Dopo Morsi: ecco la difficile road map egiziana

Parla il costituzionalista Zaid Al-Ali

La reazione dei Fratelli musulmani è arrivata puntualmente per il «venerdì del rifiuto». In un clima incandescente, parliamo della road map che porterà il paese a nuove elezioni con il costituzionalista Zaid Al-Ali dell’Istituto internazionale per la democrazia e l’assistenza elettorale (Idea) con sede al Cairo.

Quale sarà il primo provvedimento del nuovo presidente Adly Mansour? E chi parteciperà al nuovo governo?
Oggi Mansour renderà pubblica una nuova dichiarazione costituzionale. In questo modo non si tornerà alla precedente Costituzione. Verrà quindi formato un nuovo governo. Sarà un esecutivo di coalizione ma non di unità nazionale perché i Fratelli musulmani non ne faranno parte.

Chi redigerà questa dichiarazione, dovrà essere sottoposta a Referendum e cosa ne sarà della vecchia Carta?
In questo momento non esiste una Costituzione. Le leggi penali, civili e amministrative sono valide ma la Costituzione è sospesa. Posso aggiungere «sospesa», non «cancellata». Questo passaggio è stato concordato tra esercito e salafiti. Questi ultimi hanno accordato di appoggiare la deposizione di Morsi ricevendo in cambio l’assicurazione che gli articoli inerenti le libertà religiose (2, 4 e 209) fossero mantenuti. Da parte sua, il liberale Mohammed El-Baradei aveva chiesto la cancellazione tout court di tutta la Costituzione approvata dagli islamisti.

Morsi poteva essere costretto alle dimissioni senza fare ricorso ad un colpo di stato?
Non c’era traccia di impeachment nella Costituzione vigente. Avrebbe potuto dimettersi se avesse voluto, ma non ne aveva l’intenzione. Poteva essere sfiduciato dal parlamento per alto tradimento ma non c’erano gli estremi per farlo. Anche se molti non vogliono vederlo si è trattato di un colpo di stato in piena regola. Certo i Fratelli musulmani con la loro incompetenza hanno aiutato i militari nel compiere questo passo. Dal canto loro, gli islamisti, quando erano al potere, non erano mai arrivati a tanto. Anche nel caso del comico Bassem Youssef, per esempio, lo avevano intimidito ma mai hanno proceduto a chiudere il suo programma o a chiedere il suo arresto.

Quali leggi approvate dalla Fratellanza sono effettivamente in vigore? E sono riusciti a farsi registrare come ong?
Credo che abbiano avuto il tempo di registrarsi. Sono ora un’organizzazione legale. Tuttavia, la legge che impone controlli sulle ong non era ancora entrata in vigore prima dello scioglimento della Shura, lo stesso vale per la riforma del sistema giudiziario. Mentre la legge sulle liberalizzazioni e l’emissione di sokuk è già approvata e in vigore.

Ora come si procederà alla scrittura della nuova Costituzione?
La dichiarazione costituzionale che sarà emessa potrà essere cambiata e cambiata di nuovo. Tenteranno di mettere insieme le forze politiche e di creare una commissione composta da dieci esperti tra politici e giuristi, figure non elette, per l’approvazione del nuovo testo costituzionale. Ma senza la partecipazione della Fratellanza questo processo non avrebbe senso.

Le opposizioni e la campagna Tamarrod (ribellione) erano in favore del colpo di stato militare?
Baradei era favorevole, ma non è rappresentativo del volere di cristiani e liberali. Questi ultimi due gruppi tra Fratelli e militari preferiscono l’esercito. Lo stesso vale per la polizia e gli ex esponenti del Partito nazionale democratico.

I giudici invece, i principali oppositori di Morsi, erano a favore di questa forzatura delle regole democratiche?
I giudici non riconoscevano la validità della Costituzione appena sospesa. I Fratelli musulmani stavano intaccando i privilegi che i giudici hanno acquisito in anni di regime di Mubarak, diventando una casta protetta. La Fratellanza non aveva proceduto a riforme per migliorare la magistratura ma perché la percepiva come ostile. All’esercito non interessa riformare il sistema giudiziario per questo i magistrati avranno vita più facile.

Sarà necessario stabilire a che punto della transizione si andrà ad elezioni?
La dichiarazione costituzionale precedente, del marzo 2011, parlava di Costituzione in termini confusi. Non era chiaro se dovesse essere scritta prima o dopo le elezioni parlamentari. Si poneva poi una scadenza di sei mesi alla gestione del potere da parte dei militari. Lo stesso è avvenuto in Iraq. Lo scopo di un termine così breve è di prevenire la costruzione di un genuino dibattito democratico. Il tentativo più chiaro di manipolazione nella scrittura della Costituzione da parte dei militari è arrivato nel novembre del 2011. In quel momento l’esercito aveva deciso di imporre delle norme sovra-costituzionali. Si stava delineando un contesto di dittatura militare, incluse norme che prevedevano che il budget dell’esercito non sarebbe stato oggetto di discussione parlamentare e nessuna legge sarebbe stata approvata senza il consenso finale dello Scaf. Spero che questi errori non si ripetano.

Come si è arrivati alla rottura nell’ambigua relazione tra esercito e Fratelli musulmani per la gestione del potere?
Morsi nei primi mesi di presidenza era molto popolare. La Fratellanza sembrava
poter ridimensionare il potere militare dopo l’episodio dell’attacco nel Sinai e il pensionamento forzato imposto a vari generali. Le cose sono completamente cambiate. L’umore generale è contrario alla Fratellanza. Sono considerati bugiardi, disonesti e corrotti. L’aumento dei prezzi ha eliminato l’aura di invincibilità che fino a quel momento apparteneva loro. A quel punto l’esercito ha tentato di dissociarsi dalle decisioni della Fratellanza. È avvenuto in occasione del coprifuoco imposto a Port Said, per esempio. Alle otto di sera, al momento in cui sarebbe dovuto entrare in vigore, i giovani attivisti organizzavano partite di calcio a cui prendevano parte anche i militari per dimostrare di essere dalla parte del popolo.
 

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