Il Parlamento del Nord è salvo. Dopo giorni di trattative, rifiuti, conferme e smentite, la massima espressione della democrazia padana ha finalmente trovato una sede. L’inaugurazione è in programma per il prossimo 4 dicembre. Domenica. I lavori saranno ospitati nella Sala Palladio della Fiera di Vicenza. Ma già dopo la prima seduta l’assemblea leghista dovrà traslocare. Tempi duri per l’unico partito rimasto all’opposizione: per il prosieguo della legislatura si sta trattando con il proprietario di una villa a pochi chilometri dalla città veneta.
Le cose potevano anche andare peggio. Fino a pochi giorni fa l’assenza di una location rischiava di mettere a repentaglio la stessa esistenza del Parlamento. Villa Bonin Maistrello – la storica sede dell’istituzione padana, a pochi passi dalla fiera vicentina – non è più disponibile. Il proprietario si è offeso perché da via Bellerio nessuno si è degnato di fare una telefonata per prenotare. E così si è messo in contatto con altri clienti. Nel fine settimana della grande inaugurazione le sale della sua villa ospiteranno un battesimo e una cena aziendale.
Senza alternative, a pochi giorni dalla prima seduta, la macchina organizzativa del Carroccio ha ripiegato sulla Fiera. Il nuovo Parlamento padano nascerà nella grande sala da 700 posti. Sotto al maxischermo da dodici metri dirigerà i lavori il presidente dell’assemblea: l’ex ministro Roberto Maroni. “L’appuntamento è alle 9.30 di domenica 4 dicembre” conferma al telefono il responsabile organizzativo leghista Gianfranco Salmoiraghi, che si è occupato direttamente della trattativa. Poca curiosità per conoscere i nuovi parlamentari. Anche perché i nomi sono già noti a tutti. Quest’anno non c’è tempo per fare le elezioni. A guadagnarsi di diritto uno scranno al Parlamento di Vicenza saranno tutti gli eletti della Lega. “Ci saranno i parlamentari (della Repubblica italiana, ndr), i consiglieri regionali e provinciali, i sindaci”.
Era andata diversamente nel 1997, durante la prima (e finora unica) elezione del Parlamento padano. In quell’occasione il popolo leghista aveva potuto votare i propri rappresentanti scegliendo tra numerose liste concorrenti: dai Cattolici Padani a Forza Padania. Fino alla piccola componente dei Comunisti Padani guidata dall’allora giovanissimo Matteo Salvini. Una competizione talmente democratica che in quel Parlamento risultò eletto persino un non leghista: il presidente dei deputati di Futuro e Libertà Benedetto Della Vedova (all’epoca esponente radicale).
«Fu un’esperienza divertente, senza dubbio interessante» ricorda oggi Della Vedova. «Ho ancora perfettamente impressa la seduta inaugurale. A Chignolo Po, nel pavese, arrivò un alticcio Vladimir Zhirinovski (leader populista russo invitato per l’occasione, ndr) che al termine dell’esecuzione del Va Pensiero gridò “Viva la Padania” prima di cedere la parola a Bossi». Il capogruppo di Fli si presentò in Parlamento per cinque volte. «Quella era una cosa seria – racconta – erano state istituite persino le commissioni. Era la Lega secessionista, anticlericale. Fu un coup du théatre, mentre oggi mi sembra un evento molto più scontato». Un evento che rischia di passare inosservato. «La mia impressione da uomo del Nord – continua Della Vedova – è che oggi l’ipotesi secessionista abbia molta meno presa. Le forze produttive del settentrione sono più interessate a superare la fase drammatica che il paese sta vivendo. Non pensano a rivendicazioni territoriali».
Successo mediatico o meno, tra due settimane si celebrerà la prima seduta del Parlamento bossiano. Poche sicurezze per il futuro. «Al momento – spiega Salmoiraghi – è ancora presto per sapere quante altre riunioni ci saranno». Nell’ultimo biennio di vita dell’assise padana – era il 2007/08 – le sedute furono meno di dieci. Stavolta l’unica certezza è legata al trasloco: dopo l’inaugurazione i deputati leghisti dovranno lasciare la Fiera.
Dal prossimo anno i lavori parlamentari potrebbero essere ospitati nelle sale della villa Da Porto Zordan detta la Favorita. In località Monticello di Fara, a venti chilometri da Vicenza. A trovare l’incantevole location è stato “un senatore leghista veronese”, come rivelano dalla struttura. Con ogni probabilità si tratta del capogruppo di Palazzo Madama Federico Bricolo. Uno dei principali esponenti del Cerchio magico (i fedelissimi del Senatur). Il signor Gianluca Cattazzo, titolare de La Favorita, è già stato avvertito. «Non posso dire nulla» conferma professionalmente al telefono. Poi ammette: «È vero, dalla Lega ci sono arrivate alcune richieste. Siamo in attesa di una conferma». Stavolta la sala è più piccola. Duecento posti al massimo. Costo: tra i duemila e i duemila cinquecento euro. Più gli allestimenti. Già, perché le sedute del Parlamento non si possono mica celebrare in una sala da banchetti. Il proprietario della villa non vuole saperne nulla. «Noi affittiamo gli spazi, agli allestimenti ci pensano i clienti». Resta un dubbio. Con l’arrivo della primavera si moltiplicheranno le richieste di cerimonie nuziali. A via Bellerio hanno pensato anche a questo. «Due settimane prima di ogni seduta del Parlamento – raccontano dalla Lega – avvertiamo il proprietario, così ci tiene la sala».