Assad non ha più la superiorità area e la sua fine, lentamente, si avvicina

Assad non ha più la superiorità area e la sua fine, lentamente, si avvicina

Negli ultimi giorni e nelle scorse settimane ha avuto luogo una ulteriore svolta della situazione politica, diplomatica e militare della Siria che sta quasi ineluttabilmente trascinando il regime degli Assad verso il crollo, anche se quest’ ultimo potrebbe non essere repentino e potrebbe durare ancora relativamente a lungo. Ma, comunque, il destino del regime alauita di Damasco è sempre più segnato.

Innanzitutto, anche se questo, forse, non è ancora il fattore più importante: il Consiglio Nazionale Siriano ( un organismo scarsamente rappresentativo e formato soprattutto da esuli vicini ai Fratelli Musulmani o all’ opposizione liberale con pochi agganci con la realtà fattuale della resistenza nel paese) è stato sciolto per dar vita ad un nuovo organismo più rappresentativo che dovrebbe dar vita in futuro ad un governo provvisorio in esilio riconosciuto internazionalmente dai paesi arabi ed europei per il quale si sono battuti soprattutto la Francia, i Paesi del Golfo, la Turchia ecc. A questo organismo, per ora non aderiscono quei gruppi salafiti e jihadisti, molto combattivi e ben armati, come lo Jabhat al Nusra che è passato da una tattica basata sugli attentati alla bomba a vere e proprie tattiche militari.

Nelle ultime settimane il regime ha perso un gran numero di basi ed aeroporti militari con la distruzione al suolo di vari aerei jet ed elicotteri. Per citarne alcuni: Abu Kamal e Mayadin nella provincia di Deir ez Zor, Bab al Hadid e Atareb in quella di Aleppo, Sayada Zeinab e Hajar al Aswad nei dintorni di Damasco. Il Regime controlla oggi solo la fascia costiera di Latakia, Tartous, Banyas, prevalentemente abitata dalla minoranza alauita un pugno di città come Deraa, Idlib, Raqqa, solo parzialmente la stessa capitale Damasco, Aleppo, Homs dove interi quartieri sono controllati dall’opposizione. Anche le principali vie di comunicazione tra le grandi città sono interrotte.

L’opposizione controlla ampie zone agricole della cosiddetta Mezza Luna Fertile tra l’Oronte e la vallata dell’Eufrate fino a Deir Ez Zor. Nel Settentrione della Siria le popolazioni turcomanne e l’opposizione sunnita hanno ormai sempre più ristretto il ridotto alauita e ne hanno tagliato i possibili confini con la Turchia . Al Nord esiste una fascia di almeno un centinaio di kilometri dal confine turco che sfugge al controllo del regime di Damasco che potrebbe ben presto diventare zona cuscinetto – da qui nasce la richiesta turca alla Nato di installare in Turchia l’ultima generazione di missili antimissile e antiaereo Patriot per creare una “ no fliyng zone” ( per ora non dichiarata).

Un altro sviluppo degli ultimi giorni, dovuto in parte alla conquista da parte dell’ opposizione di numerose basi militari del regime, è che hanno fatto la loro comparsa nelle mani della guerriglia sunnita armi sofisticate e potenti: carri armati, artiglieria pesante, ma soprattutto, missili terra aria che hanno già abbattuto in varie località, nel Nord, presso Aleppo, e nel Sud, presso Damasco caccia bombardieri Mig 23 ed elicotteri da bombardamento del regime , facendogli così perdere quello che era fino ad ora il suo grande vantaggio: la superiorità aerea.

Non si può , inoltre, dimenticare che , mentre proseguono i più efferati bagni di sangue, con massacri di bambini e ragazzi con bombe a grappolo lanciate sui campetti di calcio, su ospedali ecc. il numero delle vittime ha già raggiunto e superato quota 42 mila con centinaia di morti che vanno ad aggiungersi ogni giorno in questo tragico bilancio in soli 20 mesi di conflitto civile. Il regime degli Assad ha perso il controllo della diga idroelettrica sul lago Assad sull’Eufrate, ha perso il controllo di giacimenti, pozzi ed oleodotti di petrolio nella Jeziret caduti in mano all’ opposizione. L’ economia siriana viene alimentata con petrolio russo sbarcato e raffinato a Banyas e centinaia di tonnellate di banconote siriane stampate in Russia e immesse in circolo in Siria, per alimentare un economia asfittica.

La fascia settentrionale del paese è caduta nelle mani dell’opposizione in parte e in parte in quelle dei circa 2 milioni e mezzo di Kurdi di lingua Sorani che in maniera sparsa l’abitano, fino alla Jeziret e al confine con l’ Iraq settentrionale. I gruppi che li rappresentano, apparentemente, sono vicini al Pkk turco, ma soprattutto, profittando del tracollo del regime di Damasco sono interessati a prendere il controllo delle proprie zone , scontrandosi a volte apertamente con il nazionalismo siriano pansunnita insito in gran parte dell’opposizione al regime laico socialista alauita degli Assad.
 

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