Napoli. “Bagnoli è complicata da duecento anni”. La fotografia è di Edoardo Bennato, il cantastorie della sua terra. Ha raccontato negli anni settanta l’Italsider di “Vendo Bagnoli”, i Campi Flegrei, che “non è un paese, non è una città, ma era dolce era dolce per me”, Nisida che è “un’isola ma nessuno lo sa”. Non c’è quindi da meravigliarsi se risponde con un cordiale “Bagnoli è complicata da duecento anni, preferisco non commentare” all’ultima vicenda che vede coinvolta l’area ad ovest di Napoli: la realizzazione di un digestore anaerobico. In parole povere un impianto che tratterà la frazione umida della città di Napoli in una zona a vocazione turistica. È l’ultima del sindaco de Magistris. Un controsenso? “Bagnoli è complicata da duecento anni”.
Giorgio De Francesco è il presidente della decima municipalità quella nella quale insiste l’area interessata. Sulla sua pagina Facebook il grido d’allarme: «Apprendiamo dai giornali che a Bagnoli si costruirà “digestore anaerobico”! Ok ora aspettiamo che qualcuno ci venga a spiegare cos’è e che impatto avrà sulla bonifica e sullo sviluppo dell’intera area. Al momento è chiaro solo che siamo passati dalla Coppa America alla raccolta dei rifiuti». Qualcuno risponde e spiega che dal punto di vista ambientale non ci sarebbe alcun problema per i residenti dell’area. Ma il dubbio resta e così i cittadini di una città nella città delimitata a sud da un passaggio a livello della cumana a nord dalla Nato e con al suo interno alcune tra le migliori pizzerie di Napoli, rimangono alla finestra.
Non solo turismo, non solo vocazione paesaggistica e ricostruzione edilizia. A Bagnoli il futuro sarà fatto anche di rifiuti: d’accordo Comune e Bagnoli futura, la società nata nel 2002 per iniziativa del Comune di Napoli con l’obiettivo di realizzare gli interventi di trasformazione urbana previsti all’indomani della chiusura dell’Italsider. «Stiamo portando avanti un lavoro importante – ha detto de Magistris – Realizzare questo tipo di impianto è una risposta definitiva a chi sostiene che Napoli dice solo dei no».
Niente termovalorizzatore, dunque, ma un digestore anaerobico, impianto che ha un impatto ambientale pari a zero e non emana cattivi odori perché lavora in assenza di ossigeno. Tempi? Tra i 18 e i 24 mesi. «Nella Bagnoli che rinasce – riprende il sindaco – siamo contro gli speculatori, ma anche contro l’immobilismo e Bagnolifutura diverrà una società di sviluppo e non più solo di trasformazione». C’è anche un cronoprogramma: a giugno aprirà la porta del parco, a settembre la stazione zoologica, a dicembre il parco dello Sport.
Per il sindaco, impianto di smaltimento e vocazione turistica-residenziale non sono in contrasto. Il digestore anaerobico sarebbe costruito in un’area solo marginale nella quale i camion farebbero su e giù con l’immondizia.
Ma “Bagnoli è complicata da duecento anni” e il professor Vittorio Vasquez, un nome in città, capogruppo di “Napoli è tua”, la lista civica che ha eletto il sindaco, caposaldo fondamentale della società civile alla base della rivoluzione arancione a Napoli, se la ride quando gli si riporta il refrain dell’artista di Bagnoli. «Il problema – dice – non sono tanto le caratteristiche dell’impianto per le quali sono stato rassicurato da amici ambientalisti, ma il fatto che si sta disegnando una città differente da quella proposta in campagna elettorale per la quale occorre fare variazioni al Piano Regolatore. Sembra di assistere alla stessa vicenda dell’Insula Romeo».
Il progetto è quello dell’area tra il porto e il Teatro Mercadante, dove sorge l’hotel extra-lusso di Alfredo Romeo. L’imprenditore, investendo sette milioni di euro, vorrebbe trasformarlo in una sorta di mega-condominio (un’insula sul modello di molte capitali europee) costituito da immobili dalle caratteristiche omogenee che possa autogovernarsi, gestendo in proprio sicurezza e raccolta dei rifiuti migliorando la vivibilità e incassando una quota di tributi locali. La riqualificazione aumenterebbe il valore commerciale dell’area.
L’Amministrazione non ha bocciato il progetto, ma ne sta valutando la fattibilità. «E qui sta il punto – prosegue Vasquez – tutte queste sono proposte che ci lasciano perplessi perché necessitano di variazioni, discussioni, approfondimenti prima di decisioni e delibere. E invece si procede in maniera differente. Quando arriveranno in consiglio comunale non potremo che essere scettici o anche di più sposando anche eventuali contrarietà della popolazione locale di Bagnoli». Della serie così non va, non tanto nel merito quanto nel modo in cui si opera. Ma Bagnoli, e non solo quella, è complicata da duecento anni.