Negli ultimi decenni si è verificato un importante sviluppo dell’approccio sperimentale all’interno della scienza politica. L’applicazione del metodo sperimentale non riguarda, ad esempio, soltanto lo studio delle scelte elettorali dei cittadini, ma si è allargata a nuove questioni e nuovi ambiti. Ad esempio, gli interventi di politica pubblica non sempre raggiungono l’obiettivo desiderato: è difficile prevedere se un certo provvedimento possa avere o no buone possibilità di successo. Ai politici spesso mancano strumenti adeguati per operare le scelte di politica pubblica e sociale. Potrebbe essere utile, quindi, individuare un metodo per valutare rigorosamente gli interventi possibili. Un approccio empirico e sperimentale può risultare di grande utilità: grazie a studi controllati randomizzati è possibile verificare sul campo l’efficacia dei diversi tipi di intervento. Un programma pilota può essere testato con alcuni gruppi di persone, o in alcune regioni, mentre le altre fungono da termine di paragone. È quello che accade, ad esempio, in Cina o nel Regno Unito. Una pratica che potrebbe dare i suoi frutti anche in Italia.
LA LOTTERIA ANTI-EVASIONE
In tempi di crisi, il tema sempre attuale dell’evasione fiscale è tornato prepotentemente al centro del dibattito nazionale. Le scienze sperimentali e comportamentali possono dare un contributo nell’analizzare e affrontare il problema, nel misurare costi e benefici dei possibili strumenti di lotta all’evasione.
È il caso di originali lotterie che nascono in Estremo Oriente. Un’alta evasione fiscale è caratteristica diffusa in molti paesi asiatici, dove è abbastanza comune che piccole attività produttive come i ristoranti non rilascino lo scontrino o una ricevuta fiscale. Per contrastare questa pratica, già dagli anni Sessanta, il governo di Taiwan ha abbinato agli scontrini fiscali una lotteria pubblica. Su ogni scontrino fiscale emesso dai negozianti e commercianti è stampato un numero generato automaticamente da un sistema. Lo scontrino fiscale regolarmente stampato ha dunque una caratteristica ulteriore: è un biglietto della lotteria. I numeri vincenti vengono pubblicati dal Governo periodicamente con i mezzi più disparati: media televisivi, trasmissioni radiofoniche, quotidiani nazionali e locali, dedicano puntualmente uno spazio alla lotteria legata allo scontrino fiscale.
La cosa ancora più interessante è che il sistema è stato adottato nello scorso decennio anche in Cina. Il governo cinese ha realizzato un vero e proprio esperimento su larga scala, avviando il progetto soltanto in alcuni distretti e in alcune città, come Pechino, Shanghai, e Tianjin. Questo ha permesso a ricercatori come Junmin Wan, economista dell’università di Fukuoka in Giappone, di svolgere analisi econometriche dettagliate su una solida base di dati. I risultati sono eloquenti: nelle aree in cui era presente una lotteria il livello di tassazione al consumo era del 17,1 per cento più alto rispetto alle aree in cui erano presenti solo strumenti classici di lotta all’evasione. Il gettito fiscale totale è invece aumentato del 10,4 per cento.
La lotteria abbinata al rilascio della ricevuta fiscale può essere considerata come una sorta di premio che la collettività riserva ad alcuni cittadini virtuosi (e fortunati). In questo caso, le istituzioni non si limitano a penalizzare chi non si comporta correttamente, ma istituiscono anche una sorta di riconoscimento alle virtù civili. Il risultato è meno economia sommersa e minore evasione fiscale. E come ha commentato Richard Thaler, economista comportamentale, “i ministri delle Finanze dell’Europa meridionale potrebbero prendere appunti”.
STRUMENTI INNOVATIVI DI RISCOSSIONE
La pratica degli studi controllati randomizzati sta prendendo piede anche in Europa. In particolare, in Inghilterra, dove il Behavioural Insights Team istituito dal premier Cameron sviluppa ricerche su come ridurre i problemi di natura fiscale.
Il team, ad esempio, ha voluto testare se l’invio di un messaggio testuale ai cittadini che non avevano pagato le multe entro i termini li avrebbe incoraggiati a mettersi in regola. Evitando così di mandare un ufficiale giudiziario a riscuotere il dovuto. L’esperimento è consistito nell’assegnare casualmente gli individui a cinque differenti gruppi. Al gruppo di controllo non è stato inviato alcun messaggio testuale. Agli altri gruppi sono stati mandati sia messaggi testuali standard sia messaggi testuali personalizzati (ad esempio all’interno della lettera riportavano nome e cognome del destinatario).
I risultati hanno indicato che il messaggio testuale può essere particolarmente efficiente. Mentre soltanto il 5 per cento del gruppo di controllo si è messo in regola, il 23 per cento degli individui che hanno ricevuto un messaggio testuale standard ha corrisposto la somma dovuta. Ma la sorpresa è un’altra: il tasso di risposta di coloro che hanno ricevuto un messaggio personalizzato, in cui il nome del destinatario era esplicitato, è salito fino al 33 per cento.
È stato calcolato che, se estesa a livello nazionale, questa pratica può migliorare sensibilmente la raccolta delle multe. Inviando semplicemente un messaggio personalizzato al posto di uno standard, si potrebbero risparmiare più di 3 milioni di sterline all’anno perché si potrebbero evitare 150mila interventi di ufficiali giudiziari.
Sono stati qui presentati casi specifici riguardanti le politiche fiscali, ma il metodo sperimentale può essere esteso anche ad altri campi, come la promozione della salute o la previdenza sociale. È bene specificare che ogni applicazione dovrà essere valutata, in ultima analisi, non solo sulla base dell’efficienza dell’intervento, ma anche sulle basi della legittimità etica e dell’opportunità politica. Tuttavia l’utilizzo di studi controllati randomizzati può costituire un interessante strumento per i policymaker, suggerendo interventi innovativi e avanzando argomenti fondati empiricamente.
*Laureato in Filosofia all’Università San Raffaele di Milano. Attualmente è Junior Researcher al CRESA (Centro di Ricerca in Epistemologia Sperimentale ed Applicata) e alla Scuola Mattei di Eni Corporate University.