Gorky ParkUcraina: sarà la prima volta di un oligarca al comando

Ucraina: sarà la prima volta di un oligarca al comando

Alla vigilia delle elezioni del 25 maggio la tensione ha ripreso a crescere in Ucraina. Scontri e morti nel sud-est, con il Donbass sempre sottoposto a spinte centrifughe, e toni accesi tra governo e opposizione. Le tre tavole rotonde di riconciliazione organizzate sotto l’egida dell’Osce (l’Organizzazione per la sicurezze e lo sviluppo in Europa) sono naufragate nel nulla, come era successo a quelle organizzate a dicembre dal presidente Victor Yanukovich che pensava ancora di poter controllare la protesta di Maidan con slogan di benevolenza.

Allora come oggi il capo di Stato ad interim Olexandr Turchynov e il premier Arseni Yatseniuk hanno adottato la strategia dell’illusione, convinti che i disastri dell’Ucraina siano solo colpa della RussiaLa verità è che la spaccatura tra il nuovo blocco di potere e l’opposizione è profonda, anche senza i separatisti seduti al tavolo delle trattative. Tanto profonda quanto la lacerazione tra gli oblast indipendentisti a Est e Kiev, frattura che il fallimento delle prove di riconciliazione non ha fatto altro che confermare.

Il voto di domenica si pone dunque come spartiacque, arrivando come punto finale del periodo rivoluzionario iniziato nel novembre del 2013 e ponendosi punto iniziale per la ricostruzione di un Paese che dopo l’annessione delle Crimea da parte della Russia rischia di perdere ulteriori pezzi ed è sempre sull’orlo del tracollo politico ed economico interno.

Superfavorito per l’ingresso al palazzo presidenziale in via Bankova a Kiev è l’oligarca Petro Poroshenko, detto il “re del cioccolato” per avere creato la sua fortuna all’inizio degli anni Novanta commerciando in cacao. Ora il suo impero va oltre cioccolatini e biscotti e raggruppa attività nei più disparati settori, dai media agli armamenti, dai trasporti all’agricoltura. Visti i sondaggi non ci sarà probabilmente nemmeno bisogno del ballottaggio, eventualmente previsto per il 15 giugno, per stabilire chi sarà il quinto capo di Stato nell’Ucraina indipendente. Sarà la prima volta di un oligarca al comando, dopo le presidenze politiche dei due Leondid, Kravchuk e Kuchma, e dei due Victor, Yushchenko e Yanukovich.

Le poche speranze di arrivare al secondo turno le hanno Yulia Tymoshenko e Sergei Tigipko. L’eroina della rivoluzione arancione, uscita di galera solo a fine febbraio dopo la cacciata di Yanukovich, è tornata in corsa, ma la ruggine accumulata a Kharkiv ha pesato notevolmente in campagna elettorale. L’ex principessa del gas è vista ormai come un ferro vecchio da buona parte dell’elettorato, che sembra preferire di gran lunga Poroshenko benché anche quest’ultimo non sia proprio un homo novus sul palcoscenico della politica ucraina.

Ma su Tymoshenko pesa il fallimento della rivoluzione arancione e poco importa che sia stata vittima della giustizia selettiva di YanukovichSecondo gli ultimi sondaggi rischia addirittura di finire dietro Tigipko, candidato moderato indipendente che tenta di coagulare l’elettorato del sudest tradito dall’attuale coppia al potere, costituita da Yatseniuk e Turchynov.

Tra la ventina di candidati in lizza per la presidenza, l’unica donna accanto a Tymoshenko è Olga Bogomolets, cantante e medico diventata popolare durante la protesta di Euromaidan. Poche briciole raccoglieranno i rappresentanti della destra radicale, dal leader di Svoboda Oleg Tiahnybok a quello di Pravi Sektor Dmitri Yarosh. Altri estremisti come Oleg Liashko, che ha spedito un proprio battaglione a combattere nel Donbass, e Anatoly Grizenko, ex ministro della difesa che aveva chiamato alle armi i manifestanti di piazza indipendenza poco prima del bagno di sangue, catalizzeranno il voto antirusso e di protesta, mentre fuori dai giochi si è chiamato Petro Symonenko, capo del Partito comunista, che ha ritirato la candidatura a pochi giorni dal voto. Il Partito delle regioni, la formazione dell’ex presidente Yanukovich, si presenta con Mikhail Dobkin, ex governatore di Kharkiv, ma anche per lui si tratta solo di una partecipazione simbolica.

Tutto sta a indicare insomma che per Petro Poroshenko sarà tutto facileIl difficile comincerà subito dopo il suo ingresso alla Bankova. I poteri del presidente, dopo il ritorno alla costituzione del 2004, sono stati ridimensionati e il capo di Stato reggerà il Paese in coabitazione con il primo ministro. Anche se Poroshenko e Yatseniuk sono stati dalla stessa parte delle barricate contro Yanukovich, altra cosa sarà governare insieme.

L’attuale premier è alla guida di un gabinetto in cui solo due dei partiti della maggioranza sono rappresentati, Patria (Yatseniuk-Tymoshenko) e Svoboda (Tiahnybok). Udar di Vitaly Klitscho è rimasto per volontà propria sin dall’inizio fuori dai giochi. L’ex pugile si avvia però a conquistare la poltrona di sindaco di Kiev – domenica si vota anche per il borgomastro della capitale – e il suo supporto a livello nazionale per Poroshenko si trasformerà in caso di vittoria anche in un probabile ingresso nel nuovo governo.

Dal rimescolamento di carte dovrà uscire il nuovo assetto di potere che avrà il difficile compito di tenere insieme il Paese.

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