Pietro Ichino, giuslavorista e senatore Pd, approva la manovra ”salva Italia” presentata ieri dall’esecutivo Monti, stilando una pagella sulle singole riforme strutturali presenti nel pacchetto di austerity che da oggi sarà esaminato dalle Camere.
Ichino ha valutato positivamente le misure riguardanti pensioni, imposta sui patrimoni e transazioni finanziarie, lotta all’evasione fiscale e capacità di comunicazione del governo. Valutando con un 8,5 il provvedimento sulle pensioni, Ichino ha sottolineato l’importanza di aver colpito attraverso questa manovra la generazione (la sua) che più in questi ultimi decenni ha rivestito una posizione di privilegio estendendo benefici alle generazioni successive (quelle più giovani).
Un altro otto e mezzo è stato assegnato alla capacità di comunicazione di questo nuovo governo, elogiando la sincerità e limpidezza nel esposizione della manovra. Soddisfacente (voto: 7,5) anche l’aumento della pressione fiscale attraverso criteri progressivi che colpiscono proprietà immobiliari e beni di lusso.
Valutate appena sufficienti, invece, le riforme rivolte all’aumento Iva, liberalizzazioni e riduzione del costo del lavoro. Nella valutazione sull’Iva, Ichino fa notare come questa manovra possa avere un effetto recessivo per il paese, riducendo il consumo privato dei cittadini (voto: 5,5). In merito alle liberalizzazioni, Ichino spiega: «bene le riduzione drastica del limite dei pagamenti in contanti (da 2.500 a 1.000 euro), ma avrei sperato che il limite venisse abbassato addirittura a 300 euro (nei giorni scorsi si era parlato di 500); spero che in Parlamento si riesca a ridurlo». Buona (voto: 6,5) la riforma per la riduzione del costo del lavoro (riguardante la riduzione dell’Irap), ma il giuslavorista consiglia un ulteriore abbattimento dell’Irpef e una detassazione selettiva dei redditi femminili.
Non classificabili (n.c.) i restanti provvedimenti, come i tagli mirati della spesa pubblica, le dismissioni del patrimonio poco o male utilizzato, e il mercato del lavoro. Queste misure, secondo Ichino, richiedono del tempo e delle valutazioni che, dopo appena tre settimane di governo, risulterebbero superficiali. Con riferimento al mercato del lavoro, osserva il giuslavorista: «La riforma preannunciata nel discorso programmatico del 17 novembre non può ovviamente essere oggetto di un decreto-legge; è stato comunque opportuno che nel corso della conferenza-stampa di ieri sera sia il presidente del Consiglio sia il ministro del Lavoro abbiano confermato che la consultazione con le parti sociali su questo capitolo cruciale del programma verrà avviato nelle prossime settimane».
Anche sul patrimonio pubblico la valutazione è sospesa. Il senatore Pd sostiene inoltre l’adozione di un’incisiva spending review dell’amministrazione pubblica, peraltro già prevista dalla legge 14 settembre n.148 (manovra estiva), che vada ad incidere maggiormente sulla riduzione dei costi di Parlamento e Regioni. Buono infine l’intervento sulle Province e gli altri organi dello Stato.
Applicando una media aritmetica e non ponderata (tralasciando quindi il “peso” effettivo che la singola riforma può avere sulle sorti del Paese) ed escludendo i non classificati, il professor Ichino ha promosso la nuovo riforma (6,92 di media) incoraggiando quindi il governo Monti nel suo operato.