Questa storia degli infiltrati del Caimano che potrebbero avvelenare il pozzo delle primarie è una bubbola messa in piedi da qualche servitorello di Bersani che punta alla beatificazione interna. E la paura che i destri possano decidere le primarie dei sinistri è addirittura degna di una farsa, a cui i normalizzatori del loft piddino danno un volto e un nome nella figura luminosa del Cav., il quale muoverebbe i suoi Fiorito all’assalto dei gazebo comunisti. Il tutto per far vincere Renzi e poi perdere miseramente lui, alle elezioni nazionali! Perché Renzi è sì un po’ lui, ma con quarant’anni meno e magari con qualche ideuzza (liberale) un tanto al chilo in più, per cui lo spazzerebbe via con un secco due a zero. Piuttosto, ma questo gli ultras bersaniani non potranno mai ammetterlo, Berlusconi potrebbe mandare qualcuno dei suoi a votare proprio il segretario, che alle elezioni vincerebbe con uno scarto sicuramente minore di Renzi.
Che qualche destro possa votare Renzi non deve menare eccessivo scandalo, ma solo consapevolezza sullo spappolamento della destra. E poi, onestamente: ma in questo Paese si può cambiare idea o no, si può gettare un soldino di speranza su una persona diversa, magari anche un filino più onesta di Silvio Berlusconi? Magari qualche destro perbene e illuminato lo facesse! O se non sostieni Bersani e il suo Partito Democratico, allora l’inevitabile conseguenza è quella di votare un vaffanculista come Beppe Grillo?
Invece che allargare, i sergentini di Bersani pensano di restringere. Adesso siamo all’albo dei sostenitori, una scimmiottatura mezza americana che negli States ridurrebbero a macchietta. Perché laggiù, cari sergentelli, si può rimanere indipendenti pur votando (alle primarie) repubblicano o democratico. Ma tu pensa.
E poi, in questo albo Panini delle primarie si potrà almeno aggiungere a verbale che per la volta successiva uno si sentirà nel pieno possesso intellettuale di cambiare casacca (sì, proprio da sinistra a destra, una destra finalmente perbene e liberale) o tutto ciò verrà visto come il solenne tradimento dell’infame? Forse si dovrà rivalutare la decenza umana più collettiva, pensare positivamente che quella domenica si muoveranno soltanto le persone che hanno una vera passione politica per una certa parte (o anche una certa persona, si badi bene). Perché anche questo è la politica, oggi. Non è soltanto il partito, nel caso nostro il Partito Democratico. No, ci sono anche le persone, le loro storie, la loro credibilità.
Sta accadendo in queste primarie del Pd ciò che accadde con i primissimi sindaci votati direttamente dai cittadini, e cioè la rinascita di un sentimento di identificazione, l’idea che le distanze si possano accorciare attraverso le persone, un meccanismo mentale che per fortuna ha attecchito. Prendiamo Milano e quel cavallo troppo salottiero e spocchioso di Boeri. In quel caso, il candidato imposto dal partito finì come sappiamo (e non solo a Milano, come sappiamo).
Rimarrebbero da dire due cose sul fatto che se non voti quella domenica non voti neppure la successiva. Ma da dove avete mutuato questa prodigiosa indicazione? Sembra figlia dell’incazzatura di un vecchio Pci, dove le regole erano le regole, per cui se non ti vedevano zampettare allegramente la prima volta eri cancellato per sempre.
Ma su, ragazzi, rilassatevi almeno un po’. Pensando che se si deve vincere si vincerà comunque. Ma se è scritto nella storia che toccherà perdere, non ci saranno albi, doppi turni, targhe alterne, che tengano.