Occupy Wall Street entra in Chiesa: cinquanta arresti

Occupy Wall Street entra in Chiesa: cinquanta arresti

NEW YORK – Cinquantacinque dimostranti di Occupy Wall Street sono stati arrestati ieri dalla polizia di New York mentre tentavano di occupare un’area adiacente la Trinity Church di downtown, per allestire il loro accampamento invernale. I fermi sono scattati quando i manifestanti, muniti di una scala di legno, hanno iniziato a scavalcare la recinzione che circonda Duarte Park, di proprietà della chiesa, saltando all’interno dell’area dove, però, erano schierate le forze dell’ordine, allertate proprio dai responsabili della chiesa. Nei mesi precedenti, infatti, varie volte i ragazzi di Occupy Wall Street avevano trovato supporto logistico e ricevuto aiuti dalla Trinity Church che, però, non ha ritenuto opportuno (e sicuro) concedere l’utilizzo di parte della loro proprietà per l’accampamento. In una nota diffusa ieri, infatti, il rettore della parrocchia, James H. Cooper ha precisato che “siamo tristi che i manifestanti di Occupy Wall Street abbiano deciso di ignorare i messaggi arrivati da parte di diversi rappresentanti della chiesa Episcopale e Anglicana, incluso il vincitore del Premio Nobel per la Pace Desmond Tutu”.

I messaggi ai quali faceva riferimento Cooper erano tutti volti a scoraggiare gli indignados di OWS, dall’oltrepassare la proprietà della chiesa per stabilirsi li, in maniera permanente. “L’area – continuava Cooper nel suo comunicato – non ha i servizi necessari per ospitare un accampamento invernale. In buona fede e coscienza, noi siamo fermamente convinti che allestire una base qui sarebbe sbagliato, non sicuro, non salutare e potenzialmente dannoso”. Non tutti i religiosi, tuttavia, hanno mostrato di condividere le posizioni di Cooper, come, ad esempio, il vescovo in pensione George Packard, immortalato dai fotografi mentre, con tanto di tonaca e croce al petto, scavalca la recinzione della Chiesa, prima di essere ammanettato e portato via dalla polizia. Era qualche giorno che circolava nell’aria l’ipotesi di un tentativo da parte degli occupanti di trovare un nuovo “indirizzo” per portare avanti la loro protesta ed, evidentemente, l’area della Trinity Church era sembrata il luogo ideale.

La chiesa, infatti, una delle costruzioni “storiche” dell’area, distrutta da eventi naturali e ricostruita per ben tre volte, si trova proprio di fronte l’ingresso di Wall Street, dunque, persino piu’ vicina di Zuccotti Park. I manifestanti avevano cominciato ad organizzarsi per “l’azione” già dal primo pomeriggio, lanciando i loro slogan e suonando i loro tamburi. Poi era scattato il tentativo di occupazione che, però, non era andato come immaginato dai ragazzi. Un portavoce di OWS ha dichiarato il disappunto dei manifestanti di fronte alla posizione della Chiesa che “come altre chiese, in precedenza, aveva sempre sostenuto il nostro movimento in vari modi”.

“In un paese dove tutte le persone possono votare e le porte della Trinity Church sono aperte per il dialogo, non è necessario entrare forzatamente in una proprietà altrui” aveva, però, spiegato il Premio Nobel Desmond Tuto, provando a chiarire la posizione della Chiesa.
Al momento non è chiaro quando la polizia rilascerà i manifestanti arrestati ieri, ma è plausibile immaginare che da Zuccotti Park scatteranno altre azioni simili proprio in vista della necessità di trovare una nuova collocazione per sottrarsi all’ondata di sgomberi scattata in tutto il paese nei confronti di molti altri accampamenti. A distanza di tre mesi dalla nascita, fra l’altro, il movimento, nonostante le temperature polari che hanno, sebbene tardivamente, fatto capolino nella Grande Mela, sembra addirittura rinvigorito da nuova linfa vitale, complici le vacanze invernali che coincidono con la chiusura di molte scuole e università. 

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