Conta più un gruppo di calciatori della Premier League che si insultano a colpi di “stronzo negro” e “negro bianco”, o il più ricercato criminale nazista scovato lungo le strade di Budapest? La domanda nasce a margine del più rumoroso tra i recenti scoop giornalistici, quello su Laslo Csizsik-Csatary, ufficiale hitleriano diabolicamente giunto oggi all’età di 97 anni, localizzato da due reporter nella capitale ungherese dopo aver fatto perdere le proprie tracce una prima volta all’indomani della guerra e poi nel 1997, in Canada, dove viveva facendo il mercante d’arte. Un colpo giornalistico straordinario. Eppure in prima pagina la storia scelta per il titolo d’apertura è quella dei giocatori.
Succede sull’ultimo numero di “The Sun on Sunday”, il domenicale del più diffuso tabloid d’Inghilterra, macchina da guerra allestita in pochi giorni dal tycoon Rupert Murdoch dopo che era stato costretto a chiudere “News of the World”, a seguito di uno scandalo legato all’uso di intercettazioni illegali e di tangenti in cambio di notizie (giusto stamane, 19 luglio, hanno arrestato un giornalista del Sun, sospettato di spionaggio telematico).
E allora raccontare in breve il giornale che la scorsa domenica nelle edicole, al consueto prezzo di mezza sterlina, è finito in quasi tre milioni di mani, vuol dire compiere una breve escursione in una formula di spietato, spregiudicato, indubbio successo. Una formula così efficace che contempla perfino di piazzare uno scoop mondiale alle pagine 6 e 7 (senza nemmeno un richiamo in prima).
I 76 raggi del sole murdochiano hanno in apertura gli insulti che si sono scambiati i fratelli Rio e Anton Ferdinand con John Terry e Ashley Cole. In pratica, Terry aveva chiamato “black cunt” Anton Ferdinand, ma Ashley Cole (compagno di squadra di Terry, e giocatore di colore) con la sua testimonianza aveva scagionato Terry. Così il fratello Rio via twitter se la prendeva col traditore Cole, appellandolo “choc ice”. Roba non proprio stile british. Comunque pare che sia finita con un perdono dell’ultimo offeso, Cole, che a catena ha fatto smontare la panna mediatico-calcistico-razziale.
Invece l’eccellente inchiesta magiara di Brian Flynn e Ryan Parry sull’infame Laslo, l’uomo coinvolto nella morte di oltre 15 mila ebrei, è un paio di sfogliate di pagine dopo. Corredo di foto sgranate, fatte con zoom rubati alla meglio, del vecchio che fa la spesa, del vecchio che cammina coprendosi il viso col bavero del cappotto, del vecchio che apre in mutande la porta di casa al cronista segugio, che ha seguito una pista indicata dal Centro Wiesenthal. Accanto un box con l’opinione di Efraim Zuroff, cacciatore di nazisti, per il quale l’età avanzata non può proteggere una persona che si è macchiata di crimini così atroci. Il pezzo è secco, preciso. Il paginone fa effetto.
Identico spazio, qualche sfogliata dopo, si guadagna la storia di Katia Ivanova. Ha 23 anni, viene dal Kazakistan, è l’ex fidanzata di Ronnie Wood dei Rolling Stones: si erano conosciuti in un lapdancing bar, poi si sono lasciati. Una fine tempestosa, “destructive”. Lei ha fatto il Grande Fratello, ora sta per diventare una Page 3 girl, cioè una delle squinzie mezze nude che il Sun piazza a pagina 3, anche se ammette che «non mi piace l’idea che gli uomini mi guardino le bocce». Tuttavia spera che «i lettori gradiscano quel che vedono». È un affare divertente, che peraltro cade in un momento felice: la bionda kazaka in fiore ha una nuova storia d’amore con il cantante David Arthur (“38 anni più giovane del chitarrista Ronnie”, fa i conti il Sun).
Le celebrità sono un must: il principe Harry se ne va in giro per party a Soho a bordo di un taxi a bicicletta, insieme a due amici e una guardia del corpo.
Ma è più ancora il discorso sul denaro, o meglio sulla conquista dei soldi, a tracciare un filo rosso attraverso il giornale. Prendete Fabio Capello. Prima di dire che sta per diventare allenatore della Russia, per il Sun occorre far sapere a chi legge che guadagnerà 10 milioni di sterline. Didier Drogba poi deve difendersi con l’immagine – in effetti un po’ retorica – della “sfida” dall’accusa di essere sbarcato in Cina solo per prendere 200 mila sterline a settimana.
Il Sun è un romanzo d’appendice capitalista: un romanzo in cui più che la ricchezza in sé conta la fame, la voracità di money. Un romanzo fatto di spietato individualismo: dopo tutto Andre Villas-Boas, in una conversazione esclusiva, spiega che è proprio questo che ha imparato in Inghilterra: che qui conta il singolo, non il team. Ecco perché lui al Porto era un fenomeno e al Chelsea un brocco.
Emblematico è poi il racconto della storia di Eva e Hans Rausing. Lui è l’erede miliardario della famiglia del Tetra Pak, lei sua moglie: lei è morta per droga, lui è torchiato dalla polizia per sapere se le ha dato la dose fatale. “Non puoi comprare la felicità”, dice il titolo, e nemmeno “l’ambizione o un motivo che ti tolga dal letto al mattino”.
Questo è il domenicale del Sun (o The Scum, “la feccia”, come lo chiamano a Liverpool, dove è molto poco amato per questioni di pallone, hooligan e onore). Questo il verbo di Thomas More Square. Far leggere alla gente quel che vuole, far volere alla gente quel che legge. Senza troppe pretese intellettualistiche. Dopo tutto, confessò Murdoch al suo direttore pochi giorni prima del varo del giornale nel febbraio scorso, “mi basta vendere due milioni di copie”. Così disse.