Mercati impauriti: “Grillo non rispecchia i bisogni del Paese”

Mercati impauriti: “Grillo non rispecchia i bisogni del Paese”

Il Movimento 5 Stelle rischia di passare alla storia come il più grande spauracchio per la stabilità italiana nel 2013. Se perfino la finanza internazionale si è accorta che Beppe Grillo non deve essere sottovalutato, qualcosa deve pur significare. Aumentano di giorno in giorno le analisi sugli effetti finanziari derivanti da un exploit elettorale del M5S. E se da un lato rimarcano l’incredibile performance di un movimento tanto rabbioso quanto diffuso e indecifrabile, dall’altro sottolineano la vacuità del programma politico e dell’inesperienza dei suoi candidati. I timori che possa materializzarsi uno scenario di vuoto politico e amministrativo a livello centrale, specie dopo il voto in Sicilia, aumentano. E non è un caso che, intorno alle 18, sia arrivato il downgrade del rating della Sicilia da BBB+ a BBB, per mano di Fitch. Troppa incertezza, troppa instabilità, troppi rischi.

Ripudio del debito, attacco all’austerity, rifiuto dell’euro, posizioni contro l’Ue e contro l’universo finanziario. Per uno straniero il paragone più semplice è quello con il Syriza greco. Il Movimento 5 Stelle è visto come l’espressione italiana della coalizione della sinistra radicale in Grecia, guidata da Alexis Tsipras. Le differenze, tuttavia, sono elevate. Dopo una campagna elettorale dai toni forti e anti-europeisti, Tsipras ha ritracciato durante una lunga intervista con la Cnn. E ora, le minacce del Syriza verso la troika (Commissione Ue, Banca centrale europea, Fondo monetario internazionale) sono solo un ricordo.

Il Movimento 5 Stelle è di più. Secondo la banca olandese Ing è uno dei primi esempi storici di una realtà politica nata tramite un blog. «È un interessante esperimento quello portato avanti da Beppe Grillo, un comico, e Gianroberto Casaleggio, esperto di comunicazione», spiegano gli analisti. Uno strumento per veicolare le proteste, in modo autoritario e gerarchico, spiega l’istituto di credito dei Paesi Bassi. E in effetti, così è. Al contrario del Syriza, l’uomo al vertice del M5S è Casaleggio, più che Grillo. E dato il suo essere schivo, per un centro di ricerca bancaria non è facile interpretarlo. Il risultato è che un incremento dell’incertezza verso il M5S e i suoi maggiori esponenti.

Fino a due anni fa, era lo stesso Grillo che reiterava la sua riluttanza a presentare le liste del Movimento 5 Stelle. Invece, il percorso dell’Italia, ma soprattutto il suo, lo ha portato prima a esprimere candidature nelle elezioni amministrative, poi a quelle regionali, infine arriverà il momento di quelle politiche. «Tutti amano il potere in Italia, come nel resto del mondo, ma non è chiaro lo scopo del M5S», afferma la casa d’affari londinese Lombard Street Research. Senza uno obiettivo definito, non è facile programmare una strategia d’investimento, specie perché si sta parlando di un partito politico che combatte per il secondo posto a livello nazionale.

La partita politica siciliana era uno degli appuntamenti più attesi. Secondo l’analisi mattutina di Icap Research, il principale interdealer broker mondiale, «si poteva già vedere uno scorcio di quello che saranno le prossime elezioni politiche italiane, per ora previste in primavera». Il motivo è sotto gli occhi di tutti: la disaffezione degli italiani all’attuale classe politica e al conseguente chiacchiericcio. «La Sicilia, feudo dell’ex presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, potrebbe essere la chiave di volta per Grillo e il suo movimento politico», spiegava Icap. Ma anche gli occhi di Deutsche Bank erano puntati sull’Italia. Già la scorsa settimana ha segnalato come “cruciale” il voto di oggi nel suo calendario economico. Il Movimento 5 Stelle non ha tradito le attese.

Il prossimo passaggio è quello nazionale. Che sia un bluff o una realtà, il Movimento 5 Stelle sarà ricordato come uno dei più rilevanti progetti politici di contrasto nella storia italiana. A tal punto che le possibilità di un eventuale exploit elettorale non sono risibili. Né bisogna sottovalutare il malessere diffuso fra la maggioranza dei cittadini italiani. «Non capire la portata del movimento di Grillo significa non ascoltare la rabbia della popolazione», spiega a Linkiesta uno strategist di Lombard Odier. E la rabbia è molta.

Per capire il fenomeno politico di Grillo, bisogna forse fare un passo indietro. A fronte di una classe politica tanto corrotta quanto arroccata sulle sue posizioni di potere, il Movimento 5 Stelle è riuscito a canalizzare il sentimento popolare come e forse meglio di Silvio Berlusconi, vero esperto in questo ambito. No alla troika, no all’austerity, no all’egemonia tedesca: l’unica differenza palese è l’astio del M5S nei confronti della casta politica. Per il resto, come ha sottolineato stamattina un’analisi di Standard Chartered, le posizioni assunte da Berlusconi durante il suo discorso di sabato sono «perfino troppo simili a quelle di Grillo».

Per il M5S il maggiore problema non sono le posizioni di facciata. È la vacuità del programma politico. «Sotto il profilo economico è totalmente insufficiente e non rispecchia le esigenze reali del Paese», avverte Hsbc. Un esempio? Il debito pubblico, che è intorno a quota 1.970 miliardi di euro, circa il 126% del Pil. L’obiettivo del programma del Movimento 5 Stelle è troppo vago: «Riduzione del debito pubblico con forti interventi sui costi dello Stato con il taglio degli sprechi e con l’introduzione di nuove tecnologie per consentire al cittadino l’accesso alle informazioni e ai servizi senza bisogno di intermediari». E invece che di misure per l’incremento della competitività delle imprese nel mercato unico europeo, si parla di «impedire lo smantellamento delle industrie alimentari e manifatturiere con un prevalente mercato interno» e di «favorire le produzioni locali». In altre parole, un atteggiamento contro il libero mercato e contro la direzione che ha preso anche l’Europa per stabilizzare l’eurozona.

Il risultato di Parma prima e della Sicilia oggi ha mutato il quadro politico italiano. Di conseguenza, anche gli investitori potrebbero, dopo un periodo di analisi, decidere di non fidarsi abbastanza dell’Italia. Lo scenario d’incertezza introdotto da Berlusconi, con la minaccia di staccare la spina al governo di Mario Monti, si è complicato ulteriormente con la vittoria de facto di Grillo in Sicilia. E sia il mondo della finanza sia quello europeo guardano con sempre maggiore attenzione alla crescita del populismo in Italia. Con la speranza che non guadagni ulteriori posizioni.