Domani, mercoledì 16 ottobre, esce in edicola un nuovo fumetto edito da Bonelli. Si intitola Orfani, è una serie fantascientifica ideata da Roberto Recchioni e Emiliano Mammucari, uscirà in due serie da dodici episodi, ognuno di 94 pagine tutte a colori, e rappresenta uno dei più importanti investimenti, non solo economici, della storia della casa editrice milanese.
Prima di tutto, qualche informazione su questo primo episodio: si intitola Piccoli spaventati guerrieri – ammiccando al bel romanzo di Stefano Benni – e mette su carta un grande classico della fantascienza, l’attacco alieno alla Terra. Il plot è volutamente molto semplice e asciutto e, proprio per questo, molto efficace, come una sorta di introduzione al mondo che ci troveremo di fronte nei prossimi mesi.
Due sono i piani temporali. Nel primo il pianeta Terra è stato attaccato da una misteriosa razza aliena che, scagliando un raggio energetico di straordinaria potenza, ha ucciso un sesto della popolazione, più o meno l’intera Europa. Tra i sopravvissuti, un gruppo di ragazzi, praticamente bambini, vengono messi alla prova per selezionare i componenti di un’unità di combattenti d’elite: sono loro, gli Orfani. Il secondo, con un salto avanti nella narrazione di qualche anno, ci porta al primo scontro tra i terrestri e gli alieni.
Del fumetto in sé non vi serve sapere di più. Passiamo ora a quel che c’è dietro, ovvero al progetto, per molti aspetti decisamente innovativo e altrettanto interessante, soprattutto per il futuro della Bonelli e per il fumetto d’autore italiano.
C’è un detto americano che mi ha insegnato un amico. Dice when in trouble, go big. Cinque parole che contengono, in più rispetto a quel nostro lanciare il cuore oltre l’ostacolo, un concetto tanto semplice quanto decisivo per uscire dal pantano sulle proprie gambe: la lucidità. E l’operazione di cui stiamo parlando sta esattamente nel solco di quella frase, tanto semplice quanto efficace. Perché dietro il lancio di questa nuova serie c’è una grande operazione di lucidità, sia da parte dei creatori che da parte della Bonelli.
Una tavola dal primo numero, in anteprima
In un’intervista pubblicata da Wired.it, Recchioni ha dichiarato che Orfani «non è solo un’opera e un prodotto, ma è anche la proposta di un modello produttivo». Basta guardare i dettagli tecnici ed economici dell’operazione per redersene conto immediatamente. Prima di tutto, l’ordine di grandezza dell’investimento economico, che supera il milione di euro, una cifra decisamente ragguardevole, che di rado si sente nominare nel mondo dei fumetti, almeno in Italia. Non secondaria è la scelta di uscire completamente a colori, sostenuta da un forte lavoro di ricerca, sia per quanto riguarda la tecnica e la resa su carta, sia per quanto riguarda la resa narrativa.
C’è un altro dettaglio, che ha suscitato anche più d’una polemica, ma è assolutamente decisivo: è la scelta della pubblicazione a doppio binario. Tra qualche mese, infatti, con il fumetto ancora in uscita nelle edicole, la Bao Publishing, altra casa editrice di punta del mercato del fumetto in Italia (quella di Zerocalcare, per intenderci), ripubblicherà Orfani in un formato diverso, raggruppando tre episodi per volta, aggiungendo materiale e, soprattutto, non distribuendo in edicola, ma in libreria.
Un modello di distribuzione molto interessante, fondato su una collaborazione tra case editrici che è stata annunciata da subito, a sottolineare trasparenza e rispetto totale per i lettori da parte di entrambe le realtà, e che dovrebbe permettere, secondo gli ideatori, di raggiungere due tipi di lettori diversi, due fasce di pubblico che, se si sovrappongono, lo fanno solo in minima parte: i lettori da edicola e quelli da libreria.
Due tavole dal primo numero, in anteprima
Insomma, Orfani è un progetto forte, articolato e molto ambizioso, ma anche ben pensato e ben realizzato, almeno da quanto ci è stato dato di capire dalla lettura del primo episodio. Di questi tempi, con molte delle imprese editoriali del nostro paese che si ritrovano con le spalle al muro, un progetto come questo è decisamente una notizia. Perché, si sa, quando ci si ritrova con le spalle al muro si tende alla mossa d’istinto. E spesso si rischia di sbagliare.
Se il mondo del fumetto fosse un tavolo di poker, con questa mossa la Bonelli avrebbe rilanciato, e lo avrebbe fatto alla grande. Ovviamente sarà il pubblico a giudicare se l’azzardo sia di quelli che sbancano o meno: per quanto possa valere il mio giudizio, penso che lo sia.
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