❝Chiediamo cose semplici. Siamo dei borghesi, siamo dei conservatori, non siamo dei rivoluzionari. Questa non è una rivoluzione ordinata: le rivoluzioni ordinate portano a sovvertire poteri con un altri poteri. La nostra è una pseudorivoluzione disordinata, ognuno viene con la propria mentalità, ognuno con le proprie idee, ma coadiuvati da un’energia della Rete per un progetto comune: riprenderci il Paese.❞ Beppe Grillo
Il 27 novembre scorso, a Ferrara, gli aderenti emiliano-romagnoli del Movimento 5 Stelle (assieme ad altri arrivati da fuori regione) si sono riuniti per il primo Democracy Day. Una intensa sessione alla ricerca del metodo che consenta di limitare lo spontaneismo delle assemblee (che rallenta troppo il processo decisionale), pur non arrivando a darsi una forma di partito. In Emilia Romagna il Movimento (altrove potranno essere adottate strategie differenti, visto che non c’è un coordinamento nazionale) ha deciso di affidarsi a un esperto di teoria e tecniche della democrazia diretta: Paolo Michelotto, che ha organizzato e curato quelle che, nei partiti tradizionali, avrebbero potuto chiamarsi “regole del congresso”. Ecco le tecniche utilizzate per il processo decisionale nel Movimento 5 Stelle:
1) World Cafè – lavoro in piccoli gruppi. Partecipanti al tavolo assegnati in ordine casuale. Un ospite con computer per tavolo. Dopo 20 minuti, i tre senza computer si alzano e cambiano tavolo, sempre a caso, evitando di sedersi con amici e conoscenti. Si ricomincia. Chi ha il computer racconta in pochi minuti la sintesi dei 20 minuti precedenti. Poi si ricomincia la discussione liberamente. Dopo 20 minuti si cambia ancora. Si ripete tre volte. Per un totale di un’ora. Tutte le sintesi appaiono in tempo reale nel documento collaborativo, mentre vengono scritte. In questa fase si comincia ad approfondire le tematiche più sentite dai partecipanti, liberamente e con molto tempo per ciascuna persona. Ci si scambia idee e le si forma insieme agli altri.
2) Assemblea Plenaria – brainstorming di proposte. Tutte le proposte vengono presentate un minuto a testa senza discussione e votate con alzata di mano. Tempo massimo un’ora. Quindi massimo 60 proposte. Alla fine tutte vengono messe in ordine di priorità. Lo scopo è di far emergere tutte le proposte discusse fino a questo punto. Queste proposte saranno messe in ordine di priorità e saranno il tema discusso in ciascun tavolo della fase successiva.
3) Open Space Technology. Vengono creati i tavoli di discussione per le proposte emerse nell’ora precedente. Si invita chi vuole discutere di quell’argomento a portarsi attorno a quel tavolo. Non c’è numero minimo o massimo di partecipanti. Si creano tavoli finché c’è qualcuno che ancora non ha trovato il suo argomento preferito. Non ci sono facilitatori; i tavoli si autogestiscono. I partecipanti si possono spostare da un tavolo all’altro. Tempo massimo due ore. Per ogni proposta bisogna indicare anche chi si impegna a portarla avanti e come. A ogni tavolo c’è una persona con un computer, che si impegna a rimanere sempre a quel tavolo e a scrivere nell’apposito spazio sul documento collaborativo appunti su quanto emerge. In questa fase le persone discutono a fondo l’argomento scelto, trovano soluzioni e proposte ed emerge chi e come attua il percorso.
4) Presentazione proposte finali all’assemblea e voto. Assemblea plenaria dove tutte le proposte elaborate dai gruppi di discussione vengono presentate da una o più persone di quel gruppo. Ogni proposta viene votata per alzata di mano e alla fine vengono ordinate per priorità.
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Le sei precedenti puntate del viaggio nel Movimento 5 Stelle: