“L’accoppiamento assortativo” è quel fenomeno sociale che caratterizza la formazione delle coppie i cui componenti si selezionano per alcune caratteristiche socio-economiche precise, come l’istruzione, la professione – o anche il reddito – rispetto a una mera selezione random. Questo fenomeno è particolarmente importante nello studio della disuguaglianze, in quanto pare abbia contribuito, nella transizione dagli anni Sessanta in avanti, a una concentrazione più spiccata del reddito. Infatti, se nel passato un professionista, un manager, o un impiegato, tendevano a porre meno importanza all’estrazione sociale del partner, recentemente le coppie sembrano formarsi in modo più marcato grazie a una selezione fra “simili”, contribuendo positivamente a una più spiccata diseguaglianza.
Ciò che guida il fenomeno, in termini economici, è la complementarietà del consumo. Persone simili ottengono più utilità dal consumare insieme, rispetto a coppie formate da persone dissimili. In Italia, come mostra il grafico, la percentuale di coppie formate da persone con la stessa professione, misurata a un livello aggregato della classificazione delle professioni, ammonta al 30% del totale delle coppie in cui entrambi i coniugi lavorano. Addirittura il 10% delle coppie sono costituite da coniugi con la stessa professione a un livello di dettaglio molto elevato. La percentuale sale al 50% se si utilizza il grado di istruzione, mentre il 10% delle coppie è formato da persone che si situano nello stesso decile di reddito. Il fenomeno non sembra in marcata evoluzione rispetto a una decina di anni fa, ma se si comparassero questi dati con quelli degli anni Sessanta o Settanta, il sospetto è che noteremmo differenze significative e più importanti.