PALERMO – «Con Bersani abbiamo condiviso l’importanza del fatto che a Palermo si svolgano delle primarie di coalizione. Se il popolo delle primarie darà fiducia al nostro progetto, a quel punto l’obiettivo sarà vincere al primo turno. In caso di ballottaggi, decideremo sulla scorta dei valori, dei programmi e del giudizio che esprimeranno i cittadini con la partecipazione». Sono queste le parole di Rita Borsellino al termine dell’incontro di oggi con il segretario nazionale del Pd Pierluigi Bersani. Parole che non lasciano alcun dubbio: la Borsellino vuole vincere le primarie, cui parteciperanno i partiti della coalizione di centrosinistra, ovvero Idv e SeL, e giocherà al primo turno senza il sostegno del Terzo Polo e di Raffaele Lombardo. E, a questo punto, non è da escludere un big bang nel Partito democratico siciliano.
Il 29 ottobre con queste parole Rita Borsellino rompeva gli indugi e scendeva in campo per le amministrative di Palermo. Pierluigi Bersani da Napoli per un convegno con i giovani democrat tirava un sospiro di sollievo e definiva la candidatura di Borsellino «la migliore». Era fatta: “Rita” avrebbe raccolto attorno a sé una maggioranza «larga», e il Partito democratico sarebbe riuscito nell’impresa di far convergere «moderati e progressisti».
Ma passano due giorni e lo scenario cambia. Borsellino dice «no al Terzo Polo», il Pd regionale si spacca e Raffaele Lombardo, governatore regionale e fra i leader del polo che comprende oltre all’Mpa anche Fli di Fini e l’Udc di Casini, sbotta: «Quella della Borsellino è una scelta unilaterale, lavoriamo per promuovere la convergenza di moderati, riformisti e autonomisti di gruppi e movimenti della società civile che, in piena discontinuità con l’attuale governo della città, collaborino, al di là di pregiudizi e veti». Gli fa eco Antonello Cracolici, capogruppo democratico all’Assemblea regionale siciliana e regista del matrimonio in Regione fra il Pd e Raffaele Lombardo: «Gli organismi del Pd hanno votato le alleanze larghe, il segretario regionale dei Democratici Lupo spieghi se è cambiato qualcosa».
Giuseppe Lupo, che insieme a Pierluigi Bersani ha corteggiato per settimane Rita Borsellino, è in difficoltà. Se Borsellino chiude definitivamente nei confronti del Terzo Polo, questo avrà il suo candidato. E per il Pd, visti i numeri dei “terzopolisti” in Regione, sono guai. E allora che fare? Prima cosa: incontrare Raffaele Lombardo. Lunedì 7 novembre il segretario regionale del Pd incontra Lombardo e trovano un accordo su Palermo: due candidati separati per Terzopolo e Pd, con l’obiettivo di un apparentamento al secondo turno. Sembra fatta anche questa volta. In sostanza le “primarie” fra Terzopolo e Partito democratico si faranno al primo turno, chi vince verrà sostenuto dall’altro. Semplice. Ma l’Idv non ci sta: «Prima di ogni tavolo tecnico o di definizione delle regole chiediamo che il Pd sottoscriva che non ci saranno a Palermo apparentamenti, tecnici o politici, con il terzopolo e l’Mpa di Lombardo né al primo né al secondo turno. Se così non sarà, l’Italia dei Valori farà la sua strada». A stretto giro risponde il segretario regionale Lupo: «Se Idv non ha alcuna intenzione di partecipare alle primarie, replicando un atteggiamento che ha già posto in essere nei principali capoluoghi italiani, non cerchi scuse. E sopratutto non insulti la Borsellino, che non deve dare altre garanzie se non quelle che derivano dalla sua storia».
Passano cinque giorni, siamo al 12 novembre, e Raffaele Lombardo lancia un appello a Rita Borsellino: «Palermo ha tanti problemi sotto gli occhi di tutti. Uno per tutti: di qui a qualche mese ci sarà l’esigenza di trovare qualche decina di milioni di euro per gli operai Gesip. Caduto il governo di Berlusconi, a chi si dovranno chiedere questi soldi? Ecco perché serve solidarietà attorno ad un nome e ad un progetto. Ed ecco perché non comprendiamo la chiusura di Rita Borsellino rispetto ad un’alleanza con il Terzo Polo, che rischia di relegarla in condizione di isolamento e di estremismo». E ancora: «Decideremo se presentare un nostro nome, solo dopo il colloquio con lei».
Di lì a due giorni la risposta di Rita Borsellino che questa volta apre e si dice «pronta al dialogo per il bene di Palermo». E Raffaele Lombardo risponde: «Ci vedremo presto e nel frattempo tengo a bada i cavalli del Terzo Polo che scalpitano». E’ il 14 novembre, il governo Berlusconi ha le ore contate, nel palazzo romano si tessono le larghe intese che di lì a poco faranno nascere il governo Monti, e il disgelo fra “Rita” e “Raffaele” ha il giusto timing.
Ma il 16 novembre cambia nuovamente lo scenario. All’edizione palermitana di Repubblica Rita Borsellino chiarisce una volta per sempre la sua posizione: «Non ho mai cambiato idea: non c’è alcuna possibilità di un accordo con i partiti del Terzo Polo. Di un accordo partitico, intendo, da stringere in una stanza chiusa. Mi rivolgo agli elettori e parlo con loro del progetto per risvegliare questa città dal coma profonda in cui è caduta». Parole pesanti e nette che spiazzano il segretario regionale dei Democratici: «La linea votata dagli organismi del partito non è quella di escludere la possibilità di alleanza larghe. Rita chiarisca meglio il suo ragionamento».
E un ala del Pd, guidata dal capogruppo democratico all’Assemblea regionale siciliana Cracolici e dal senatore Beppe Lumia, minaccia una candidatura alternativa: «Non possiamo che prendere atto con rammarico che la Borsellino ha idee diverse da quelle del Pd e individuare un candidato che unisca invece che divide». Passa un giorno e il senatore Lumia apre uno spiraglio dalle colonne di Repubblica: «Ritengo che Rita debba accogliere la disponibilità a sostenerla espressa da tutti i leader di Partito democratico e Terzo Polo e da esponenti della società civile che capiscono che la leadership da sola non basta, se non c’è dietro una coalizione: è troppo berlusconiano pensarla così».
Bersani, che in quelle ore è (super)impegnato per la nascita del governo Monti, delega “l’affaire-Palermo” al segretario regionale Lupo ma gli ricorda di non perdere di vista «l’alleanza fra moderati e progressisti che oggi è maggioranza a Roma». Così Lupo è chiuso da una morsa: da una parte Borsellino è intransigente sul Terzo Polo, dall’altra Lumia e Cracolici minacciano un’altra candidatura o una candidatura unica con le formazioni terzopoliste «che unisca invece di dividere». Passa un giorno, e Lombardo chiude alla Borsellino: «Mi auguro che il Pd si renda conto che questa è una candidatura che divide sopratutto il Pd». Nell’affaire amministrative-Palermo si inserisce pure il presidente del Palermo calcio Zamparini: «Basta con le tarantelle politiche, il Terzo Polo individui subito un candidato e inizi a parlare di proposte anziché strategie politiche»·
Finalmente il 22 novembre, Lupo incontra nuovamente Rita Borsellino: «Abbiamo discusso della necessità che il candidato sia scelto dai cittadini con le primarie. Su questo c’è buona condivisione. Abbiamo parlato dell’orientamento del Pd di ricercare una convergenza con le forze moderate ed autonomiste per battere la destra berlusconiana che ha devastato la città di Palermo negli ultimi 10 anni.
E infine arriviamo all’incontro di oggi fra il segretario nazionale Bersani e Rita Borsellino. Un incontro che avrebbe dovuto far riflettere la candidata «ad allargare ai moderati», ma in realtà ha dato carta bianca alla Borsellino ed al suo staff. E, nonostante tutto il segretario regionale Lupo si ritiene soddisfatto: «L’incontro è stato utile e positivo per dare vita ad una larga riscossa civica necessaria per ricostruire Palermo dopo dieci anni di devastazione berlusconiana. Ci auguriamo che questa esigenza sia condivisa da tutti coloro che partecipano al tavolo delle primarie e che nessuno tenti di imporre diktat sulle alleanze, che per il Pd sono inaccettabili già da domani lo scenario del “laboratorio siciliano” potrebbe regalarci grosse sorprese». E già da domani lo scenario del “laboratorio Sicilia” potrebbe regalare sorprese.