Dopo la decisione del governo canadese di partecipare alla campagna Usa contro l’Isis in Siria e in Iraq, il Canada sta attraversando un periodo di alta tensione. La paura principale in questo momento non è tanto quella dei gruppi organizzati e delle cellule terroristiche, quanto quella dei “lupi solitari”: singoli individui che si muovono e agiscono indipendentemente, molto difficili da tenere sotto controllo. È probabilmente il caso dell’attentatore di Ottawa. E intanto torna anche la paura dei foreign fighters, combattenti occidentali che si uniscono all’Isis e che avrebbero grande facilità di tornare nei Paesi originari per compiere attentati.
Mercoledì il terrore è arrivato alle porte del Parlamento canadese, quando un uomo armato ha scatenato un attacco omicida nel cuore di Ottawa. L’attentatore ha sparato a un soldato a guardia del National War Memorial, uccidendolo. L’uomo è poi corso nel palazzo del Parlamento, dove testimoni dicono abbia sparato almeno 50 colpi prima di essere a sua volta colpito a morte da un Sergeant at arms (il corrispettivo del nostro questore alla Camera) della House of Commons, Kevin Vickers. L’assassino è un canadese di 32 anni, Michael Zehaf-Bibeau. (Indipendent)
Fonti della polizia hanno parlato anche di spari provenienti dal tetto dell’edificio, sul quale avrebbero potuto esserci alcuni componenti del commando. Ma nessuna di queste informazioni è stata confermata ufficialmente. In breve tempo, mentre la situazione attorno agli edifici del parlamento appariva ancora poco chiara e caotica, è scattata la massima allerta a livello nazionale, ma anche in seno al Comando di Difesa Aerospaziale del Nord America (Norad): «Abbiamo preso tutte le misure adeguate per essere pronti a rispondere velocemente a qualsiasi emergenza», ha confermato il portavoce dell’organizzazione. E anche negli Stati Uniti l’Fbi ha alzato il livello di allerta, mentre il presidente Barack Obama, appena informato dei fatti, si è intrattenuto telefonicamente col premier canadese. (La Stampa)
È la seconda volta in due giorni che le forze di sicurezza del Paese si confrontano con attacchi nelle strade: lunedì, un uomo descritto dalle autorità come un fondamentalista, ha investito con la sua macchina un soldato in Quebec.
Il primo ministro canadese, Stephen Harper, ha rilasciato una risposta dura e inequivocabile all’attacco di mercoledì che ha lasciato un soldato morto e una nazione in stato di shock. Appena è scesa la calma nella idilliaca capitale del Canada (…) Harper ha trasmesso un cupo messaggio televisivo dichiarando che il Paese non si farà intimidire dal terrorismo. Harper era nel parlamento quando è cominciato l’attacco, a fare un discorso ai membri del suo partito sull’accresciuto rischio di minacce al Canada. È stato fatto uscire di corsa dall’edificio e portato al sicuro.
All’inizio di questo mese i membri del parlamento avevano votato di aggregarsi alla campagna di bombardamenti diretta dagli Usa contro la scheggia impazzita di Al-Qaeda, lo Stato Islamico. Martedì il Canada aveva alzato il suo livello di minaccia terroristica domestica da basso a medio. «La decisione di alzare il livello di rischio è legata a un aumento delle notizie da organizzazioni radicali islamiste come Isil, Al Qaeda, Al Shabaab e altri che pongono chiare minacce ai canadesi» si legge in una dichiarazione del ministero della pubblica sicurezza. (Guardian)
Zehaf-Bibeau, canadese convertito all’Islam, era stato condannato in passato in Quebec a 60 giorni di reclusione per possesso di stupefacenti (nel 2004). Mentre più di recente, nel 2011, aveva scontato un altro giorno di prigione, questa volta in British Columbia, per minacce durante una rapina a Vancouver. I media canadesi confermano inoltre che i servizi segreti gli avevano confiscato a luglio il passaporto, considerandolo dopo la conversione “un viaggiatore ad alto rischio”. (Ansa)
Casi precedenti di terrorismo in Canada:
Il canadese Momin Khawaja era stato coinvolto in un piano ispirato da al-Qaeda per colpire obiettivi britannici nel 2004; imprigionato nel 2009 con la legge anti-terrorismo.
Il cosiddetto “Toronto 18” pianificato nel 2006 per fare esplodere auto bombe intorno a Toronto e prendere ostaggi, incluso il primo ministro; 11 condannati.
Hiva Alizadeh incarcerato nel settembre 2014 per aver tentato di organizzare una cellula jihadista a Ottawa.
Il tunisino Chiheb Esseghaier e il palestinese Raed Jaser sotto accusa dal 2013 per un complotto per deragliare un treno Toronto-New York. (Bbc)