augurio “di cuore”. «Proprio tu hai già svolto in passato in modo sovrano e diplomatico, il compito di commissario europeo per il mercato interno con grande perizia. Grazie alla tua lunga esperienza puoi muoverti con sicurezza all’interno dei problemi del tuo paese. Mi rende enormemente felice che l’Unione Europea possa contare su un europeo convinto, e un partner affidabile, come tu lo sei, per le sfide future».
Fiducia, affidabilità, sicurezza e “Sachverständnis”, vale a dire perizia o conoscenza scientifica, tutti aggettivi che da un po’ non comparivano associati al contesto italiano, e alla crisi dei debiti pubblici in Europa. E Mario Monti non ha certo deluso chi dalla Germania si aspettava conferme di europeismo. Nel suo intervento di fronte al Senato, l’ex Commissario Ue ha snocciolato una serie di riforme prioritarie per riportare l’Italia sul sentiero del consolidamento di bilancio e della crescita economica, tra cui la reintroduzione dell’Ici sulla prima casa, l’abolizione dei privilegi e delle disparità previdenziali, lo spostamento della tassazione da lavoro e impresa a consumi e proprietà.
Il continuo richiamo di Monti all’importanza della crescita, un obiettivo che non deve essere secondario alla riduzione del deficit, e la declinazione di quest’obiettivo in punti programmatici concreti e non vaneggiato e sventolato a caso su un foglio di carta a Bruxelles, é stato all’altezza delle aspettative.
La Bce, sempre dalla Germania, è bene non dimenticarlo, ha continuato a intervenire in aiuto dell’Italia anche sui mercati secondari. Questi interventi, insieme alla credibilità del discorso del professore, hanno permesso ai Btp di vedere calare il proprio differenziale di rendimento con i bund, i titoli decennali tedeschi e abbassare il proprio tasso di interesse, pur restando su soglie ritenute altamente critiche per la sostenibilità del debito italiano e in un contesto di crescente sfiducia sulla capacità della zona euro di offrire una risposta complessiva alla crisi. Questa è, per l’Italia, «l’ultima chance» ha scritto oggi Der Spiegel. Monti ha convinto l’Europa e in parte i mercati, ha riconosciuto questa sera la rivista, nella sue versione online, «ma può un tecnocrate convincere anche la gente?», si chiedeva. È questa la sfida di “Super Mario” come lo ha ribattezzato, con simpatia, anche la stampa tedesca.