Per i lettori di Time il peggiore non è Berlusconi ma Erdogan

Per i lettori di Time il peggiore non è Berlusconi ma Erdogan

Un uomo da copertina e da carta da imballaggio. Il più amato e il più odiato. Per i lettori di Time, chiamati a esprimere una preferenza sul personaggio più importante del 2011, il premier turco Erdogan è stato la croce e la delizia del pianeta negli ultimi dodici mesi. Nel sondaggio lanciato a inizio novembre dal popolare settimanale americano, che ogni anno dedica la sua ultima copertina alla “persona dell’anno”, l’ex venditore di limonate, dal 2003 a capo del governo di Ankara, guida infatti sia la classifica dei top che la classifica dei flop.

Ai propri lettori Time non ha chiesto di esprimere una singola preferenza, ma di dare un parere positivo o negativo a ciascuno dei 32 candidati proposti dalla redazione. Il “sì” o il “no” ha determinato la creazione di due classfiche, una con i più apprezzati e una con i più detestati. A sorpresa, il premier turco Erdogan le guida entrambe. Guida quella dei top, con quasi 100mila voti: lo inseguono, ma a grande distanza, Lionel Messi (71mila), il 99% degli indignados di Wall Street (59mila), Anonymous (33mila) e Steve Jobs (27mila). Ma, come dicevamo, Erdogan è primo anche nella classifica negativa, con ben 162mila voti contro: dietro di lui l’1% degli affaristi (32mila) e Casey Anthony (26mila), giovane madre accusata dell’omicidio del figlio e infine prosciolta. Nella worst list c’è anche Silvio Berlusconi, che con 15mila voti è l’ottavo personaggio meno meritevole dell’anno secondo i lettori di Time.

L’ultima parola, come da tradizione, spetteràalla redazione del settimanale. Il sondaggio però, pur non essendo vincolante, indica una preferenza forte. Nelle ultime edizioni il titolo è toccato a Vladimir Putin, Barack Obama, all’economista Ben Bernanke e a Mark Zuckerberg, fondatore di Facebook. La rosa dei candidati del 2011 rispecchia i sommovimenti globali, politici ed economici, che stanno cambiando profondamente il nostro pianeta: ci sono le proteste, le rivoluzioni, la crisi economica. A cominciare dalla Primavera Araba e dai giovani manifestanti che, a inizio anno, hanno portato alla caduta dei regimi autoritari in Egitto e Tunisia. Secono Time «il coraggio dei giovani, così come la loro scaltrezza nell’uso del web, ha ispirato altri attivisti in Europa e negli Stati Uniti». Tra i papabili di Time ci sono anche l’1% e il 99%, seguendo la divisione socio-economica del mondo proposta dagli slogan del movimento Occupy Wall Street. A sottolineare ancora una volta il ruolo rilevante giocato da internet, spicca la candidatura di Anonymous, il gruppo di hacker che secondo Time «ha trasformato l’informatica in una forma di attivismo sociale».

Tra i candidati del Time c’è, come detto, anche Silvio Berlusconi. L’ex primo ministro italiano «sembrava la versione moderna dell’imperatore Caligola, un sovrano dalla salute ferrea e dagli appetiti sessuali sconfinati, ma dopo gli eventi del 2011 si è trasformato in Nerone, il monarca che, mentre Roma bruciava, perdeva il suo tempo in inezie». L’Europa è rappresentata anche da altri nomi “pesanti”, su tutti Angela Merkel e Nikolas Sarkozy. Recep Tayyip Erdogan, al momento in cui scriviamo il più apprezzato e odiato, è per Time «il leader che meglio di ogni altro ha saputo impersonificare i drammatici cambiamenti registrati in Medio Oriente nell’ultimo anno». Oltre a Berlusconi, ci sono altri nomi balzati all’onore delle cronache per gli scandali e i fatti di cronaca di cui sono stati protagonisti. Dominique Strauss Kahn e Rupert Murdoch, ad esempio. E Gabriel Giffords, esponente democratica statunitense ferita in un attentato a Tucson lo scorso 8 gennaio.

Grande spazio, come sempre, viene dedicato da Time alle questioni interne degil Stati Uniti. Nella rosa ci sono Barack Obama «solo grazie alle sue vittorie in politica estera», Hillary Clinton, i due candidati repubblicani alle presidenziali Mitt Romney e Herman Cain (ma quest’ultimo si è ritirato), il numero due repubblicano al congresso Eric Cantor e Mike Mullen, comandante dell’esercito americano andato in pensione a settembre. Non c’è spazio per gli economisti, o quasi. Per la prima volta Time candida una persona deceduta: si tratta di Steve Jobs, il cofondatore di Apple scomparso a inizio ottobre. A detta di molti, quello di Jobs è uno dei nomi forti per ottenere il riconoscimento. Ci sono anche i Fukushima 50, i lavoratori del reattore di Fukushima rimasti a garantire la sicurezza dopo il terremoto nonostante la fuoriuscita di radiazioni e il Seal Team 6, unità dei servizi segreti americani che ha scovato e ucciso Osama Bin Laden. Pochissimi, infine, i personaggi appartenenti al mondo delle spettacolo e dello sport. C’è Lionel Messi, argentino, calciatore del Barcellona, il chiacchieratissimo Charlie Sheen, star della televisione, l’attrice-produttrice Kim Kardashian e Kate Middleton, neo Duchessa di Cambridge e sposa del principe William nel matrimonio più pop del decennio.

Chi la spunterà? Avranno ragione i lettori della rivista, che hanno indicato Erdogan come la figura più influente dell’anno? Oppure ci sarà qualche sorpresa dell’ultim’ora? Mai come in questo caso, la risposta la darà il Tempo. Anzi, il Time.

Ecco la lista completa dei candidati:
1%
99%
Anonymous
Casey Anthony
Giovani manifestanti arabi
Michele Bachmann
Silvio Berlusconi
Warren Buffett
Herman Cain
Eric Cantor
Hillary Clinton
Recep Tayyip Erdogan
Fukushima 50
Gabrielle Giffords
Reed Hastings
Steve Jobs
Kim Kardashian
Angela Merkel
Nikolas Sarkozy
Lionel Messi
Kate Middleton
Mike Mullen
Rupert Murdoch
Barack Obama
Mitt Romney
Paul Ryan
Seal Team 6
Charlie Sheen
Dominique Strauss-Kahn
Elizabeth Warren
Ai Weiwei

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