Sono passati tre anni dall’esultanza dell’allora segretario del Partito Democratico Walter Veltroni sulle primarie dei “Giovani Democratici”: “Ringrazio le migliaia di ragazze e ragazzi che hanno partecipato, organizzando oltre 1000 seggi in tutta Italia, alle elezioni del segretario nazionale, dell’Assemblea nazionale e delle Assemblee regionali dei giovani democratici. Questa è una grande opportunità per il Partito Democratico di radicarsi tra le generazioni più giovani. Dai primi dati ufficiosi risulta che, negli oltre 1000 seggi nei quali si e’ regolarmente svolto il voto, hanno partecipato121.623 ragazze e ragazzi tra i 14 e i 29 anni”. Era il 22 novembre del 2008, e il popolo delle primarie dei “Giovani Democratici” eleggeva il primo segretario della storia: Fausto Raciti. Siciliano, già segretario nazionale della Sinistra Giovanile, dalemiano doc, “il leaderino su cui i big puntano per fare contenti tutti”, scrisse a Stampa.
E in poco meno di tre anni il “leaderino” ha già la stoffa del leader navigato: “Noi tre anni fa abbiamo celebrato le primarie. Le primarie sono un ottimo strumento per contarsi, per misurare il peso di opzioni politiche diverse, e non sono un grande strumento per definire un terreno di lavoro comune. Per questa ragione avendo noi degli iscritti, e avendo proceduto da mesi al secondo tesseramento nazionale abbiamo pensato che il congresso potesse essere la modalità migliore per definire un terreno di identità definito da tutti nell’organizzazione. Comunque dando la possibilità a chi non è d’accordo”, dice Raciti a YouDem.
In sostanza il 14 dicembre la direzione nazionale dei Giovani Democratici, composta da 140 membri, ha deciso all’unanimità dei 105 presenti il regolamento per il congresso che si terrà a marzo prossimo. Non ci saranno più primarie ma “un congresso basato su mozioni slegate dalle candidature a segretario, ma collegate a delegati che poi, una volta eletti in assemblea, avranno tutto il tempo e la libertà di accordarsi sul nome cui affidare la guida del movimento”, scrive il quotidiano Europa. Una modifica che ha scatenato il mondo giovanile democratico. E non solo.
La prima a rompere gli indugi è Giulia Innocenzi, candidata alla primarie del 2008, che dal suo blog sul sito de ilFattoQuotidiano non la manda a dire: “C’è un unico posto al mondo in cui sono i giovani a essere i conservatori, a opporsi a ogni cambiamento, a tenere la testa bassa in diligente attesa che arrivi il loro turno. Quel posto si chiama “Giovani democratici“ . Innocenzi lamenta anche di non esser stata chiamata “visto che per le norme interne da ex candidata ne dovrei fare parte di diritto”. Stessa condizione per Salvatore Bruno, anch’egli candidato nel 2008, e non invitato al caminetto giovanile. A Linkiesta Bruno sottolinea che “quello che manca un po’ ai giovani democratici fin dalla sua nascita, oltre che l’organizzazione, è la trasparenza nell’agire politico. Convocazioni che a volte arrivano e a volte non arrivano, documenti che vengono spediti all’ultimo secondo, oppure te li ritrovi direttamente nell’assemblea dove sei e sei costretto a prendere delle decisioni all’ultimo minuto.
Oppure una gestione da parte di Fausto Raciti personalistica ed in proiezione ad una futura candidatura in Parlamento”. Su facebook Bianca Cherubini osserva:”Occhio a che il Pd non diventi Pad (Partito anti-democratico), la deriva ultima pare esattamente quella . Fermo restando che queste sono le stesse identiche parole con cui si è espresso il segretario regionale alla scorsa direzione. Manco ai tempi di Stalin si ragionava tanto con lo stampino”. E un altro sempre su facebook:”Sarebbe bello ed interessante che l’amato segretario nazionale eletto con il 99.99% delle preferenze ( visto che non esistono dati ufficiali del 2008) ci spiegasse che senso ha fare un congresso per tesi. Roba dell’altro mondo….Stiamo freschi con questi dirigenti”. C’è anche chi ritiene che “loro (i dirigenti gggiovani) se ne fottono completamente. Isolati e orgogliosi di questo regolamento. Perché in fondo puoi anche decidere di farlo, ma sei consapevole di ciò cui vai incontro. Almeno inventati una stronzata, o se preferisci una veltronata: fai dei finti gazebo per due domeniche e giustifichi la mossa”.
Dall’altra parte, fra i cosiddetti racitiani, c’è stupore per cotanta attenzione da parte media. In fondo, cosa abbiamo fatto di male?, si domandano. Salvo Nicosia, segretario siciliano dei giovani democratici, dice a Linkiesta:”La direzione nazionale è stata convocata nei tempi stabiliti dal regolamento interno, mi sembra 5/6 giorni prima. E ti dirò, io sono fra quelli che nella fase in cui si è fatto lo Statuto avevo proposto di fare le primarie, poi si è scelto di non inserirle, ma l’abbiamo fatto con cognizione di causa. D’altronde l’organizzazione giovanile non aveva gli strumenti di controllo del territorio per garantire che da Bolzano a Pozzallo le primarie si svolgessero in piena regolarità.
Stiamo facendo innanzitutto un congresso per tesi. In cui proviamo a far girare per l’Italia un’identità programmatica. So che questo fa meno notizia delle cose che dice la Innocenzi. Però ti assicuro che il lavoro serio è molto più difficile delle “papalate” che si sparano”. Andrea Casu, componente dell’esecutivo nazionale dei Giovani Democratici, non ha dubbi: “Io sono convinto del fatto che il segretario nazionale del partito che è anche candidato premier ed è giusto fare le primarie. In generale, io sono dell’idea che tu devi fare le primarie per scegliere tutti i candidati, che devono essere votati da tutti i cittadini, e i congressi per scegliere il segretario, che deve essere rappresentativo per chi si schiera nel partito”.
Nel frattempo i leader nazionale del Pd ascoltano i “gggiovani” di belle speranze, e prendono nota. Le vorrebbero togliere anche loro (le primarie), ma non possono farlo.