Martedì 9 luglio l’agenzia Standard&Poor’s ha declassato il rating dell’Italia da BBB+ a BBB, ritenendo possibile un ulteriore peggioramento delle prospettive economiche del Paese, segnalato dall’outlook negativo. Sempre martedì, a Palermo, è stato presentato l’ottavo numero di CongiunturaRes della fondazione Res (Istituto di Ricerca su Economia e Società in Sicilia), un documento sulle stime sull’andamento dell’economia in Sicilia. L’analisi congiunturale della fondazione sottolinea ancor di più l’allineamento tra la situazione di crisi economica su scala nazionale – confermata appunto dal downgrade di S&P – e quella a livello regionale.
Lo scenario: l’asticella temporale della ripresa economica della Sicilia sembra spostarsi avanti di un anno. Come si legge nel documento, rispetto «alle stime formulate ad inizio anno, il quadro congiunturale 2013 presenta un aggravarsi della fase recessiva ed evidenzia, per alcuni indicatori, una nuova correzione al ribasso». Tutto ciò porterebbe quindi ad una stabilizzazione economica dell’isola a partire dal 2014 e un primo recupero negli anni successivi. Il Pil reale, ad esempio, subirà un’ulteriore flessione nell’anno in corso, passando dal -2,7% del 2012 al -3,8 per cento. Le esportazioni che avevano rappresentato nell’anno passato l’elemento più dinamico della domanda, subiranno un decremento del 19,8% nel 2013; stesso discorso per le importazioni che manifesteranno un andamento negativo con una perdita del 12,4%.
Sul versante occupazionale il discorso non cambia: le stime parlano di un tasso di disoccupazione che nel biennio 2013/2014 potrebbe raggiungere il 20 per cento. Nel primo trimestre del 2013 le persone in cerca di occupazione sono aumentate del 4,1%, un dato che riguarda sia uomini che donne, in particolare con precedenti esperienze lavorative.
Le stime sulla spesa dei nuclei familiari evidenziano una variazione al ribasso, nel totale, del 3,2% rispetto al 2013. Nel dettaglio le uscite dei siciliani dovrebbero diminuire in spese per comunicazioni – con cui si intende la spesa per beni e servizi di telecomunicazioni – con un crollo del 22,3%; spese sanitarie (-6,9%); alberghi e ristoranti (-5,1%); trasporti (-4,1%); vestiario e calzature (-3,6%). In controtendenza invece le spese riguardanti l’istruzione (+4,9%) e, un po’ a sorpresa, quelle per bevande alcoliche, tabacco e narcotici (+3,8%). Stabili invece le spese per le abitazioni (+0,4%).
Le statistiche sulle imprese nei primi mesi del 2013 registrano un ulteriore calo del numero di quelle attive, in picchiata ormai dal 2007, ha raggiunto quota 374.801 unità. La diminuzione della base produttiva interessa in particolar modo le imprese manifatturiere, escluse però quelle alimentari, della carta e le riparazioni e manutenzioni di macchine. L’Osservatorio Confesercenti ha fotografato una realtà nera: nei primi quattro mesi del 2013 oltre 1.500 aziende hanno cessato la loro attività e 359 di queste solo a Palermo.
Una tendenza confermata, in parte, dai numeri sulla cassa integrazione: il totale delle ore di cassa integrazione guadagni autorizzata in Sicilia, nei primi cinque mesi del 2013, ha registrato un incremento del 7,4 per cento. L’evidente aumento delle ore autorizzate ordinarie (+25,8%) e di quelle in deroga (+56,7%) ha fatto da contraltare alla flessione della cassa integrazione straordinaria (-33,6%) un segnale che registra le situazioni di crisi delle aziende. Nel complesso si nota come i dati rilevati nell’isola riportino una crescita delle ore di cassa integrazione autorizzata superiore rispetto al dato nazionale, che nello stesso periodo fa registrare un incremento del 6,7 per cento.
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