Lo Stato non c’era e i volantini delle Br se li è aggiudicati Dell’Utri

Lo Stato non c’era e i volantini delle Br se li è aggiudicati Dell’Utri

Il prossimo 29 marzo va in asta da Bolaffi un pezzo della nostra storia. Un pezzo di carta. Più pezzi di carta, per la precisione. Sono diciassette volantini delle Brigate Rosse tra il 1974 e il 1978 in cui «spicca» – è il caso di dirlo amaramente – il dattiloscritto del 15 aprile 1978 con cui gli assassini di Aldo Moro mettono la parola fine alla vita terrena dello statista democristiano: «Per quel che ci riguarda – scrivono i brigatisti – il processo ad Aldo Moro finisce qui. Aldo Moro è colpevole e viene condannato a morte». L’esecuzione avviene il 9 maggio, il corpo senza vita del presidente verrà ritrovato in via Caetani all’interno di una Renault 4 rossa.

Pensare che la storia più drammatica del nostro Paese possa costare intorno ai millecinquecento euro – questa è la stima per il lotto brigatista – è dare un valore economico anche ai sentimenti, un’operazione ai limiti del cinismo che ormai la società moderna contempla da molto e molto tempo. Tutta la storia va all’asta, cimeli, ricordi, lettere, manoscritti, di varia e straordinaria importanza. Tutto viene comprato e venduto con un’alzata di mano, più spesso con una più rassicurante telefonata, che evita magari esposizioni spiacevoli.

Non sappiamo se e quante persone saranno in quella sala, quel giorno. Non sappiamo quante mani si alzeranno, non sappiamo quanti telefoni squilleranno. Sappiamo, però, che non dovrebbe mancare una mano. La mano dello Stato. Che dovrebbe ergersi sopra le altre, fermandone la legittima curiosità, il legittimo interesse del privato a «comprare» una cosa pubblica. Una cosa che appartiene a tutti noi. L’esposizione economica è di scarso conto, non si tratta di un’opera fondamentale per la storia dell’arte che porterebbe lo stato a svenarsi. Qui si tratta di pochi euro. Pagando ciò che è giusto pagare, riavremo indietro una tessera tragica di quel mosaico che faticosamente la memoria sta ricomponendo.

È dunque a lei che ci rivolgiamo, professor Monti. Alla sua sensibilità. Alla sensibilità riconosciuta del suo governo. Questa occasione non deve essere gettata via. Allerti i ministri competenti (Beni culturali, Giustizia, Interni) e acquisisca quei documenti. Andranno esposti perché tutti ricordino.
 

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