Pizza ConnectionLa difesa di Rocca: “Prima di me Croce Rossa era il regno del Bengodi”

La difesa di Rocca: “Prima di me Croce Rossa era il regno del Bengodi”

Il prossimo 24 novembre arriverà alle Camere il decreto di riordino della Croce Rossa Italiana. Una privatizzazione parziale che divide gli addetti ai lavori e non in categorie di scontenti ed entusiasti. Le prime proteste sono quelle dei lavoratori precari dell’ente che nelle scorse settimane avevano chiesto un incontro sul tema con il ministero della Salute, manifestando poi, tramite le organizzazioni sindacali il parere contrario al testo della riforma temendo una raffica di licenziamenti. Intanto tra debiti attuali o presunti (che verranno ripianati con la vendita di alcuni immobili) la privatizzazione riguarderà i comitati locali, mentre quello centrale di Roma rimarrà pubblico percependo il sostentamento dei ministeri vigilanti. Linkiesta ha raggiunto il Commissario Straordinario della Croce Rossa Italiana, Francesco Rocca, che chiarisce dubbi e lamentele anche alla luce di alcune interrogazioni presentate alla Camera e al Senato.

Parliamo un po’ di questi bilanci in rosso
Le do subito una notizia: aggregando i bilanci di tutti i comitati, siamo in attivo. Poi lei ha studiato Croce Rossa e sa bene che dobbiamo aggregare i bilanci di 540 comitati, quindi quando parliamo di “debito” parliamo anche di debito a carico dei singoli comitati. Quindi io oggi teoricamente per andare a pareggiare il bilancio, per esempio, di Roma o di Napoli, dovrei andare a recuperare i soldi a Cuneo o a Bergamo, giusto per citare due comitati in attivo. Fare queste operazioni significherebbe però andare a uccidere il volontariato di quelle aree. Oggi il problema di Croce Rossa è questo: pochi comitati hanno creato problemi per tanti, questo è il punto principale. Interrogazione che Lannutti credo abbia soltanto letto, ed è legittimo che domandi, ma credo sia stata scritta da qualcuno che ha raccolto dati parziali. E il problema è chi dà informazioni non reali, non un Senatore che fa un’interrogazione. Fermo restando che noi a quella interrogazione risponderemo e stiamo già preparando i documenti necessari

Tra consulenze e l’ammontare del suo compenso qualcuno ha storto il naso. Rocca, ma lei quanto guadagna?
Il mio compenso lordo è di 200 mila euro annui. Gli altri 190 mila in aggiunta che qualcuno ha fatto passare come miei in realtà è una voce di bilancio prevista per gli spostamenti dei consiglieri del direttivo nazionale di Croce Rossa da quando sono arrivato. Per gli spostamenti istituzionali, in un anno, il sottoscritto spende circa 20mila euro compresi i viaggi all’estero

Questione immobili. Nel decreto di riordino della Croce Rossa si chiede di partire alla ricognizione immobiliare entro tre mesi dall’approvazione. Dobbiamo desumere che Croce Rossa non sia a conoscenza del proprio patrimonio?
Guardi, il “famoso” inventario c’è, quello che si chiede ora è di stimare l’attuale valore commerciale del bene. Quindi il lavoro che ora c’è da fare è quello di dare un valore alla consistenza del patrimonio, rispetto a quelli che sono i valori catastali indicati nei bilanci.

Ma voi siete a conoscenza della consistenza attuale che forse un contribuente vorrebbe vedere?
Certo, i valori catastali li conosciamo, ma non possiamo dire quali siano i veri valori degli immobili a oggi. Per questo lavoro verrà incaricata l’Agenzia del Territorio. Poi il contribuente vedrà il valore quando ci saranno ricognizioni precedenti a vendite o alienazioni. L’importante è che non sfugga niente a me, poi le norme pubbliche non impongono che io sappia il valore commerciale anno per anno.

Sempre a livello immobiliare si era parlato di beni “sommersi” e non conteggiati. È vero?
Questo è un aspetto su cui bisogna essere molto precisi. Noi a oggi conosciamo tutto il patrimonio di Croce Rossa, ma lo avevamo nero su bianco anche durante la puntata di Report. L’atto ricognitorio per stimare il valore attuale verrà fatto dopo il decreto, perché fino a ora non abbiamo avuto necessità di questo tipo. Conosciamo il patrimonio, ma non conosciamo il suo valore di mercato. Noi incarichiamo di svolgere la perizia quando ne abbiamo necessità come in questo caso, perché fare una perizia costa e non possiamo permetterci di fare perizie quando non abbiamo intenzione di procedere alle alienazioni. La ricognizione serve per avere una fotografia di quello che è il patrimonio corrente per poter fare le scelte più adatte per procedere alle alienazioni che verranno, ripeto, in caso di debiti.

E una volta stimato, parte del patrimonio finirà venduto per ripianare la situazione debitoria
Se ci saranno debiti, come dice anche la bozza del decreto, che arriverà alle Camere il 24 novembre, verranno venduti i beni nella misura per ripianare la stessa situazione debitoria. Io non posso vendere un euro in più rispetto all’ammontare del debito. Non è una delega in bianco a vendere immobili e patrimonio.

Come verranno venduti questi immobili?
Tutti con asta pubblica, come abbiamo sempre fatto. Se trova o troverà trattative private è perché l’asta pubblica è andata deserta.

Poi c’è la rinuncia ad alcune donazioni. Non sembra un controsenso?
Non lo è. Qui ci riferiamo alle donazioni vincolate. Le faccio un esempio. Se c’è un vincolo sulla donazione, per esempio ospedaliero e il vincolo per necessità non può essere rispettato, il bene donato ritorna nella disponibilità dell’erede. Quindi se nella mia disponibilità c’è un bene che non posso più utilizzare ai fini previsti dalla donazione tanto vale che lo restituisca, perché non posso utilizzarlo diversamente.

Si parla anche di possibili speculazioni
Non c’è nulla di speculativo. Perché se nella mia disponibilità c’è una caserma assegnata dal demanio, in cui vi sono impiegate dieci persone, ma mi costa cifre altissime per la manutenzione e noi individuiamo un altro sito per adempiere alle stesse funzioni con quelle dieci persone, ma più razionale ed economico, è possibile restituirla. Semmai c’è un problema di razionalizzazione delle spese: io mi trovo obbligato a mantenere un patrimonio che rischio di non utilizzare

Ma lei di immobili se ne intende ha un’agenzia immobiliare. Un po’ sconveniente
La mia agenzia immobiliare gestisce un solo immobile, che poi è un appartamento di 150 metri quadrati alla Balduina a Roma, da oltre dieci anni e ha una movimentazione di poche migliaia di euro, che è praticamente fissa di circa, 30mila euro l’anno. Riscuoto gli affitti da parte degli avvocati che lavorano dentro l’immobile che è di mia proprietà. La società non ha mai acquistato o venduto altro.

Croce Rossa non sa quanti debiti ha? Perché deve specificare che la situazione debitoria è “eventuale”
Questo è uno dei punti più delicati della situazione. Tenga presente che Croce Rossa ha dei contenziosi aperti. A oggi non sappiamo questi contenziosi come andranno a finire, per cui, Lei mi deve concedere che se un contenzioso si vince non può essere classificato come debito, se si perde, invece diventa debito. Quindi noi non è che non sappiamo quali sono i nostri bilanci. E qui torniamo alla famosa questione Si.Se. che crea un contenzioso per circa 180milioni di euro: questo sono autorizzato a chiamarlo eventuale debito.

Il commissario Rocca

E quel disavanzo di 350 milioni di euro citato anche nell’interrogazione parlamentare del Senatore Lannutti?
Quando Lannutti parla di quei 350 milioni di euro dovrebbe sapere che sono presunti, tenendo conto di questi contenziosi. Poi se mi si vuole addebitare di averlo fatto emergere quel debito, ben venga, ma lei capisce bene che Rocca in tre anne non può fare un buco da 350milioni di euro. Poi c’è la questione Si.Se. che da sola ammonta in tutto a circa 220 milioni di euro di 180milioni riguardano la contestazione della Guardia di Finanza per l’Iva non pagata o irregolare sull’emissione di fatture.

In questo episodio è coinvolta anche Regione Sicilia
Con Regione Sicilia abbiamo un contenzioso davanti al tribunale che speriamo si risolva al più presto. Con l’arrivo della nuova giunta in Sicilia, e del mio arrivo a Croce Rossa si è voluto rompere questo giocattolo da 3 mila 200 persone, che costava tantissimo con l’aggravante che l’assessore della giunta precedente non aveva minimamente intenzione di rimborsare a Croce Rossa quanto spendeva per il servizio.

Veniamo alla riforma, che arriverà alle Camere il prossimo 24 novembre. Il primo passaggio in Consiglio dei Ministri è avvenuto un giorno prima la caduta del precedente governo Berlusconi. Insomma, come qualcuno lo ha definito “un blitz a governo esangue”
Il complottismo è sempre dietro l’angolo, è molto affascinante e in questo periodo noto che va per la maggiore. Però guardi, la delega scade il 24 novembre, e a questo punto mi viene il sospetto che questo qualcuno contasse sulla scadenza della delega stessa. Però poiché il decreto entro il 24 novembre va alle camere e poi tornerà indietro al nuovo governo, a me pare non ci sia stato nessun blitz, perché non è che questo testo andrà in Gazzetta Ufficiale così com’è ora. Il testo deve passare al vaglio delle Camere, non è quello definitivo, ma l’iter per la presentazione del decreto doveva iniziare, altrimenti la delega sarebbe scaduta e il decreto di riordino non sarebbe mai partito, e sono fermamente convinto che senza questa riforma la Croce Rossa Italiana vada al collasso.

Perché andrebbe al collasso continuando con l’attuale configurazione?
L’ultimo degli esempi è la rinegoziazione della convenzione del 118 in Lombardia. Ci sono in ballo 600 posti di lavoro e convenzioni in perdita e Croce Rossa al momento è fuori dal tessuto economico del Paese perché rispetto ai servizi che offriamo, sui quali una volta eravamo ampiamente competitive, siamo diventati un elefante, rispetto al quale le Asl non sostengono più i costi di Croce Rossa.

Scusi, e il contributo pubblico?
Noi il contributo non lo riceviamo per fare servizi di 118, questo lo ricevono le Regioni attraverso il fondo sanitario nazionale. Poi se sia Croce Rossa o meno a fare il servizio alla Regione non interessa e se noi andiamo a fare il servizio sottocosto la Corte dei Conti ci prenderebbe a calci nel sedere. In più negli anni l’ente in Italia è stato appesantito e gonfiato, facendo anche comodo a qualcuno, per cui si è reso meno competitivo di altre realtà più snelle e meno onerose per le Regioni.

È molto criticata la presenza della Croce Rossa nei Centri di Identificazione e di Espulsione, cosa ne pensa?
Se vuole un’altra notizia, io credo che i Cie come strumento di detenzione temporanea andrebbero chiusi domani. Piuttosto che la presenza di altri, preferisco però ci lavori dentro personale di Croce Rossa, a differenza di quanto sta accadendo a Roma dove ci si appoggia su una società francese, che fa queste attività per trarne utili.

(Flickr – Daniela Silvestri)

Lei sostiene che con questa riforma Croce Rossa andrà veramente in mano ai volontari. Altri sostengono invece che potrebbe rispondere a qualche interesse privato ed essere nelle mani di privati che potrebbero usare l’organizzazione per altri scopi, minandone l’indipendenza
Vorrei tranquillizzare chi sostiene questa posizione e che le argomentazioni di questo tipo sono assolutamente false. Per esempio a livello locale gli equilibri anche in caso di commissariamenti rimarranno inalterati, e io questo lo trovo già una protezione per la leadership del volontariato sul territorio che può eleggere e mantenere un proprio consiglio direttivo e un proprio presidente. Riguardo l’indipendenza a me pare sia meno indipendente come ente pubblico.

Quindi nessun rischio
Nessuno, anche perché ogni singolo comitato si trasformerà verosimilmente in una Onlus, cioè una associazione di volontariato a tutti gli effetti affiliata a Croce Rossa italiana. Io in tutto questo il “privato speculatore” non ce lo vedo perché i proprietari sono i volontari stessi.

Come sarà possibile tagliare i costi senza licenziare ed evitare una “macelleria sociale” per i 1400 precari che lavorano per Croce Rossa?
Sicuramente noi vogliamo razionalizzare. Ma razionalizzare non significa per forza licenziare. Per esempio i dipendenti a tempo indeterminato sono un costo storico e rimarranno tutti al loro posto fino alla pensione. Poi probabilmente non verranno rimpiazzati, ma nessuno si sta sognando di licenziarli. In seconda istanza, per quanto riguarda i precari, per evitare la “macelleria sociale”, come è stata chiamata, la nostra idea è quella di cambiare il contratto collettivo.

Insomma Rocca come Marchionne?
Non è il primo a dirlo. Ma a me non interessa fare Marchionne e le spiego perché: in Croce Rossa si applica un contratto nazionale che è quello degli enti pubblici non economici che ha un trattamento accessorio molto alto. Ed è quello che intendiamo andare a rinegoziare, non altre cose. Il tutto confrontandoci con le parti sociali e i sindacati.

Ma i sindacati tramite varie note stampa hanno fatto sapere che per la verità il confronto non c’è stato
Guardi, noi ci siamo trovati in una congiuntura socio-economica particolare, e se noi avessimo seguito le linee dettate dai ministeri di Economia e Funzione pubblica avremmo dovuto tagliare da un po’ di anni a questa parte. Noi questa è una situazione che vogliamo evitare. Tenga presente, come dicevamo prima, che questo non è il testo definitivo. Oggi comincia il confronto e il parere contrario delle organizzazioni sindacali è stato verbalizzato. Poi una volta alle Camere le parti sociali e Croce Rossa si faranno ascoltare. Poi non bisogna dimenticare che l’atto è del governo, non è di Croce Rossa. È vero, l’impianto – che rivendico – è di Croce Rossa, soprattutto per quanto riguarda l’alleggerimento, ma l’atto in sè è del governo. Personalmente sarei stato anche più radicale prevedendo la privatizzazione totale di Croce Rossa così come avviene nel resto d’Europa.

Ma ci saranno dei risparmi per le casse dello stato con questa modalità pubblico/privato? Cosa cambia per il contributo pubblico e 5×1000?
Di risparmi non abbiamo parlato, al massimo si è sempre parlato di razionalizzazione. Poi certo, un minimo di risparmio arriverà, ma più che altro in ragione delle precedenti emorragie finanziarie praticamente fuori controllo per le casse dello Stato. Per quanto riguarda il 5×1000 i comitati locali potranno richiederlo e il finanziamento pubblico dei tre ministeri rimane, anche in seguito all’utilità pubblica sancita dall’articolo 1 del decreto.

Quali sono ora i prossimi passi del decreto?
Il decreto è stato licenziato e dovrà essere trasmesso entro il 24 novembre alle Camere dove le commissioni competenti esprimeranno un parere dopodiché il decreto andrà alla conferenza Stato-Regioni-Autonomie locali, per tornare poi sul tavolo del governo che deciderà se accogliere le osservazioni o meno per poi decidere se pubblicarlo in Gazzetta Ufficiale e renderlo operativo.

(Flickr – Vincent Luigi Molino)

Lei più volte ha fatto riferimento a “bande” e “funamboli” che si sarebbero approfittate di Croce Rossa. Ci può fare qualche riferimento più preciso?
Allora lei mi vuol far querelare (ride, ndr). Io non posso chiamare banda, per esempio, il signor Stagno D’Alcontres. Io l’ho denunciato per inadempienze tecniche e ora saranno i giudici a decidere se sia responsabile o meno per la vicenda Si.Se. Poi è chiaro che se da Commissario Straordinario vedo, per esempio che alcune macchine dell’ispettore nazionale dei volontari del soccorso erano pagate dalla Si.Se. insieme alla benzina, magari il sospetto di qualche collegamento non sempre trasparente viene. Se vedo che Fiorella Caminiti, altra persona considerata vittima dall’interrogazione dell’onorevole Lannutti che, per carità non posso addebitarle di aver rubato un euro, ma che a quasi 50 anni faceva il capo dei giovani di Croce Rossa e da 12 guidava le relazioni sindacali con tutti questi problemi con i precari, forse non aveva fatto proprio bene il suo lavoro. Quando parlo di “bande”, mi riferisco poi a tutta una serie di situazioni che oggi sto prendendo di petto ma che fino ad ora nessuno aveva mai preso in considerazione. Prima qui era il regno del Bengodi.

Quindi lei ha trovato il regno del Bengodi quando è arrivato
Ho trovato questo, bilanci fermi al 2004 e tutti i problemi che abbiamo elencato in precedenza, per altro tutto fotografato anche in una delle ispezioni del Ministero dell’Economia e delle Finanze. Però ho anche trovato tanta capacità professionale da parte dei dipendenti e volontari straordinari. L’importante ora è non buttare il bambino con l’acqua sporca. Più controlli in precedenza e una maggior conoscenza dell’organizzazione avrebbero potuto evitare tutta questa situazione.

E oggi con i bilanci a che punto siamo?
Siamo arrivati a chiudere il bilancio 2009 aggregato, e se vuole una notizia, proprio pochi giorni fa abbiamo chiuso il bilancio 2010 del Comitato Centrale di Roma, insomma, le spese del cattivaccio Rocca.

Rimanendo ancora sui punti sollevati dall’interrogazione, la si accusa di usare due pesi e due misure, seguendo anche qualche “inclinazione” politica, come nella vicenda di Maria Teresa Letta, sorella di Gianni e presidente del comitato Croce Rossa Abruzzo
Ripeto di nuovo che una delle persone citate come ingiustamente accusate si chiama Stagno D’Alcontres a cui rimetto ogni giudizio anche in virtù di quanto detto prima. Le dirò di più a riguardo, ho ricevuto anche telefonate indignate di colleghi di partito in Sicilia del senatore Lannutti sulla difesa di D’Alcontres in quella interrogazione. Per quanto riguarda Maria Teresa Letta, tutte le volte che la vedo le suggerisco di cambiare cognome, dopodiché nel suo comitato è presidente eletta, quindi non vedo dove sta il problema.

E sulla vicenda Letta-maresciallo Lo Zito riguardo alcune irregolarità amministrative rilevate dal militare?
Io conosco la vicenda dall’inizio e posso dirle che lui è stato assolto dalla calunnia, ma è stato rinviato a giudizio per diffamazione, quindi non è che per questo lui abbia detto cose vere. Per giunta quelle querele non le ha fatte Francesco Rocca, ma il precedente collegio sindacale. Se e quando mi dimostreranno che la professoressa Letta ha toccato un euro per fini diversi da quelli che sono quelli della Croce Rossa allora prenderò provvedimenti. Ora la questione andrà avanti e non si può più dire che lei è la sorella del Sottosegretario Letta e che Rocca le riserva un trattamento di favore. Poi quando Lo Zito ha riscontrato queste condotte a suo dire “criminali” doveva si fare denuncia alle autorità ma evitare di sbandierare il tutto ai quattro venti per quattro anni sul suo blog o su Facebook.

Per questo il codice etico varato lo scorso anno ha previsto sanzioni per chi avesse denigrato l’ente?
Vada sul mio profilo Facebook. E guardi alcuni degli insulti che ricevo. Sarebbero tutti da provvedimento disciplinare, ma non ne ho preso uno. Ho eliminato i post più volgari (e per questo qualcuno mi ha dato del dittatore), ma se qualcuno vuole criticarmi è libero di farlo. Il codice etico, che esiste in tutto il mondo di Croce Rossa non è fatto per comprimere il diritto del volontario a parlare. Certo che le linee gerarchiche devono anche essere rispettate. Purtroppo o per fortuna l’associazione è fatta così. Insomma, se lei lavora per un giornale e fuori ne sparla ai quattro venti credo che alla fine la licenzieranno. Se lei invece fa una causa non credo che qualcuno la licenzi prima del termine della causa, e lo stesso è in Croce Rossa, il che non vuol dire che se un dipendente vede qualcuno che ruba non può andarlo a denunciare. Anzi, deve denunciare, ma rimanendo nel regolamento dell’ente stesso.

Nella stessa interrogazione si scrive che lei sia solito frequentare e circondarsi di personaggi riconducibili all’estrema destra e agli ambienti di Forza Italia
Se il Senatore Lannutti declinasse i nomi potrei anche rispondere. Io so che nella mia segreteria lavorano pubblici dipendenti che hanno vinto pubblici concorsi in anni in cui io non avevo nulla a che fare con le pubbliche amministrazioni. Non ci sono i cosiddetti fedelissimi, poi è chiaro che sia un mio diritto avere persone di mia fiducia rimanendo nella trasparenza.

Allora un nome lo faccio io ed è quello di Paolo Pizzonìa, suo collaboratore ex componente dei Nuclei Armati Rivoluzionari che ha scontato sei anni di carcere per banda armata
Guardi, Paolo Pizzonìa è una persona pienamente riabilitata anche a livello giudiziario, ha vinto un pubblico concorso e non vedo per quale motivo non debba lavorare nella mia segreteria.

Questione di opportunità?
Le ribadisco che riguardo alla condanna, oggi Pizzonia è riabilitato, ha pagato il suo debito. Parliamo di valutazioni fiduciarie: io mi fido, lui ha vinto un concorso pubblico e lavora in maniera trasparente. Se non avesse pagato il suo debito con lo Stato non avrebbe nemmeno potuto candidarsi a fare un concorso pubblico.

Rincariamo la dose. Si è parlato di “lottizzazione politica” e “scarsa trasparenza” dell’ente
In precedenza ho fatto il direttore generale con giunte e governi di colori differenti. I revisori che non hanno approvato i bilanci precedenti non sono di certo miei parenti e sono nominati in primis dal ministero dell’Economia, poi dai ministeri della Salute e della Difesa. Io non ho mai nascosto simpatie e antipatie, ma la fortuna di lavorare nel sociale è che per fortuna si è in una dimensione “prepolitica” nel senso buono del termine e quei revisori oggi sono gli stessi che questi bilanci ce li stanno approvando. Poi politicamente possiamo essere divisi su alcuni temi, ma parlare di lottizzazione mi sembra francamente una forzatura.

Intanto lei nel decreto si è prorogato il mandato fino alla fine del 2012
Spero di lasciare prima il commissariamento perché si è arrivati, finalmente, alla regolare elezione di un presidente di Croce Rossa Italiana prima di fine anno con la possibilità per i volontari di scrivere il nuovo statuto. 

Il testo del decreto sulla CRI che andrà alle Camere

Per approfondire:

La “nuova” Croce Rossa? Privata, ma anche pubblica
Per ben 17 anni sugli ultimi 25, la Croce Rossa Italiana è stata commissariata e tutti i commissari che si sono susseguiti avevano lo stesso compito di risanamento del deficit. Obiettivo fallito. Ora all’orizzonte arriva la privatizzazione, con la quale l’ente perderà il finanziamento pubblico, e ai comitati periferici non rimarrà che entrare nelle liste per la ricezione del 5 per mille. La dismissione pubblica, però, varrà solo per i comitati locali e provinciali, non per quelli nazionali e regionali. Intanto, l’ente non presenta un bilancio certificato dal 2005.

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