Il problema degli incentivi al lavoro femminile

Il problema degli incentivi al lavoro femminile

L’Italia si caratterizza per luso distorsivo di politiche familiari, che possono prendere la forma di benefit, sconti su base imponibile o aliquote, che implicitamente distorcono le scelte di offerta di lavoro, soprattutto per il secondo percettore di reddito (nella gran parte dei casi le donne).

Un esempio, fra i molti, è la tassazione marginale effettiva per le donne che vogliono passare, dopo un periodo di part-time, a un lavoro a tempo pieno. Come si può notare, per le famiglie con due percettori di reddito e figli – la fattispecie più interessante in questo caso – l’aliquota italiana è sempre maggiore di quella media Ue e dei Paesi Ocse. Un sistema fiscale intelligente dovrebbe favorire la transizione da part-time a full-time proprio per le donne che si trovano in questa situazione, e che avevano probabilmente scelto il tempo parziale per coniugare vita famigliare e lavoro. Con queste aliquote penalizzanti la scelta, ex-ante, potrebbe perciò essere distorta e a favore della totale inattività nel mercato del lavoro. Se il lavoro part-time è una trappola da cui è difficile poi uscire, meglio non lavorare per nulla. Esempi come questo sono frequenti nel nostro Paese. Non sarebbe giunta  l’ora di rivedere l’intero sistema di incentivi/disincentivi espliciti al lavoro, in presenza di un tasso di occupazione femminile a livelli bassissimi nel confronto internazionale?