Gli zombie sono di sinistra, parola di “In The Flesh”

La serie britannica in onda su BBC

Gli zombie sono di sinistra. Finiamola con questa storia che i non morti sarebbero di destra. No, non è così. Non più per lo meno. Okay, il cinema e la tv che abbracciano storie sui non morti, normalmente sono più vicini a ideali estremisti “neri”: l’esaltazione della violenza, le teste decapitate, gli arti mozzati e le mani sporche di sangue. Okay, diversi studi condotti negli States hanno dimostrato che c’è una connessione diretta tra la politica americana repubblicana e i film sugli zombie, stesso legame che c’è tra democratici e vampiri-movies. 

Ha una sua logica, se volete, legata alle paure che coinvolgono l’uno e l’altro gruppo politico: per i democratici il male è rappresentato dai ricchi e i vampiri, si sa, sono quasi tutti nobili. I repubblicani, invece, temono la rivolta delle masse e cosa c’è di meglio di un’orda apocalittica di zombie a incarnare questo timore? Insomma, fino ad ora la divisione era stata netta: vampiri blu, zombie rossi (e il rosso negli USA è il colore del Tea Party).

Una premessa doverosa, perché adesso le carte in tavola sono state ribaltate. Merito di In The Flesh, serie inglese della BBC che nasce in epoca Cameroniana – va ammesso – ma che declina la zombie-mania in chiave sinistroide. Perché questa piccola perla britannica parte laddove i normali zombie-movies finiscono, ovvero nel momento in cui viene trovata una cura per quella definita come “sindrome di morte parziale”.

Dimenticatevi gli esseri spaventosi, claudicanti, con il sangue alla bocca. No “i non morti – ora rinati” hanno un aspetto normale, anche se mascherato con creme e il giusto make-up. Ecco che l’attenzione si sposta dallo zombie-assassino alla società in cui lo zombie-vittima ritorna, con tutte le difficoltà legate al processo di integrazione. Roarton, la cittadina immaginaria inglese che fa da scenario alla serie, non appare poi così diversa dalla Bon Temps di True Blood, con lo stesso sottobosco di significati e significanti, relativo alle difficoltà di inserirsi all’interno di una comunità. Una serie che parla di diversità e di accettazione, di minoranze che vanno accolte invece che escluse. Che poi George Romero (La notte dei morti viventi, Il giorno degli zombie, L’isola dei sopravvissuti, ecc.) l’ha sempre detto: «Faccio film politici, io». In barba a chi crede che le opere sugli zombie non siano impegnate.

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