«L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro»? I padri e le madri costituenti hanno posto questo principio come primo articolo della Costituzione proprio perché il lavoro diventasse la stella polare in grado di orientare le politiche di crescita e benessere per le generazioni future.
Ma è andata davvero così? Vediamolo nei fatti. Abbiamo costruito un indicatore che mette in relazione – tra chi ha superato l’età minima legale per lavorare – la popolazione occupata su quella inattiva. I risultati sono quelli riportati nell’infografica.
Il livello medio dei Paesi sviluppati (Ocse) è pari al 72%. L’Italia è uno dei pochi Paesi a superare il 100%. Questo significa che sono più quelli che non lavorano rispetto agli occupati (precari compresi). Peggio di noi fanno solo Turchia e Ungheria. Un po’ meglio la Grecia.
Non è vero quindi, dati alla mano, che l’Italia è fondata sul lavoro. Chi ha avuto responsabilità di governo negli ultimi decenni non è stato granché in grado di realizzare lo spirito fondante della Costituzione.
* Professore associato di Demografia nella Facoltà di Economia dell’Università Cattolica di Milano. Con Antonio Golini, professore emerito di Demografia alla Sapienza di Roma, ha da pochi giorni pubblicato, per il Mulino, Il secolo degli anziani. Come cambierà l’Italia
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