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Fonte: Hanushek at al. (2013) RETURNS TO SKILLS AROUND THE WORLD: EVIDENCE FROM PIAAC, NBER Working Paper n 19762
Le imprese italiane seguono notoriamente una politica salariale in gran parte scollegata dal merito e dalle capacità individuali. Questo fatto è confermato dai dati internazionali Ocse sulle comepetenze della forza lavoro. Le competenze di lettura e numeriche sono sottopagate rispetto alla media dei paesi Ocse.
Curiosamente, a differenza dei Paesi nordici, in cui l’equilibrio del mercato del lavoro è caratterizzato da un’alta domanda di competenze, soddisfatta da un altrettanto alta offerta (fatto che spiega il relativamente basso return to skills, e la struttura piatta dei profili salariali per grado di istruzione), l’Italia è, invece, caratterizzata da una bassisima domanda di lavoro qualificato e da una susseguente bassa offerta.
Lo scarso incentivo all’istruzione, così come mostrato dai dati, è uno dei problemi più importanti da risolvere per aumentare le potenzialità di crescita dell’economia italiana. La riforma della scuola da sola non basta, se il merito non viene pagato l’offerta di competenze nel mercato del lavoro, a parità di altri fattori fra cui la qualità dell’istruzione, è condannata a restare a livelli insuffcienti.