IL SENATORE Bossi ha molte corde al suo arco. Qualche giorno fa, partecipando a un incontro con noi di Repubblica, si è presentato come un politico prudente e accattivante, seguace di Cattaneo, erede della tradizione del miglior federalismo italiano, con una giusta dose di polemica contro i partiti. Il razzismo contro i meridionali e gli immigrati di colore? Il particolarismo regionale? Il culto del dialetto? Il folklore della lombardità? Tutti espedienti, ci veniva spiegato, per permettere alla Lega di crescere ed acquistare forza e radicamento elettorale. Ora però siamo sufficientemente grandi e in via di organizzazione per parlar chiaro spiegava sorridendo il senatore Bossi.
E indicava tra i suoi obiettivi l’ efficienza della Pubblica amministrazione, la equa ripartizione delle risorse, la giustizia fiscale, ed altre bellissime e condivisibili cose. Non è questione di razzismo, non è questione di primato del Nord precisava è questione invece di una civiltà industriale che deve potersi affermare liberamente, non soffocata da Roma. Ben detto, ben detto, senatore Bossi. Ma a Pontida, domenica, lo stesso senatore Bossi ha parlato ben altro linguaggio: sanguigno, demagogico e un po’ volgare. Altro che civiltà industriale, federalismo alla Svizzera, efficienza dei servizi e giustizia fiscale. Di fronte a migliaia di seguaci eccitati ed entusiasti, il senatore Bossi, avvolto nella bandiera della Lega, ha giurato fedeltà agli avi, nel nome di Alberto da Giussano, ha promesso lotta spietata a Roma. Qui si disfa l’ Italia o si muore gridavano i fedelissimi. E anche: Cossiga, Cossiga/la Lega ti castiga…. Per dare una prima soddisfazione ai leghisti, il senatore Bossi ha annunciato la fondazione di un nuovo sindacato e l’ impegno a promuovere un referendum per l’ abrogazione della legge Martelli sugli immigrati.
L’ iniziativa contro gli immigrati è del tutto coerente con i principi che lo stesso Bossi aveva enunciato all’ ultimo congresso della Lega quando aveva individuato un pericolo per la nostra integrità le immigrazioni recenti dal Terzo Mondo. Quando questi cambiamenti etnici e culturali superano la velocità di integrazione nella società aveva proseguito il leader la società stessa va incontro alla disgregazione, sviluppa i comportamenti patologici dell’ omosessualità, della droga, favorisce le condizioni psicologiche che portano alla sterilità…. ALTRO che Cattaneo, qui siamo a un passo appena dalla Difesa della Razza. La versatilità non è un reato. Anzi, in politica è molto frequente. E non faremo certo colpa al senatore Bossi di parlare un linguaggio con noi e un altro di fronte ai convenuti al giuramento di Pontida, o di fronte al congresso della Lega. Ma sarebbe imperdonabile leggerezza o ingenuità da parte nostra non capire quali sono le vere posizioni, i veri programmi del senatore Bossi e degli altri leader della Lega. Riconoscere il carattere razzista del movimento non significa in alcun modo sottovalutarne la forza, e la possibile capacità espansiva. Nel nostro come in altri paesi europei, esistono per questo tutte le condizioni. La crisi delle grandi ideologie, la cosiddetta laicizzazione della politica lascia spazi ampi ai corporativismi, ai particolarismi, alla ricerca delle piccole patrie, quando non sia sostituita da un disegno riformatore capace di suscitare tensione ideale e forte impegno civile.
MA I PARTITI così come sono, oggi, non sembrano assolutamente in grado né di produrre un forte progetto riformatore, né di suscitare attorno ad esso le energie e l’ impegno che pure sono presenti nella nostra società. Sta qui il motivo del distacco della gente dalla politica e dal sistema dei partiti, che si è manifestato con l’ astensionismo o con il voto dato alla Lega o alle varie sigle che il 6 maggio hanno ottenuto una rappresentanza in sede locale rendendo pressoché ingovernabili molti consigli regionali e comunali. E’ il deficit di democrazia e l’eccesso di partitocrazia che hanno consentito l’ esplodere e il crescere di un fenomeno che non può essere sottovalutato, né ridotto alle sue manifestazioni più grossolane e folkloristiche. Ma è bene precisare che non esiste nessuna relazione, nessuna concordanza, nemmeno la più lontana tra le nostre critiche alla partitocrazia e quelle gridate a Pontida. Da anni i partiti occupano uno spazio che non è loro. Anziché facilitare e accrescere la partecipazione dei cittadini alla vita democratica la limitano e la soffocano.
Hanno espropriato i cittadini di ogni capacità di decisione e di controllo. Si sono arrogati poteri che non gli appartenevano. Si spartiscono privilegi e prebende. Se il voto alla Lega è una manifestazione di questa protesta, non si potrà impedirne la crescita attenuando la critica al sistema dal quale la protesta ricava ragioni e giustificazioni. Non è la prima volta che un fenomeno di questo genere si manifesta nel nostro paese. Senza riandare alle origini del fascismo, basta ricordare il fenomeno dell’ Uomo Qualunque nell’ immediato dopoguerra, un fenomeno esplosivo virulento e impetuoso. Poi, nel corso di un grande scontro ideologico e politico, la Dc di De Gasperi riuscì a riassorbirlo. Ma chi può assolvere, oggi, il ruolo che ebbe allora De Gasperi?
Articolo pubblicato su La Repubblica il 22 maggio 1990