L’istinto alla pernacchia del pubblico di Venezia contro Terrence Malick

L'istinto alla pernacchia del pubblico di Venezia contro Terrence Malick

VENEZIA – Poareti, direbbero in Laguna, poareti questi impiegati del fischio al fiasco (fiasco nella testa loro, naturalmente). Sono agguerrite e spontanee truppe cammellate, attive su ogni proiezione veneziana del film di Terrence Malick To the Wonder e pronte alla belluina disapprovazione finale quando ritornano le luci in sala. Intendiamoci, il dissenso è sacrosanto e manifestarlo è perfettamente democratico. Ma quel che non convince è la massimalistica tendenza a esercitarsi su questa pellicola sostanzialmente per un solo obiettivo: retrocedere il regista americano da “venerato maestro“ a “solito stronzo“ (usando le ficcanti categorie di Alberto Arbasino). È un bisogno impellente, un assalto alla torre più alta, un istinto da fiere, una pernacchia a chi ha letto troppo Heidegger per rompere ancora i coglioni coi film. Folcloristiche esibizioni da giamburrasca un tanto al chilo. Poareti.

Intendiamoci, il film ha difetti importanti e sarebbe poco onesto non segnalarli. Il più grave è un insufficiente lavoro sulla scrittura della storia, frutto di una troppo superba fiducia da parte di Malick nelle proprie capacità di racconto audiovisivo, nella propria sapienza nel tradurre la metafisica in fisica, in realtà che si osserva e si ascolta. Avrebbe dovuto lavorare molto di più sulla trama per renderli i fili più chiari e stretti. Questo non per cedere ai canoni narrativi, ma per meglio affrontare un’ambizione vera e autentica: cogliere alla Auden la verità sull’amore, l’amore verso l’umano (nelle forme dell’attrazione e dell’affetto) e il sovrumano (nella forma di Dio). La posizione del regista è pessimistica al riguardo, disillusa e sospesa, e l’esito artistico non uniformemente riuscito.

Però come non vedere e ammirare e stupirsi della sua infinita attenzione verso le forme del mondo, del suo tentativo di trovare in tutto, anche nelle cose più semplici, le più apparentemente insignificanti, un principio di meraviglia, di trasporto? Il film, polarizzato tra l’America e la Francia, tra Parigi e Bartlesville (due luoghi davvero all’opposto), si assegna un compito immane. Lo fa attraverso una coppia irrequieta (Ben Affleck e Olga Kuryenko) e un prete irrisolto (Javier Bardem). Temi importanti, altissimi, secondo i caratteri della cinematografia sinfonica e maestosa del maestro texano, che forse proprio per l’ampiezza e la gravità del materiale riesce al suo meglio quando pone il suo cinema assoluto in contesti assoluti, dove tutto è all’apogeo, come una guerra, teatro di quella Sottile linea rossa che è il punto più alto della sua ricerca e tra le vette del cinema mondiale. To The Wonder non è a quei livelli, ha troppa voce interiore, dura troppi minuti più del necessario, ed eccede con Wagner e Berlioz e Shostakovich e Arvo Part. Però è un film assolutamente irrinunciabile. Che sale dentro, come la marea a St. Michel.

Di maestro in maestro. In concorso c’è anche Takeshi Kitano col suo Outrage Beyond. Di nuovo un film sulla yakuza, la mafia giapponese. Il film, soprattutto nella prima ora, ha una scrittura tesa e fredda; funziona, appassiona. Kitano in alcuni passaggi adotta soluzioni visive davvero potenti. Insomma sarebbe un film buono, ma dall’autore di Hana-Bi (Leone d’Oro nel 1997) ci si aspetta evidentemente di più, molto di più. È forse la formula che non va più: il suo noir dolente e crepuscolare ha forse esaurito le potenzialità e rischia di trasformarsi in pura routine. Il mestiere va oscurando la verve. Occorrerebbe un colpo d’ala, che un regista di tale livello è certamente nelle condizioni di offrire. Magari abbandonando la crime story, o perfino eliminando la propria presenza sullo schermo come attore, forse divenuta troppo ingombrante sebbene di sicuro richiamo, e migrare su altri registri che pure gli appartengono in forma grandiosa: basta pensare a quel lontano Il silenzio sul mare, cinema assoluto, che pochi al mondo sono in grado di fare.

Le newsletter de Linkiesta

X

Un altro formidabile modo di approfondire l’attualità politica, economica, culturale italiana e internazionale.

Iscriviti alle newsletter