Il malfunzionamento del mercato del lavoro

Il malfunzionamento del mercato del lavoro

Il malfunzionamento del mercato del lavoro italiano, più che a un effetto di tutele sbilanciate e asimmetriche, è dovuto allo scarso legame fra crescita dei salari e produttività relativa. I grafici mostrano l’andamento del salario orario nominale e della produttività  in vari settori dell’economia italiana (in rosso) e della media della zona Euro (in nero).

Si possono osservare due fatti principali. La forbice fra i salari e la produttività in Italia è più ampia in tutti i settori, rispetto alla zona Euro. Tale dinamica si riscontra principalmente nei settori meno esposti alla concorrenza, come i servizi professionali, le costruzioni e il commercio. In più, in modo meno spiegabile, lo stesso andamento vale anche per la manifattura, dove ci si aspetterebbe che la pressione competitiva sui mercati mondiali, riduca le crescite salariali non in linea con la produttività. Si noti la differenza fra la media della zona Euro, in cui le linee mostrano un andamento collegato, e la divergenza abnorme fra salari e produttività manifatturiera in Italia, in cui i salari crescono a ritmi abnormi se paragonati alla produttività stagnante. Questo noto gap di competitività è alla base dei nostri mali dagli anni 2000 in avanti.

Il secondo fatto interessante è mostrato nel secondo set di grafici, dove la crescita salariale oraria è affiancata alla crescita dei prezzi settoriali, catturati dal deflatore del valore aggiunto in ogni settore. Nei settori meno aperti alla competizione la crescita dei salari è, in media, più in linea con quella dei prezzi. Il meccanismo è semplice: dove la pressione competitiva è più bassa, e le imprese hanno potere di fissare prezzi più elevati aumentando i profitti, i salari pagati sono anche più alti.

I due fattori discussi permettono, perciò, di determinare la radice dei mali del nostro mercato del lavoro: una contrattazione collettiva settoriale lontana dalla realtà di mercato, abbinata a scarsa competizione. Riforme simultanee del mercato del lavoro e del mercato dei beni e dei servizi, che favoriscano la competizione, sono essenziali per rilanciare la nostra economia, vittima di prezzi relativi distorti, che non segnalano i migliori lavori disponibili in termini di produttività del lavoro, ma piuttosto quelli più protetti dalla competizione. Per una migliore efficienza allocativa del mercato del lavoro e per ritornare a una crescita sostenuta nel medio periodo, è quantomai urgente ristabilire i giusti incentivi. Per una analisi più dettagliata di questo tema, si veda anche l’Ebook de Linkiesta.

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