Se gli chiedete di descriversi vi dirà che è «solo un ragazzino di diciannove anni cui piace inventarsi sempre cose nuove», ma non lasciatevi ingannare, Sahil Lavingia, nonostante la giovane età, ha le idee ben chiare e la sua occupazione è tutt’altro che lo svago di un adolescente. Sahil infatti, dopo aver lavorato per diverse piattaforme, tra le quali Pinterest, il social network di cui è stato cofondatore e che nel 2011 ha raccolto oltre 37 milioni di dollari di finanziamenti, ha lasciato tutto per dedicarsi totalmente al lancio di Gumroad, la sua prima startup.
Gumroad è un sito che permette a tutti di vendere online attraverso la diffusione di un semplice link. «L’idea – racconta Sahil – mi è venuta dopo aver provato a mettere in commercio un’icona che avevo disegnato. Per farlo ho creato un sito e mi sono accorto che non solo non era un procedimento semplice e alla portata di tutti, ma anche che il risultato ottenuto non era un granché. Così ho pensato di risolvere il problema realizzando una pagina che permettesse a chiunque di vendere online, ma in un modo nuovo, semplice e veloce». Veloce, proprio come lo stesso Sahil, che per sviluppare il progetto ha lavorato ininterrottamente per quasi 48 ore: «Quando ho avuto l’idea avevo così paura che qualcuno stesse già creando qualcosa di simile e potesse battermi sul tempo che mi sono messo subito all’opera, così nel giro di un weekend Gumroad era pronto».
Sfruttando i social network, Gumroad mira a sostituire i siti di vendita online attualmente esistenti, proponendo una modalità di e-commerce estremamente immediata. Il venditore infatti può raggiungere tutti i suoi contatti senza bisogno che questi vadano su un sito dedicato agli acquisti online, semplicemente girando loro un link attraverso un tweet o un post di Facebook. «L’idea è quella di sfruttare la velocità e la capillarità della comunicazione attraverso i social» aggiunge Sahil.
Sahil Lavingia
Il procedimento è semplicissimo: una volta completata la registrazione su Gumroad.com, basta caricare nella finestra di dialogo il prodotto che si vuole mettere in commercio dandogli un nome (al momento il servizio permette solo la vendita di beni digitali, ma presto sarà possibile vendere ogni genere di oggetto), fissare il prezzo e ottenere il link di riferimento, che potrà essere diffuso su siti, blog, social network e così via. Ultimati questi brevi passaggi il venditore non dovrà più preoccuparsi in alcun modo della procedura di acquisto dell’utente. «Ciò che voglio – spiega lo startupper – è democratizzare la capacità di vendere, rendendo accessibile a tutti la possibilità di fare affari online». Il prezzo può partire da un minimo di un dollaro fino a un massimo di mille, ma è anche possibile stabilire tariffe in euro, pound e yen. Per quanto riguarda la commissione Gumroad trattiene il 5% sul totale, più 0.30 centesimi di dollaro per ogni acquisto. Non ci sono costi aggiuntivi e il pagamento sul conto corrente indicato dal venditore verrà effettuato alla fine di ogni mese.
Grazie al suo progetto Sahil è già riuscito a ottenere un milione di dollari di finanziamenti, ma non è la prima volta che il giovane programmatore fa parlare di sé: impegnato a disegnare loghi sin da quando aveva 13 anni, ha iniziato «a fare sul serio», come lui stesso racconta, una volta compiuti i 18. Nel 2010 infatti ha pensato di dare vita a una sorta di “reality tecnologico” dichiarando che in una sola settimana avrebbe realizzato una nuova applicazione per smartphone, il tutto sotto lo sguardo attento degli internauti, che accedendo al suo blog potevano controllare l’avanzamento dei lavori.
«Ogni giorno escono un sacco di applicazioni, farsi notare non è facile, ma se riesci a creare una storia intorno al lavoro che stai facendo, questo ti aiuta molto». Così dopo aver inviato numerose mail per presentare la sua iniziativa a tutti i principali siti e blog che si occupano di tecnologia, e dopo aver raggiunto 3mila 400 iscritti alla sua mailing list prima ancora di cominciare, Sahil si è messo all’opera. «Ho lavorato 15 ore al giorno per 7 giorni – racconta – è stata dura, ma ne è valsa la pena. Normalmente per creare un’app servono dalle 30 alle 50 ore. È quanto sta intorno che richiede più tempo: creare il sito, disegnare l’icona, far conoscere il tuo prodotto… Ci vogliono un centinaio di ore di lavoro per portare tutto a termine».
Il risultato è stato decisamente soddisfacente: Dayta, questo il nome dell’applicazione nata dal progetto, è stata in assoluto la sua app più venduta: il primo giorno l’hanno acquistata in 400 e nel giro di pochi mesi Sahil è riuscito a incassare oltre 10 000 dollari, dopo di che però, a causa di un calo delle vendite, ha preferito diffonderla gratuitamente. «Guadagnare 50 dollari o zero non cambia molto, meglio allora investire su qualcosa d’altro e guadagnare in popolarità». Nel giro di due giorni 40mila persone hanno scaricato la versione free di Dayta, aumentando notevolmente il numero di contatti del suo ideatore, mentre per quanto riguarda il nuovo cavallo su cui puntare, sembra proprio che Sahil lo abbia già trovato e che si chiami Gumroad.