Dov’è finito Kim Jong-un? Il giovane dittatore della Corea del Nord è sparito dalla circolazione dal 3 settembre, data della sua ultima apparizione in pubblico. Nipote del “Grande Leader” Kim Il Sung e figlio del “Caro Leader” Kim Jong-il, il “Grande Successore” è alla guida della Repubblica Popolare Democratica di Corea dalla fine del 2011, succedendo al padre di diritto per perpetuare la grandiosa dinastia dei Kim. Dopo la morte del venerato Jong Il, il giovane Kim ha deciso di allinearsi completamente alla tradizione di famiglia e allo stile di vita dei padri della patria.
Tra banchetti, donne, celebrazioni di anniversari, festicciole e vizi vari, il Supremo Leader potrebbe aver accusato il colpo, disonorando così la fama di festaioli indistruttibili dei suoi predecessori. Oppure questa potrebbe essere solo un’insinuazione, e Kim Jong-un sarebbe invece stato deposto da qualcuno dei suoi generali, e magari ucciso. Sarebbe il primo colpo di Stato nel Paese della storia, dove la preoccupazione principale dei vari dittatori è stata sempre quella di far fuori (letteralmente) chiunque fosse anche solo sospettato di tradimento. Il caso recente più eclatante è quello dello sfortunato zio di Kim, Jang Sung-taek, che si dice sia stato ucciso dalle raffiche di una “machine gun”, una sorta di mitragliatore simile a quelli impiegati sui caccia-bombardieri. La vulgata precedente lo voleva sbranato da una muta di cani. Ed era suo zio. Figurarsi tutti gli altri vecchi sostenitori del padre, spariti dalla faccia della Terra per la paranoia del nuovo leader coreano di cancellare tutte le tracce del regno di Kim Jong Il.
Kim Jong Un con i suoi generali (KCNA VIA KNS/AFP/Getty Images)
Si dice, sembra che, non si sa. Dalla Corea del Nord informazioni certe non ne arrivano (quasi) mai. Spesso l’unico modo per gli osservatori internazionali di capire qualcosa della politica interna del Paese è guardare le personalità che appaiono e che scompaiono nelle manifestazioni pubbliche. Anniversari, celebrazioni pubbliche, parate militari, feste nazionali e giornate dedicate alla memoria degli eroi della patria scandiscono la vita della Corea del Nord, e osservando le posizioni delle autorità sulla tribuna d’onore si può cercare di intuire chi sale e chi scende nelle grazie del dittatore di turno. Nel Paese diventato simbolo stesso della censura le informazioni semplicemente non girano, né dentro né fuori dai confini. Per capire di cosa stiamo parlando, trascriviamo alcuni lanci dell’agenzia di stampa nazionale (la KCNA), di giovedì 9 ottobre:
“Felicitazioni a Kim Jong-un dal segretario generale del parito democratico della Guinea Equatoriale”.
“Cestino floreale e lettera di congratulazioni a Kim Jong-un dal corpo militare”.
“Tributo floreale pagato alle statue di Kim Jong-il e Kim Il Sung”.
“Kim Jong-il celebrato in Mongolia”.
“Nuovo tipo d’iniezioni per chirurgia estetica sviluppato nella Repubblica Popolare Democratica di Corea”.
Non proprio la Reuters, insomma. Eppure, qualcosa ogni tanto trapela, e le voci, a volte, vengono trasformate in notizie. Capita anche che qualche fuoriuscito racconti al resto del mondo cosa succede nel Paese. Come nel caso del cuoco personale di Kim Jong-il, che ha raccontato in questo servizio di Adam Johnson cosa succedeva nel palazzo del “Caro Leader”. Ma allora: cosa è successo a Kim Jong-un?
Il 3 settembre il 31enne Kim viene visto per l’ultima volta mentre assiste a un concerto insieme a sua moglie Ri Sol Ju, un ex-ballerina (si dice). Da allora sparisce completamente dalla scena pubblica. Come fa notare il magazine americano The Atlantic «Uno dei pericoli nel fare cose differenti dal tuo predecessore è che la gente dimentica velocemente come andavano le cose prima. Il precedente leader della Corea del Nord, Kim Jong-il era un uomo alquanto riservato. Uno che sembrava più attratto dai tunnel sotto Pyongyang che dalle luci scintillanti della superficie. Il suo figlio e successore Kim Jong-un, al contrario, è sempre stato onnipresente nei media nordcoreani fin dal suo insediamento». E, di conseguenza, la sua scomparsa totale richiede una spiegazione. Tanto più che venerdì 10 ottobre era il 69° anniversario del Partito dei Lavoratori della Corea del Nord (Wkp), e secondo tradizione il dittatore avrebbe dovuto recarsi a portare il doveroso tributo al mausoleo dei suoi predecessori. Molti analisti dicevano che l’assenza in questa ricorrenza sarebbe stata molto significativa, e così è stato.
All’inizio la scuola di pensiero dominante era quella della gotta. Una malattia che avevano anche il nonno e il padre. Come loro, Kim ha probabilmente una passione sfrenata per la carne e l’alcool, due delle cause tipiche della gotta. Inoltre, l’evidente obesità del leader è una delle condizioni predisponenti che si riscontrano in circa il 75% dei casi di questa malattia. Circa a metà settembre la tv nazionale riportava la notizia che il “Grande Successore” era affetto da “discomfort”. Data la predisposizione genetica e lo stile di vita a dir poco scriteriato, i media internazionali, capeggiati da quelli sudcoreani, hanno interpretato questo “discomfort” come un eufemismo per “problemi di gotta e debole costituzione”. E così la notizia ha iniziato a girare su Internet in questa forma, amplificandosi man mano che il dittatore disertava i vari impegni istituzionali cui avrebbe dovuto partecipare. Ma la teoria della gotta non è l’unica che è stata avanzata. A farle compagnia ne è arrivata un’altra che parla, con una certa vaghezza, di operazioni alle caviglie. Già, ma quali operazioni? Per cosa? Alcuni dicono per guadagnare qualche centimetro, e questa sarebbe verificabile, solo nel momento in cui Kim tornerà a farsi vedere. Altri sostengono che il peso di “Kim Kong-un” (come è soprannominato da chi gli vuole bene) gli abbia spezzato le caviglie, che non sono esattamente quelle di un atleta.
Le ultimissime in realtà parlano di uno stiramento a un tendine della gamba, avvenuto durante un’esercitazione roccambolesca con i suoi generali e con la truppa. C’è anche chi parla di pesanti disordini psicologici, e anche questi sarebbero un marchio di fabbrica di famiglia. O anche un insieme di acciacchi, perché no. Si è spezzato le caviglie ed è andato in depressione.
Va notato che una terza teoria, che ipotizza un colpo di Stato, negli ultimi giorni è andata perdendo sempre più supporter. La propaganda di regime grida a tutti i venti che la leadership è solida e che tutto funziona normalmente. Non è una fonte attendibile, certo, ma l’informazione è confermata da esponenti dell’intelligence americana.
Questo video della Cnn racconta gli sviluppi della situazione a Pyongyang:
Tutto normale, quindi. Ma ancora tutto irrisolto. Kim Jong-un resta non pervenuto, e, finché non tornerà a mostrare il suo faccione, le voci più disparate continueranno a girare, così come le bufale.