Nell’economia del lavoro, le curve di Beveridge descrivono la correlazione esistente fra tasso di disoccupazione e il tasso di posti vacanti in un’economia. La loro importanza risiede nel fatto che descrivono l’efficienza con cui chi è in cerca di lavoro riesce ad essere “accoppiato” (matched) a un posto vacante aperto dalle imprese. La relazione strutturale è quindi un indicatore di efficienza del mercato del lavoro. Una traslazione della curva verso il quadrante di nord-est, ovvero verso l’esterno rispetto all’origine degli assi, potrebbe perciò segnalare un aumento del mismatch dovuto alla differenza fra competenze richieste dalle imprese e quelle possedute dai lavoratori, oppure riforme strutturali con impatto negativo sull’efficacia di funzionamento del mercato del lavoro.
Come si nota l’Italia, nei primi anni 2000, grazie anche a riforme liberalizzatrici dei contratti temporanei, era riuscita a migliorare il grado di efficienza. A parità di posti vacanti, il tasso di disoccupazione era diminuito (traslazione verso l’origine degli assi). Dal 2008, però, la curva si è spostata di nuovo nella posizione precedente.
La curva per gli Stati Uniti ha avuto un movimento simile. In assenza d’interventi di un certo rilievo nelle regole e negli incentivi economici, economisti indicano come possibile causa dell’apparente perdita di efficienza del mercato del lavoro americano la quota preponderante di disoccupazione di lungo periodo, fenomeno piuttosto nuovo per gli Stati Uniti. Molti disoccupati che hanno perso il lavoro in occupazioni a competenze medio-basse semplicemente non troverebbero posti di lavoro vacanti adatti a loro. Per di più, la lunga assenza dal mercato del lavoro arreca danni di lungo periodo al capitale umano, rendendo desuete le loro competenze, e rinforzando questo circolo vizioso.
Interessantissimo il caso della Germania, dove la curva si è spostata di moltissimo da metà anni 2000 in avanti, suggerendo che le riforme del mercato del lavoro hanno, in effetti, migliorato l’efficienza allocativa. Perciò, lungi dal descrivere una sola relazione dal alto dell’offerta, (anche uno shock di domanda arreca con sé conseguenze permanenti al capitale umano) le curve di Beverdige sono un tool analitico importante per descrivere il mercato del lavoro.