Grande successo per Pietro Salini e il suo gruppo. In poco più di un anno è riuscito nel suo intento. Conquistare Impregilo, fare l’Opa e poi avviare il progetto di fusione. Creando, con l’ok dell’assemblea, un colosso italiano del cemento e delle infrastrutture da 32mila dipendenti che fattura più o meno 4 miliardi e punta nel 2016 a un giro d’affari di 7,4. «Abbiamo fatto una battaglia di mercato e abbiamo creato valore: quando tutto è iniziato», ha ricordato Salini facendo riferimento alla lotta con Gavio, «il titolo Impregilo quotava 1,4 euro e ora siamo a 3,4 euro dopo aver dato un euro e mezzo di dividendo straordinario. Abbiamo raggiunto i target del piano industriale con largo anticipo e, prima delle vacanze estive, concluso il processo di rating internazionale: i risultati sono molto migliori di quello che ci aspettavamo». Il “campione nazionale” delle costruzioni punterà ora a ricostituire il flottante ad almeno il 25% e a crescere ancora, se serve, pure per linee esterne.
«È chiaro a tutti», ha sentenziato il presidente Claudio Costamagna, «che un gruppo quotato in Borsa necessita di maggior flottante: a partire dall’anno prossimo valuteremo le migliori opportunità in questo senso e la delega che abbiamo chiesto all’assemblea per poter praticare un aumento di capitale ci dà un’opzione in più». L’ex Goldman Sachs, nell’occasione dell’assemblea, ha festeggiato anche un piccolo doppio successo. Il numero uno di Impregilo (è stato nominato a luglio del 2012) sembrerebbe aver svolto egregiamente il proprio compito in CC& Soci. La società – che fa riferimento allo stesso Costamagna – nel 2012 ha assunto l’incarico di consulente di Salini. A suggerirlo è la pagina 60 del documento d’Opa pubblicato sul sito Consob a marzo di quest’anno.
«Per quanto occorrer possa, si segnala che il dottor Claudio Costamagna ha dichiarato di rivestire altresì la qualità di socio e presidente del consiglio di amministrazione della CC&Soci srl, la quale, a sua volta, ha in essere un rapporto di consulenza con Salini avente per oggetto, tra l’altro, possibili operazioni di integrazione fra Salini medesima e Impregilo». Quella stessa operazione tanto avversata la scorsa estate dal socio Igli, almeno prima di siglare, a fine settembre 2012, un accordo con la controparte che avrebbe di fatto accettato la strada imboccata.
Un progetto che è venuto a comprendere nel gennaio 2013 la vendita per poco meno di un miliardo della concessionaria autostradale brasiliana EcoRodovias e la distribuzione il 30 aprile del dividendo da 1,49 euro sulle azioni ordinarie. Mese in cui, il giorno 8, Costamagna nella veste di presidente di CC & Soci si riunisce assieme agli altri due consiglieri per approvare il bilancio. Circa 190mila euro di utile «al netto delle imposte di competenza e con ricavi che derivano prevalentemente», si legge nella nota informativa, «dalle prestazioni di servizi di consulenza alla Salini Spa». I ricavi per essere precisi sono stati nel complesso 720mila. Mentre l’anno precedente erano arrivati a toccare gli 1,7 milioni. Al contrario sono aumentate le immobilizzazioni di un milione, grazie agli investimenti nel real estate sono passate da 1,1 milioni a 2,1. Insomma, un risultato abbastanza buono in questi tempi di crisi. Nel bilancio depositato, come è giusto che sia, non è specificato di che tipo di consulenze si tratti.
Il mercato però, a pochi giorni dall’assemblea che ha dato il via alla fusione, se lo chiede. Il 4 ottobre del 2012 Impregilo pubblica il documento informativo “relativo all’accordo strategico di cooperazione commerciale e organizzativa” tra la società milanese e la Salini spa. A pagina 6 comunica che Costamagna è anche presidente di CC & Soci «la quale presta attività di consulenza finanziaria a favore di Salini». Praticamente concetti simili a quanto scritto nel documento d’Opa di marzo. A pagina 11, anche se non siano parti correlate, si tiene a precisare che tra chi riveste incarichi di consigliere anche in Salini ci sia lo stesso banchiere.
Poco più di due mesi dopo. Impregilo pubblica l’errata corrige. Ci siamo sbagliati: Costamagna non è mai stato consigliere di Salini (in effetti non risulta) e la sua CC& Soci non rientra nei rischi connessi a potenziali conflitti d’interesse. «Dal momento», si legge nel documento di dicembre 2012, «che l’attività di consulenza finanziaria non ha nulla a che vedere con la definizione dell’accordo e dunque non può essere considerata un interesse in capo al dottor Costamagna come da articolo 2391 del codice civile». Evidentemente la consulenza ha riguardato altro. E un conto è la fusione e un altro è l’accordo commerciale. A questo punto però il mercato si chiederà se anche nel 2013 CC & Soci abbia prestato la propria opera a Salini. Fino alla fusione vera e propria? Aspettare il prossimo bilancio.