L’Aquila, dove Grillo fa flop e il Pdl scompare

L’Aquila, dove Grillo fa flop e il Pdl scompare

“Scusa se ti chiamo sindaco”: il nuovo tormentone del web viene fuori direttamente dall’Abruzzo dove, lo scrittore Federico Moccia, è stato eletto primo cittadino del piccolo comune di Rosello in provincia di Chieti. Voto plebiscitario per lui. Ma chissà se, giusto per rimanere in tema, parafrasando il regista e scrittore romano, provano l’emozione di sentirsi “Tre metri sopra il cielo” Massimo Cialente e Giorgio De Matteis a L’Aquila: sono loro infatti che andranno a contendersi tra quindici giorni la fascia di primo cittadino del capoluogo abruzzese.
Ballottaggio dunque il capoluogo abruzzese. E c’era da aspettarselo. L’Aquila del post terremoto si è presentata alle urne con 22 liste e ben otto candidati sindaco, un’eccessiva frammentazione che ha fatto storcere la bocca a quanti, da parte propria, si aspettavano soltanto unità e coesione in nome della ricostruzione.
Un testa a testa quello tra Cialente e De Matteis che si è profilato fin dai primi scrutini e si è andato a delineare con il passare delle ore. A dividerli una forbice di poco superiore ai 10 punti a favore del sindaco uscente di centrosinistra che, viene fuori dal primo turno forte del 40,71% delle preferenze. Giorgio De Matteis invece, referente abruzzese del Mpa, già vicepresidente del consiglio regionale e fautore di una coalizione di grandi intese di cui fanno parte espressioni civiche, moderati, delusi della scelta del centrodestra, si è attestato sul 29,69%. La città terremotata per la prima volta al voto dopo il sisma del 2009 si è apprestata a sostenere il test più importante e delicato, non solo sotto il profilo politico.

“La campagna elettorale è stata un tiro al piccione contro Cialente, sette candidati uniti nell’obiettivo di mettere in cattiva luce l’operato del sindaco che ha dovuto affrontare l’emergenza terremoto”, ha dichiarato a margine l’ex Presidente della provincia dell’Aquila Stefania Pezzopane, Pd.
Grande outsider rimasto fuori dai conti il pidiellino Pierluigi Properzi. Chi si aspettava una sfida a tre è rimasto deluso: l’esponente del Pdl non è andato oltre l’8,17% dei voti. “Un risultato inferiore alle mie aspettative” ha affermato infatti Properzi. Un decremento che riflette l’andamento nazionale del Popolo della Libertà uscito con le ossa abbastanza rotte da questa prima tornata elettorale.
Ma il flop del Pdl è uno dei pochi trade che accomuna la tornata elettorale aquilana al resto d’Italia.

Se tutta la nazione è scossa e galvanizzata dal successo del Movimento a 5 Stelle, nell’aquilano i grillini non han avuto molto seguito. Anzi: la “grillina”, per la precisione. Enza Blundo, unica quota rosa in lista contro sette uomini, si è fermata all’1,74%. I discorsi di Beppe Grillo, nel territorio aquilano, non hanno avuto adito.
Altro dato in controtendenza rispetto alla media nazionale l’affluenza alle urne: in Abruzzo ha votato il 70,60% della popolazione, un dato in crescita rispetto alla media nazionale che si attesta attorno al 67%, sintomo che la partecipazione attiva dei cittadini, nell’Abruzzo post terremoto, non è venuta affatto meno.
Tonfo dell’antipolitica e fiducia dichiarata verso l’attuale classe dirigente? Chissà. Certo gli interrogativi permangono, in primis sul comportamento del terzo polo che si è presentato all’appuntamento elettorale smembrato su tre liste diverse.
Al fianco del sindaco uscente Cialente si è schierata l’Api di Rutelli, a sostegno di De Matteis invece l’Udc di Casini, ha scelto invece di correre da solo Futuro e Libertà, con il candidato Enrico Verini (2,62%).

“Abbiamo raggiunto un primo grande risultato, smentendo i sondaggi che davano la vittoria del centrosinistra al primo turno. La crescita della nostra coalizione è la dimostrazione lampante che la città è alla ricerca di una svolta”, ha dichiarato il referente di Mpa, che subito tende la mano agli altri candidati: “Io mi rivolgo a Properzi e a tutti gli altri che hanno creduto di poter dare un loro contributo alla città non appoggiando l’amministrazione uscente di continuare a credere che ci possa essere un cambiamento” . Parola di Giorgio De Matteis.
Replica Massimo Cialente: “Siamo al ballottaggio, d’altra parte con otto candidati sindaco era matematicamente impossibile farcela al primo turno”. Ma allo stesso tempo però riconosce che se l’Idv, alleato e presente in Giunta fino a pochi giorni prima della fine della legislatura, fosse rimasta nella coalizione di centrosinistra “ci sarebbe stata la vittoria al primo turno”. Nessun allarmismo però in vista dell’appuntamento fra due settimane: “Il rapporto si può ricucire, soprattutto con gli elettori”.

Da segnalare, infine, il 5,72% di voti andato alla lista civica di Vincenzo Vittorini, L’Aquila che vogliamo, il medico chirurgo che è sceso in politica dopo aver perso moglie e una figlia nel terremoto del 2009, facendo propri gli ideali di voglia di riscatto e rinascita. Chiudono i conti Angelo Mancini, Idv (6,32%), e la lista civica di Ettore Di Cesare (5%). 

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