Non c’è crescita senza...“Merito, inglese e banda larga”
Per far ripartire la crescita bisogna subito eliminare alcuni privilegi e rigidità (ordini, licenze, costo della politica), dotare il paese di infrastrutture, attirare cervelli dall’estero, e far lavorare all’unisono imprese e università. Ma tra i vari provvedimenti ve ne sarebbero due che potrebbero essere quasi a costo zero e attuabili in poco più di una settimana.
Entrambi hanno a che fare con l’Istruzione:
1) far sì che i concorsi universitari siano trasparenti e non “pilotati”, e renderli appetibili per i ricercatori esterni e per quelli stranieri;
2) fornire due o tre canali televisivi in chiaro interamente in lingua inglese, e renderli appetibili in particolare per un pubblico di bambini ed adolescenti. Il terzo provvedimento, con un costo minimo, sarebbe quello di rendere il paese totalmente coperto dalla connessione wireless (gratuita).
Lo stato non deve essere troppo invadente, ma non può abdicare nel fornire i beni pubblici: istruzione, sanità, infrastrutture. Il debito purtroppo ci condanna a dover accettare un intervento dello stato sempre meno risolutore.
L’Italia deve puntare su quelle imprese e settori che esportano e vanno all’estero. Il manifatturiero italiano è il “grande malato” e ha bisogno di supporto. Servizi avanzati, istruzione, sanità potrebbero al contempo divenire dei settori appetibili per i consumatori dei mercati emergenti. Turismo e vocazione umanistica devono rimanere importanti.