Zero è una piccola factory, un collettivo composto da tre video maker italiani che vivono tra Roma e Londra. I loro nomi sono Stefano De Marco, Niccolò Falsetti e Alessandro Grespan e oggi hanno lanciato una campagna di sensibilizzazione e di denuncia dello sfruttamento del lavoro creativo che si chiama #CoglioneNo e che, con tagliente ironia, punta il dito dritta al nocciolo della questione: la svalutazione professionale dei lavori creativi.
È la piaga del lavoro gratis, di quel fenomeno che porta moltissimi giovani ad accettare stage non pagati o collaborazioni gratuite semplicemente in cambio di visibilità e di esperienza, come se con l’esperienza ci si pagassero gli affitti. È un problema vastissimo, che coinvolge certamente i datori di lavoro, ma che, ancor di più, dipende dagli stessi giovani lavoratori, che si trovano nel mezzo di una guerra senza eslcusione di colpi, una gara al ribasso che sta uccidendo intere categorie professionali.
Questa è la dichiarazione di intenti pubblicata da Zero:
#coglioneNo è la reazione di una generazione di creativi alle mail non lette, a quelle lette e non risposte e a quelle risposte da stronzi.
È la reazione alla svalutazione di queste professionalità anche per colpa di chi accetta di fornire servizi creativi in cambio di visibilità o per inseguire uno status symbol.
È la reazione a offerte di lavoro gratis perché ci dobbiamo fare il portfolio, perché tanto siamo giovani, perché tanto non è un lavoro, è un divertimento.
Questo gennaio ZERO vuole unire le voci dei tanti che se lo sentono dire ogni volta. Vogliamo ricordare a tutti che siamo giovani, siamo freelance, siamo creativi ma siamo lavoratori, mica coglioni.
E questi sono i tre video che stanno girando in rete:
Lo diresti al tuo antennista?
Lo diresti al tuo giardiniere?
Lo diresti al tuo idraulico?