Damon Lindelof, che spartisce con J.J. Abrams e Carlton Cuse il merito e l’onere della creazione di Lost, sta lavorando a un nuovo progetto: adatterà per la HBO – il canale statunitense di Game of Thrones, The Sopranos, Sex and the City – Svaniti nel nulla (edizioni e/o, 2012, traduzione di Carla De Caro), romanzo di Tom Perrotta uscito nel 2011. Ora, poiché quando si parla di serie (e in particolare quando si parla di adattamenti) non è mai troppo presto per speculare, vale la pena di fare qualche congettura su ciò che questo romanzo è e su cosa potrebbe diventare nelle mani di un autore del genere.
Svaniti nel nulla racconta la vita di una cittadina americana dopo l’apparente realizzazione di un evento descritto nella Bibbia e molto caro ai cristiani evangelici: il Rapimento della Chiesa, meglio noto nelle profezie apocalittiche statunitensi come Rapture. Il 14 ottobre di un anno che non viene esplicitato milioni di persone in tutto il mondo semplicemente scompaiono. E quello che rimane è lo shock di chi ha assistito a questa sparizione improvvisa e, soprattutto, di chi deve rimettere insieme pezzi di una vita a cui mancano parti fondamentali. Persone a cui non è concesso nemmeno il privilegio di capire cosa diamine sia successo.
Per capire la storia è necessario capire l’ossessione per la Rapture, tanto conosciuta e reiterata negli Stati Uniti quanto estranea nel nostro mondo a prevalenza cattolica. Secondo la dottrina, in realtà piuttosto contestata e controversa, un giorno Gesù chiamerà in Paradiso un certo numero di persone particolarmente meritevoli, che spariranno all’improvviso; a questo evento seguiranno i sette anni (o tre e mezzo: la Bibbia non esplicita) di tribolazioni che precedono l’Armageddon, noto ai più come la fine del mondo. I sostenitori estremisti di questa dottrina non si limitano ad aspettare il giorno in cui avverrà la Rapture, ma ne calcolano puntigliosamente la data esatta, facendo ciclicamente buca. Un esempio su tutti: Harold Camping, reverendo americano celebre per i suoi violenti sermoni radiofonici, ha ideato un metodo complesso per calcolare la data esatta derivandola da una serie di numeri della dottrina cristiana. Finora le sue previsioni si sono rivelate errate due volte, l’ultima delle quali nel 2011: in quell’occasione aveva pubblicizzato massicciamente l’evento – la radio ha dovuto dichiarare fallimento a causa delle spese pubblicitarie, d’altra parte erano convinti che sarebbe finito il mondo –, diffondendo il panico tra i credenti e attirando l’attenzione della stampa internazionale, ma un anno dopo ha ammesso l’errore. È facile capire perché l’ossessione per la Rapture sia tanto diffusa e generi angoscia nei credenti: i cristiani più ferventi hanno paura di essere lasciati indietro, di essere giudicati non degni in un momento chiave che precede il Giudizio Universale.
Leggere il libro di Perrotta sapendo che diventerà una serie – e sapendo chi la scriverà – rende impossibile non notare il lungo elenco di parallelismi con Lost, al punto da cominciare a immaginarsi come la singole scene prenderanno vita sullo schermo. Il romanzo ha una premessa molto forte e surreale, da questa possono nascere un numero potenzialmente infinito di personaggi e sottotrame. Così come ogni episodio di Lost era dedicato a un personaggio, e raccontava come le esperienze pre-incidente aereo influenzassero le dinamiche sull’isola, così i capitoli di Svaniti nel nulla sono raccontati dal punto di vista di personaggi diversi, impegnati a ricostruire la propria vita sulle basi di ciò che la Rapture ha rappresentato per loro e ciò che gli hanno lasciato – ricordi, oggetti, abitudini – le persone scomparse.
L’attrice Liv Tyler avrà una parte nella serie HBO
«Non c’erano neppure dei cattivi con cui prendersela, – si legge nel romanzo – cosa che rendeva molto più difficile mettere a fuoco l’intera faccenda». Un po’ come in Lost, la storia si svolge in una condizione di perenne ambiguità, priva di un antagonista definito: c’è un mistero, ma manca l’appiglio per tentare di risolverlo, quindi è difficile ipotizzare o anche solo aspettarsi una soluzione. Ne deriva un universo di sottotrame incastrate tra loro che raccontano l’incapacità di riprendersi da un evento inspiegabile, la difficoltà di definire e accettare la componente mistica e irrazionale che priva i personaggi dei loro cari, di elementi delle loro vite. Cercano, un po’ come i protagonisti di Lost, non tanto una risposta quanto un percorso di redenzione che li porti al di fuori delle rispettive solitudini.
Lindelof ha già rilasciato un po’ di interviste: sappiamo che aggiungerà dei personaggi fin dal primo episodio e che il libro fungerà solo da premessa a una narrativa più ampia, almeno negli obiettivi. La serie ha un cast (niente male: Justin Theroux, Liv Tyler, Christopher Eccleston, oltre a un paio di esordienti che fanno tanto bene alle serie di qualità) ed è in fase di pre-produzione, quel momento misterioso in cui cominciamo a scoprire cose certe ma le riprese non sono ancora inizate. Resta una buona notizia: la HBO ha fama di acquistare i diritti per l’adattamento di libri di successo, che si limita poi a lasciarli invecchiare su qualche scaffale; “pre-produzione” potrebbe tradursi in una messa in onda nella prima metà del 2014.
Per continuare la lettura: potrebbe interessarvi la recensione del libro scritta da Stephen King e pubblicata sul New York Times.