NAPOLI – «Presto rivedrò alcune deleghe ed alcuni assessori potrebbero vedersi modificati i loro incarichi». Così parlò Luigi de Magistris, nella sua prima conferenza stampa dell’anno nuovo. E se la rivoluzione arancione virasse verso altre tonalità? Se oggi, nella giunta comunale di Napoli, a sei mesi dal suo insediamento, ci fosse spazio per ospitare anche il Partito Democratico? Il rumors si fa largo in questi primi giorni dell’anno a Palazzo San Giacomo. Fantapolitica? Mica tanto.
Basta guardare il calendario per capire che possibilità di discussione ce ne saranno: il giorno 9 de Magistris ha in programma un tavolo tecnico tra i rappresentanti dei partiti e i capigruppo del centrosinistra partenopeo. Ci saranno tutti: dalla sua lista civica “Napoli è tua” all’Italia dei Valori, fino a Federazione della Sinistra, Partito democratico, Sel, Verdi e Socialisti. Argomento: bilancio sui primi sei mesi di governo della città.
Al di là dell’appuntamento c’è una questione concreta che il sindaco dovrà prendere in mano al più presto: le deleghe. L’arrembante giunta varata a giugno ha bisogno del tagliando. Motivo? Su alcuni assessori grava una valanga di deleghe. Esempio: Bernardino Tuccillo, è responsabile di una ventina di importanti settori, dal Personale al Patrimonio, fino ai Cimiteri e all’Anagrafe. Tanti, troppi. Prima di Natale Luigi de Magistris con un decreto ha sgravato dall’assessore alla Mobilità Anna Donati la pesante delega alla Protezione Civile, tenendola per sé. Ma il sindaco di Napoli ha già otto deleghe: da quelle più simboliche come “difesa della Costituzione” e “promozione della Pace” a compiti ben più gravosi come la gestione del Forum delle Culture 2013, la riforma della macchina comunale e la gestione dei “grandi eventi”, fino alla “comunicazione e promozione della città di Napoli”. Un carico di lavoro possente. Altra questione riguarda proprio la Cultura: l’attuale responsabile Antonella Di Nocera potrebbe passare ad altro incarico: assumere solo la gestione del Forum Culture o solo la riforma della rete museale (museo Pan, Maschio Angioino eccetera).
Comunque sia, la strategia che sta attualmente usando l’ex pm ed ex europarlamentare è quella di tenere tutti dentro. È accaduto così per Raphael Rossi: lo scontro fra il sindaco e l’ormai ex presidente dell’azienda rifiuti, Asia, è stato formalmente sanato oggi durante una conferenza stampa. Il piemontese si è sfogato con la gente a lui vicina e anche con alcuni giornali. «Resto? Vedremo, aspetto di sapere dal sindaco». Per lui un posto effettivamente ci sarebbe: non all’azienda rifiuti, dove evidentemente le strategie di de Magistris ma soprattutto quelle del vicesindaco, Tommaso Sodano, sono diverse da quelle del giovane manager. Rossi è papabile nuovo amministratore delle Terme di Agnano, in tandem col presidente Marinella De Nigris, moglie dell’ex senatore Pd Vincenzo Siniscalchi e sostenitrice arancione della prim’ora. Dunque Rossi dai rifiuti alle acque termali, con una missione: sanare un bilancio drammatico. Basti pensare che a causa dei mancati versamenti dell’Azienda sanitaria locale partenopea, il Comune ha dovuto ripianare un buco d’un milione d’euro circa per evitare il patatrac delle Terme. E il “tutti dentro” è andato in porto qualche settimana prima anche con Roberto Vecchioni. Dopo le scintille sul maxi-compenso da 220mila euro è (forse) finita bene: Vecchioni presiederà la Fondazione Forum delle culture senza compenso.
Non solo poltrone. Il “cerchio magico” del primo cittadino, l’empireo arancione, è anche destinato alla madre di tutte le battaglie: lanciare la volata nazionale del movimento di Luigi de Magistris. Il 28 a Napoli ci sarà una kermesse nazionale all’interno della quale il sindaco traccerà le linee di questo movimento meridionale, insieme al sindaco di Bari Michele Emiliano e a tutta una serie di amministratori locali. Chiaro il suo appello pubblico: «Propongo un tema di confronto che abbia come protagonisti gli amministratori, i movimenti, le associazioni, le cittadine ed i cittadini: vediamoci e discutiamo insieme di come uscire dalla crisi economica e politica». «Per De Magistris – spiega uno dei fedelissimi dell’ex pm – vale ancora la foto di Vasto con Pier Luigi Bersani, Nichi Vendola e Antonio Di Pietro. Per Bersani, poi, de Magistris, con la sua carica politica dirompente, scassatutto, fortemente mediatica, è l’argine ideale a Di Pietro. E poi il sindaco penso abbia imparato molto dalla storia di Antonio Bassolino e Rosa Russo Iervolino che si sono fatti schiacciare dai problemi della città. È troppo intelligente per non capire che occorre creare intorno alla sua figura un anello protettivo che non sia solo di consenso politico». E le elezioni politiche, poi, sono dietro l’angolo: 2013.
E intanto il Fatto Quotidiano, il giornale che ha sostenuto l’ascesa partenopea di Luigi de Magistris e quella di Giuliano Pisapia a Milano, oggi in homepage bacchetta l’ex pm chiedendosi dov’è finita la “rivoluzione arancione”. Argomento del pezzo firmato da Vincenzo Iurillo è quello della corrispondenza tra le promesse elettorali e le azioni messe in pratica: «Insomma – scrive il Fatto – la rivoluzione arancione di Luigi de Magistris, arranca di fronte alla fatica di amministrare e passaggi non chiariti. E lui, il sindaco di Napoli, annacquato dall’emergere di diverse contraddizioni e affaticato dall’interpretare tutte le parti (ambientalista e modernizzatore, amministratore locale e leader di movimento politico su scala nazionale, decisionista e fautore delle assemblee di popolo), ha smesso di correre ed ha iniziato a camminare, frenato da piccoli inciampi che nelle primissime settimane dopo la trionfale elezione avrebbe superato con un saltello. Il suo resta un buon passo. Ma con una città che gli ricorda che la cambiale in bianco firmata all’ex pm di Why Not eletto per ‘scassare’ il vecchio sistema di potere è scaduta». Il giornale di Marco Travaglio difende a spada tratta un altro suo beniamino, Raphael Rossi. La luna di miele è defiitivamente finita?