Intimidazioni, ricatti e tangenti, tutti gli scandali di Sarkozy

Intimidazioni, ricatti e tangenti, tutti gli scandali di Sarkozy

PARIGI – Negli ultimi cinque anni Nicolas Sarkozy ha spesso monopolizzato l’attenzione dei media. Alcune volte per il suo discutibile stile di vita, altre per gli scandali in cui secondo i suoi detrattori sarebbe di volta in volta coinvolto. Ecco i maggiori “affaires” del Presidente francese: dalla controversa cena nella notte della sua elezione, alle recenti inchieste giornalistiche che gli riconoscerebbero un ruolo nell’affaire Karachi: lo scandalo che dall’estate scorsa divide l’opinione pubblica.

2007 – La notte di Fouquet’s. Il 6 maggio 2007 Sarkozy festeggia la vittoria elettorale cenando da Fouquet’s, un lussuosissimo hotel di Parigi, in compagnia dei suoi fedelissimi dell’Ump e di molti uomini facoltosi tra cui Bernard Arnault, proprietario dell’impero del lusso Lvmh, Martin Bouygues, proprietario dell’omonimo colosso con interessi nelle infrastrutture, telecomunicazioni e primo azionista di Tf1, Serge Dassault, esponente dell’industria delle armi e presidente della società che controlla Le Figaro, Stéphane Courbit, produttore televisivo, Jean-Claude Darmon, patron dei diritti Tv del calcio e alcune star dello spettacolo tra cui Johnny Hallyday. La lista degli invitati fece molto discutere, e viene tuttora considerata come il primo atto di una nuova era politica, basata sulla spettacolarizzazione mediatica e l’ostentazione della ricchezza.

2009 – Jean Sarkozy all’Epad. Jean Sarkozy, figlio cadetto di Nicolas, si candida alla presidenza dell’Epad, il quartiere più importante di Parigi e primo centro finanziario d’Europa. Il curriculum con cui si presenta è quello di un ventitreenne non troppo brillante negli studi superiori, iscritto al secondo anno di una laurea in giurisprudenza per corrispondenza, ma che nel frattempo è già consigliere generale dell’Hauts-de-Seine, il dipartimento più ricco di Francia dove il padre è stato sindaco per vent’anni. La notizia della candidatura mobilita l’opinione pubblica, che obbliga il rampollo a fare marcia indietro. Sarkozy Junior evoca il complotto mediatico e si difende in un’intervista che ricorda molto quelle del padre.

2010 – Woerth-Bettencourt. Il quotidiano online Mediapart entra in possesso di alcune registrazioni clandestine che proverebbero rapporti poco limpidi tra Liliane Bettencourt ed Eric Woerth, ministro del governo Fillon e tesoriere dell’Ump. I reati ipotizzati sono frode fiscale, pressioni dell’Eliseo sulla causa che vede contrapposte l’ereditiera L’Oréal e sua figlia e il presunto finanziamento illecito della campagna di Sarkozy del 2007. A poche settimane dalla notizia, Le Monde accusa l’Eliseo di aver ricorso ai servizi segreti interni – diretti da Bernard Squarcini, amico del presidente – per individuare le sue fonti. David Sénat, consigliere del ministero delle Giustizia, è considerato responsabile della fuga di notizie e viene invitato a dimettersi e ad accettare una missione di “sopralluogo” in Guyana.

Da parte sua, l’Eliseo smentisce ogni coinvolgimento. Nei mesi successivi vengono rubati i computer dei giornalisti che seguono la vicenda, Gérard Davet (Le Monde) e Philippe Lhomme (Mediapart) e i loro domicili violati. Altro materiale sensibile è trafugato dalle redazioni dei rispettivi giornali. Secondo il giudice Isabelle Prévost-Desprez, inizialmente incaricato del caso che poi è stato trasferita al tribunale di Bordeaux, l’ex-infermiera dell’ereditiera avrebbe ammesso di aver visto Sarkozy stesso intascare denaro contante, ma si sarebbe rifiutata di metterlo a verbale. In un’intervista l’infermiera smentisce, ma aggiunge di aver subìto intimidazioni da quando è scoppiato lo scandalo. Il Presidente liquida tutte le voci come calunnie. Le indagini sono ancora in corso.

2011 – Karachi. Mediapart e Le Monde sostengono che Nicolas Sarkozy, all’epoca in cui era ministro del Bilancio, abbia garantito commissioni milionarie al mercante d’armi Ziad Takieddine, nell’ambito del contratto “Agosta” relativo alla fornitura di sottomarini al Pakistan. Per pagare le commissioni la Dcn (Direction des contruction navale) ha creato nel 1994, in Lussemburgo, una società-schermo chiamata Heine. Sarkozy avrebbe avallato la scelta e collaborato alla creazione. Successivamente, una parte delle commissioni sarebbe ritornata in Francia sottoforma di finanziamento illecito alla campagna elettorale di Balladur, di cui Sarkozy era portavoce. I giornalisti sono entrati in possesso di documenti che ricostruirebbero pagamenti segreti effettuati da Takieddine tra il 2003 e il 2008 e alcuni scatti che proverebbero come il mercante d’armi abbia offerto vacanze di lusso ad almeno quattro stretti collaboratori del presidente: il segretario generale dell’Ump Jean-François Copé, al consigliere dell’Eliseo ed ex-ministro degli interni Brice Hortefeux, al consulente più o meno ufficiale Pierre Charon e a Thierry Gaubert, ex-collaboratore del Presidente. Gaubert e Hortefeux sono già stati messi sotto esame, come del resto Nicolas Bazire, testimone di Sarkozy nelle nozze con Carla Bruni. Sebbene al momento il Presidente non risulti tra gli indagati, fanno molto discutere le implicazioni del suo entourage più stretto.

Il 28 novembre scorso, Gérard Davet e Philippe Lhomme, i due giornalisti più critici verso l’Eliseo, hanno presentato il loro libro sull’affaire Woerth-Bettencourt alla scuola di giornalismo di Parigi. Inevitabilmente dal pubblico è arrivata una domanda che paragonava le ombre di Nicolas Sarkozy a quelle di Silvio Berlusconi. Davet ha risposto laconicamente: “Preferisco avere Sarkozy che Silvio Berlusconi”. Al suo posto, come avrebbero risposto gli italiani?

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